Il libro ripercorre la vicenda personale dell’imprenditore, intrecciata con la storia d’Italia
Roma, 13 gen. (askanews) – L’esperimento e’ questo: prendete un moderno imprenditore milanese di successo che vive immerso nella tecnologia del Duemila e chiedetegli di confrontarsi con un uomo nato nel 1947 a Pozzallo, nel piu’ profondo Sud del Sud, che vive il nulla del primo dopoguerra. “L’arbitro” di questo sorprendente confronto e’ Giuseppe “Pino” Agosta che nel comporre questa sua bizzarra autobiografia partendo dal modesto proposito di non dimenticare se’ stesso, si ritrova a scoprire alcuni aspetti nascosti dell’animo umano. La sua vicenda e’ intrecciata con la storia d’Italia, con la poverta’ del dopoguerra siciliano, con il ’68 di Milano, con la riforma ospedaliera, con la sanita’ e la pubblica amministrazione degli anni ’80, circostanze che motivano una lunga serie di acute osservazioni sul comportamento umano.
Ne deriva un racconto che si divincola in precario equilibrio tra il romanzo storico, la biografia e il saggio d’opinione, un racconto talvolta ironico, talvolta tragico, che mette il lettore di fronte a una inquietante verita’: il cambiamento dei tempi e’ soggetto a una accelerazione innaturale, un continuo aumento di velocita’ che mette a dura prova la fisiologia del cervello umano inducendolo a comportamenti biasimevoli.
L’umanita’ sta correndo a tutta velocita’ verso trasformazioni globali piu’ grandi dell’individuo, trasformazioni che richiedono e richiederanno decisioni secondo una nuova etica e una nuova morale, decisioni che nessuno e’, e forse sara’, in grado di prendere perche’, nostro malgrado, abbiamo da tempo ceduto il timone a una intelligenza superiore piu’ grande e complessa di quella del singolo individuo: l’intelligenza collettiva.
Cosi’, pagina dopo pagina, emerge un messaggio nascosto rivolto a chi puo’ ancora intervenire in questa corsa: i giovani. L’arbitro di questi 75 anni di cambiamenti umani vorrebbe avvisarli cosi’: state attenti! In questa era post-verita’ le opinioni contano quanto i fatti.
Le scelte che l’uomo dovra’ operare nel prossimo futuro richiedono conoscenze profonde e lunghissime riflessioni, attitudini che la tecnologia sta sopendo nel nome della praticita’, semplicita’ e comodita’ di pensiero. Serve rallentare per concedere al lento cervello il tempo di pensare, di approfondire, di porsi le domande che oggi sono rese (apparentemente) superflue dalla tecnologia e che invece sono il fondamento dell’individualita’, della capacita’ del singolo di distinguere la verita’. Da questa biografia saranno molti giovani a trarre ispirazione per il loro futuro. In momenti bui come questi, possa essere una testimonianza importante.
“L’arbitro” (Biomedia editore, prefazione di Alberto Pellai) e’ in vendita su www.biomediashop.net e negli store online.
Esce “L’arbitro”: da Pozzallo a Milano, autobiografia bizzarra di Pino Agosta
Roma, 13 gen. (askanews) – L’esperimento e’ questo: prendete un moderno imprenditore milanese di successo che vive immerso nella tecnologia del Duemila e chiedetegli di confrontarsi con un uomo nato nel 1947 a Pozzallo, nel piu’ profondo Sud del Sud, che vive il nulla del primo dopoguerra. “L’arbitro” di questo sorprendente confronto e’ Giuseppe “Pino” Agosta che nel comporre questa sua bizzarra autobiografia partendo dal modesto proposito di non dimenticare se’ stesso, si ritrova a scoprire alcuni aspetti nascosti dell’animo umano. La sua vicenda e’ intrecciata con la storia d’Italia, con la poverta’ del dopoguerra siciliano, con il ’68 di Milano, con la riforma ospedaliera, con la sanita’ e la pubblica amministrazione degli anni ’80, circostanze che motivano una lunga serie di acute osservazioni sul comportamento umano.
Ne deriva un racconto che si divincola in precario equilibrio tra il romanzo storico, la biografia e il saggio d’opinione, un racconto talvolta ironico, talvolta tragico, che mette il lettore di fronte a una inquietante verita’: il cambiamento dei tempi e’ soggetto a una accelerazione innaturale, un continuo aumento di velocita’ che mette a dura prova la fisiologia del cervello umano inducendolo a comportamenti biasimevoli.
L’umanita’ sta correndo a tutta velocita’ verso trasformazioni globali piu’ grandi dell’individuo, trasformazioni che richiedono e richiederanno decisioni secondo una nuova etica e una nuova morale, decisioni che nessuno e’, e forse sara’, in grado di prendere perche’, nostro malgrado, abbiamo da tempo ceduto il timone a una intelligenza superiore piu’ grande e complessa di quella del singolo individuo: l’intelligenza collettiva.
Cosi’, pagina dopo pagina, emerge un messaggio nascosto rivolto a chi puo’ ancora intervenire in questa corsa: i giovani. L’arbitro di questi 75 anni di cambiamenti umani vorrebbe avvisarli cosi’: state attenti! In questa era post-verita’ le opinioni contano quanto i fatti.
Le scelte che l’uomo dovra’ operare nel prossimo futuro richiedono conoscenze profonde e lunghissime riflessioni, attitudini che la tecnologia sta sopendo nel nome della praticita’, semplicita’ e comodita’ di pensiero. Serve rallentare per concedere al lento cervello il tempo di pensare, di approfondire, di porsi le domande che oggi sono rese (apparentemente) superflue dalla tecnologia e che invece sono il fondamento dell’individualita’, della capacita’ del singolo di distinguere la verita’. Da questa biografia saranno molti giovani a trarre ispirazione per il loro futuro. In momenti bui come questi, possa essere una testimonianza importante.
“L’arbitro” (Biomedia editore, prefazione di Alberto Pellai) e’ in vendita su www.biomediashop.net e negli store online.