La classifica degli operatori telefonici più diffusi sul mercato italiano – askanews.it

La classifica degli operatori telefonici più diffusi sul mercato italiano

Gen 12, 2023
Roma, 12 gen. – Secondo un’abitudine ormai consolidata, il garante per le comunicazioni qualche settimana fa ha rilasciato i dati più recenti sul mondo della telefonia mobile, una vera e propria classifica degli operatori nel terzo trimestre del 2022.

I dati evidenziano come le uniche compagnie in grado di espandere la propria utenza siano Iliad e gli operatori virtuali, in linea con le tendenza registrate durante i primi sei mesi dell’anno; gli operatori storici, pur mantenendo la leadership di classifica a livello numerico, si contraddistinguono per lievi ma regolari perdite dal punto di vista del numero di SIM registrate.

La classifica degli operatori italiani nel 2022. WindTre e Tim rimangono le prime due compagnie telefoniche a livello di diffusione nonostante una piccola flessione delle rispettive performance. Le due aziende da sole costituiscono oltre il 50% dell’intero mercato, ottenendo rispettivamente il 26% e il 25% delle quote totali. lI terzo posto è occupato da Vodafone, distaccata di pochi punti percentuali, con una quota di mercato pari al 22,7% del totale, in calo dello 0,7% rispetto al trimestre precedente

“L’indebolimento” che sta caratterizzando le compagnie storiche non intacca invece una realtà relativamente nuova come Iliad, arrivata in Italia nel 2018, capace in pochi anni di conquistare una quota di mercato dell’11,6%, con una crescita annua che si attesta intorno all’1,6%.

La classifica degli operatori più utilizzati in Italia nel 2022, che non presenta particolari sorprese, conferma il trend degli ultimi anni, ovvero un rallentamento della crescita per le aziende più longeve, mentre la nuova arrivata Iliad sta convincendo sempre più utenti e condizionando l’intero settore, anche dal punto di vista tariffario.

Il mondo degli operatori virtuali. Accanto alle compagnie tradizionali operano diversi operatori virtuali. All’interno di un mercato vario e segmentato, queste realtà, guidate da PosteMobile, ricoprono un ruolo ancora relativamente marginale (8,9% del totale di mercato), ma con previsioni di crescita interessanti; basti pesare che nel trimestre appena concluso le diverse compagnie hanno accumulato un incremento generale delle quote di mercato dell’1.5%.

Rimane da capire quale sia la reale convenienza nello scegliere un operatore virtuale in Italia: difficile competere sul fronte dei prezzi, in un mercato in cui gli operatori tradizionali propongono tariffe estremamente contenute.

Ad oggi nessun operatore virtuale si distingue per i servizi avanzati che vengono offerti ai clienti: al contrario l’esperienza d’uso è spesso inferiore a quella che si ottiene con uno dei soggetti tradizionali, si pensi al fatto che quasi nessuno offre il servizio VoLTE per le chiamate ad alta qualità su rete 4G.

Alcuni operatori virtuali non dispongono nemmeno del servizio 5G, altro dettaglio che oggi traccia il solco rispetto ai piani tariffari dei principali soggetti del mercato.

Il mondo delle connessioni in Italia. Il mondo è sempre più composto da persone connesse tra loro e con il web: nel trimestre appena trascorso sono state effettuate 107 milioni di connessioni. Il consumo medio giornaliero di dati per utente è di circa 0,57 GB per sim, in crescita del 27,8% su base annua.

Si registra inoltre un forte incremento dell’installazione di sim M2M (+4,8%) che hanno toccato le 28,8 milioni di unità e delle sim human (+0,6%),che hanno superato quota 78 milioni di unità.

Basta leggere queste informazioni per capire come in Italia sia altissimo il numero di persone che possiedono più di un numero di telefono, ma non è un dato particolarmente significativo, perché a livello globale si registrano 3,6 numeri per ciascun abitante, secondo le medie pubblicate dal sito Statista.

Sarebbe interessante approfondire una valutazione qualitativa oltre che numerica del mercato, perché il vero problema legato al mondo delle connessioni mobili in Italia sta tutto nella qualità del servizio.

Siamo nelle retrovie per la velocità media delle connessioni, lontani anni luce dai migliori della classe, la diffusione del 5G è al di sotto delle previsioni, mentre dove la rete di nuova generazione è arrivata, la performance è inferiore a quella degli altri paesi europei.

La velocità media nel download, secondo Speedtest, è di 39.25 mbps, quella in upload di 9.34 mbps, siamo al 53º posto nel mondo, in flessione rispetto ad un anno fa.

Un servizio ormai consolidato da anni in quasi tutti i mercati mondiali, ovvero le chiamate su Wi-Fi, è arrivato da pochissimo nel nostro paese, con due soli operatori e con fortissime limitazioni di utilizzo. Parliamo dell’opzione per cui è possibile ricevere chiamate sul proprio numero di telefono, anche quando la rete cellulare è assente, se si è collegati con una rete Wi-Fi.

Una soluzione estremamente comoda, che rappresenta uno standard in moltissimi paesi del mondo, che da noi è arrivata da pochissimo, ma solo con WindTre e Time e per ora funziona solo due modelli di cellulare.

Insomma, aldilà della attuale diffusione degli operatori mobili e delle preferenze degli italiani, abbiamo un grosso problema di qualità che dobbiamo necessariamente risolvere per mantenere competitività rispetto alle altre grandi potenze mondiali. Le reti fisse e mobili sono le nuove autostrade su cui correrà il business del futuro, rischiamo di uscire dalla lista dei paesi che contano.