“Mib” chiede di aiutarlo a morire nel video diffuso da Coscioni
Roma, 5 dic. (askanews) – Massimiliano, 44 anni, toscano, affetto da sclerosi multipla da 6 anni, in un video – diffuso dall’Associazione Luca Coscioni – spiega le ragioni per cui vorrebbe porre fine alle sue sofferenze in Italia, senza dover andare all’estero.
Le parole di Massimiliano, detto Mib, in un video nel quale appare accanto al padre, pronto a rispettare la sua scelta come gli altri familiari e amici: “Mi chiamo Mib, e a 44 anni vorrei essere aiutato a morire a casa mia. Da 6 anni soffro di una sclerosi multipla che mi ha gia’ paralizzato. Posso muovermi solo in sedia a rotelle con l’aiuto di qualcuno. Non sono piu’ autonomo in niente, non posso piu’ alzarmi dal letto o andare in bagno da solo. La malattia progredisce e peggiora giorno dopo giorno. Riesco ancora a muovere il braccio destro, ma mi sta abbandonando pure lui, non ha piu’ presa. Mi sento intrappolato in un corpo che non funziona piu’, una macchina rotta. Se non avessi paura del dolore, anche di una semplice puntura, avrei gia’ provato a togliermi la vita piu’ di un anno fa. Per questo vorrei essere aiutato a morire senza soffrire in Italia, ma non posso, perche’ non dipendo da trattamenti vitali. Sto pensando di andare in un altro Paese. Tutte le persone che mi vogliono bene rispettano questa scelta. I miei amici, le mie sorelle anche mio padre. Fratelli di questa Italia, io non credo piu’ in questo Stato. Se voi ci credete, fate qualcosa”.
Massimiliano – spiega l’associazione in un comunicato – non e’ “tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale” e quindi non rientra nei casi previsti dalla sentenza 242/2019 della Corte costituzionale sul caso CappatoDj Fabo per l’accesso al suicidio assistito in Italia.
Nel nostro paese – grazie alla disobbedienza civile di Cappato per l’aiuto fornito a Fabiano Antoniani e quindi grazie alla sentenza 242 della Corte costituzionale che ha valore di legge, ricorda Coscioni – il suicidio assistito e’ possibile e legale quando la persona malata che ne fa richiesta e’ affetta da una patologia irreversibile, fonte di intollerabili sofferenze fisiche o psicologiche, pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli e tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale e queste condizioni siano state verificate dal SSN. Requisiti sussistenti e verificati per Federico Carboni che lo scorso giugno ha invece potuto accedere al suicidio assistito senza che l’aiuto fornito configurasse reato.
Sono in costante aumento – si legge nel comunicato – le richieste di aiuto, in tema di fine vita, che ogni giorno arrivano all’Associazione Luca Coscioni, via mail o al Numero Bianco, la infoline gratuita che da’ informazioni ai cittadini su testamento biologico, sulle cure palliative, suicidio assistito e le normative che prevedono l’eutanasia. Negli ultimi 12 mesi sono oltre 9700 le persone che hanno chiesto informazioni sul fine vita. In particolare, piu’ di 20 persone al mese
hanno chiesto informazioni e il modulo per accedere al suicidio medicalmente assistito in Italia o contatti con le associazioni Svizzere.
“Dopo l’accompagnamento di Romano e la mia autodenuncia, i capi dei Partiti e i rappresentanti del Governo hanno scelto la strada del silenzio assoluto – ricorda Marco Cappato, Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni – forse nella speranza che noi prima o poi ci fermeremo o che la questione possa essere spazzata sotto il tappeto. Noi invece andiamo avanti. Insieme agli altri componenti dell’Associazione Soccorso civile -Mina Welby e Gustavo Fraticelli- chiediamo la partecipazione di altre persone che si vogliano assumere la responsabilita’ di aiutare chi chiede di interrompere la tortura di Stato nei loro confronti”.
Fine Vita, l’appello di un 44enne affetto da sclerosi multipla
Roma, 5 dic. (askanews) – Massimiliano, 44 anni, toscano, affetto da sclerosi multipla da 6 anni, in un video – diffuso dall’Associazione Luca Coscioni – spiega le ragioni per cui vorrebbe porre fine alle sue sofferenze in Italia, senza dover andare all’estero.
Le parole di Massimiliano, detto Mib, in un video nel quale appare accanto al padre, pronto a rispettare la sua scelta come gli altri familiari e amici: “Mi chiamo Mib, e a 44 anni vorrei essere aiutato a morire a casa mia. Da 6 anni soffro di una sclerosi multipla che mi ha gia’ paralizzato. Posso muovermi solo in sedia a rotelle con l’aiuto di qualcuno. Non sono piu’ autonomo in niente, non posso piu’ alzarmi dal letto o andare in bagno da solo. La malattia progredisce e peggiora giorno dopo giorno. Riesco ancora a muovere il braccio destro, ma mi sta abbandonando pure lui, non ha piu’ presa. Mi sento intrappolato in un corpo che non funziona piu’, una macchina rotta. Se non avessi paura del dolore, anche di una semplice puntura, avrei gia’ provato a togliermi la vita piu’ di un anno fa. Per questo vorrei essere aiutato a morire senza soffrire in Italia, ma non posso, perche’ non dipendo da trattamenti vitali. Sto pensando di andare in un altro Paese. Tutte le persone che mi vogliono bene rispettano questa scelta. I miei amici, le mie sorelle anche mio padre. Fratelli di questa Italia, io non credo piu’ in questo Stato. Se voi ci credete, fate qualcosa”.
Massimiliano – spiega l’associazione in un comunicato – non e’ “tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale” e quindi non rientra nei casi previsti dalla sentenza 242/2019 della Corte costituzionale sul caso CappatoDj Fabo per l’accesso al suicidio assistito in Italia.
Nel nostro paese – grazie alla disobbedienza civile di Cappato per l’aiuto fornito a Fabiano Antoniani e quindi grazie alla sentenza 242 della Corte costituzionale che ha valore di legge, ricorda Coscioni – il suicidio assistito e’ possibile e legale quando la persona malata che ne fa richiesta e’ affetta da una patologia irreversibile, fonte di intollerabili sofferenze fisiche o psicologiche, pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli e tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale e queste condizioni siano state verificate dal SSN. Requisiti sussistenti e verificati per Federico Carboni che lo scorso giugno ha invece potuto accedere al suicidio assistito senza che l’aiuto fornito configurasse reato.
Sono in costante aumento – si legge nel comunicato – le richieste di aiuto, in tema di fine vita, che ogni giorno arrivano all’Associazione Luca Coscioni, via mail o al Numero Bianco, la infoline gratuita che da’ informazioni ai cittadini su testamento biologico, sulle cure palliative, suicidio assistito e le normative che prevedono l’eutanasia. Negli ultimi 12 mesi sono oltre 9700 le persone che hanno chiesto informazioni sul fine vita. In particolare, piu’ di 20 persone al mese
hanno chiesto informazioni e il modulo per accedere al suicidio medicalmente assistito in Italia o contatti con le associazioni Svizzere.
“Dopo l’accompagnamento di Romano e la mia autodenuncia, i capi dei Partiti e i rappresentanti del Governo hanno scelto la strada del silenzio assoluto – ricorda Marco Cappato, Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni – forse nella speranza che noi prima o poi ci fermeremo o che la questione possa essere spazzata sotto il tappeto. Noi invece andiamo avanti. Insieme agli altri componenti dell’Associazione Soccorso civile -Mina Welby e Gustavo Fraticelli- chiediamo la partecipazione di altre persone che si vogliano assumere la responsabilita’ di aiutare chi chiede di interrompere la tortura di Stato nei loro confronti”.