Biden invita il suo omologo brasiliano a Washington a febbraio
Roma, 10 gen. (askanews) – Sono saliti a 1.500 gli arresti di manifestanti e rivoltosi anti Lula in Brasile, a seguito delle proteste che domenica hanno visto migliaia di sostenitori dell’ex presidente Jair Bolsonaro riversarsi nei palazzi istituzionali della capitale Brasilia. Secondo la Bbc 300 persone erano state gia’ arrestate domenica, ieri complessivamente altre 1.200 persone sono state fermate dai reparti in tenuta anti sommossa mobilitati.
Lula, che ha parlato di “atti criminali e terroristici”, ha riunito il Consiglio dei ministri di una stanza improvvisata dell’edificio presidenziale e successivamente ha tenuto una riunione con tutti i governatori degli stati brasiliani. Intanto una vasta manifestazione a sostegno della democrazia si e’ svolta a San Paolo.
Il presidente Usa Jose Biden “ha condannato la violenza e l’attacco contro le istituzioni democratiche e il pacifico cambio della guardia al potere”, secondo quanto riporta un comunicato congiunto con lo stesso Lula. “Biden – si legge – ha espresso l’irremovibile sostegno degli Stati Uniti alla democrazia del Brasile e al libero arbitrio del popolo brasiliano, come emerso nelle recenti elezioni presidenziali brasiliane, vinte dal presidente Lula”.
Biden ha invitato Lula a Washington a inizio febbraio per “consultazioni approfondite su un’ampia agenda condivisa, e il presidente Lula ha accettato l’invito”, conclude il comunicato.
Per parte sua Bolsonaro, che ha respinto le accuse di essere l’artefice delle sommosse – “i saccheggi e le invasioni di edifici pubblici come quelli di oggi, cosi’ come quelli praticati dalla sinistra nel 2013 e nel 2017 – ha detto – sono illegali” – e’ stato ricoverato in Florida per dolori addominali, presumibilmente correlati alle conseguenze dell’accoltellamento che gli era quasi costato la vita nel settembre 2018, poco prima della sua elezione a presidente.
Intanto e’ partita la conta dei danni. E’ in corso una valutazione degli oggetti rubati dai dimostranti che sono entrati nei palazzi delle istituzioni di Brasilia. Alla Camera sarebbero stati rubati anche doni che erano stati portati dalle autorita’ straniere in visita. Ci sarebbero stati anche diversi danni a opere d’arte.
Voz
A Brasilia gli arresti salgono a 1.500. Lula: “Atti terroristici”
Roma, 10 gen. (askanews) – Sono saliti a 1.500 gli arresti di manifestanti e rivoltosi anti Lula in Brasile, a seguito delle proteste che domenica hanno visto migliaia di sostenitori dell’ex presidente Jair Bolsonaro riversarsi nei palazzi istituzionali della capitale Brasilia. Secondo la Bbc 300 persone erano state gia’ arrestate domenica, ieri complessivamente altre 1.200 persone sono state fermate dai reparti in tenuta anti sommossa mobilitati.
Lula, che ha parlato di “atti criminali e terroristici”, ha riunito il Consiglio dei ministri di una stanza improvvisata dell’edificio presidenziale e successivamente ha tenuto una riunione con tutti i governatori degli stati brasiliani. Intanto una vasta manifestazione a sostegno della democrazia si e’ svolta a San Paolo.
Il presidente Usa Jose Biden “ha condannato la violenza e l’attacco contro le istituzioni democratiche e il pacifico cambio della guardia al potere”, secondo quanto riporta un comunicato congiunto con lo stesso Lula. “Biden – si legge – ha espresso l’irremovibile sostegno degli Stati Uniti alla democrazia del Brasile e al libero arbitrio del popolo brasiliano, come emerso nelle recenti elezioni presidenziali brasiliane, vinte dal presidente Lula”.
Biden ha invitato Lula a Washington a inizio febbraio per “consultazioni approfondite su un’ampia agenda condivisa, e il presidente Lula ha accettato l’invito”, conclude il comunicato.
Per parte sua Bolsonaro, che ha respinto le accuse di essere l’artefice delle sommosse – “i saccheggi e le invasioni di edifici pubblici come quelli di oggi, cosi’ come quelli praticati dalla sinistra nel 2013 e nel 2017 – ha detto – sono illegali” – e’ stato ricoverato in Florida per dolori addominali, presumibilmente correlati alle conseguenze dell’accoltellamento che gli era quasi costato la vita nel settembre 2018, poco prima della sua elezione a presidente.
Intanto e’ partita la conta dei danni. E’ in corso una valutazione degli oggetti rubati dai dimostranti che sono entrati nei palazzi delle istituzioni di Brasilia. Alla Camera sarebbero stati rubati anche doni che erano stati portati dalle autorita’ straniere in visita. Ci sarebbero stati anche diversi danni a opere d’arte.
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