Due aziende campane modello virtuoso di economia circolare
Napoli, 25 nov. (askanews) – Due aziende campane, la torrefazione Trucillo attiva da tre generazioni e la Agriges, da trent’anni produttore di concimi e fertilizzanti, diventano modello virtuoso di economia circolare, grazie alla silverskin del Caffe’ Trucillo che diventa ‘oro’ per l’agricoltura biologica.
La collaborazione si basa su un processo produttivo che trasforma lo scarto in una nuova risorsa, attraverso la silverskin, ovvero il rivestimento esterno che ricopre ogni chicco di caffe’, che con la fase di tostatura si secca e si stacca dal chicco, e che solitamente, rappresenta uno scarto da inviare in discarica, in quantitativi proporzionali alla produzione di ogni azienda.
Nel caso di Caffe’ Trucillo, invece, e’ un prodotto che viene reinserito nel ciclo economico, estendendo la vita e abbattendo la quantita’ di rifiuti da smaltire. Grazie alle tecnologie e ai miglioramenti introdotti nel moderno sito produttivo alle porte di Salerno, la silverskin viene recuperata per aspirazione e compattata in un macchinario esterno che la aggrega in piccole parti simili al pellet.
Mario Funicelli responsabile qualita’ Trucillo: “La silverskin normalmente viene conferita in discarica perche’ si tratta di un rifiuto, in Trucillo invece l’abbiamo classificata come sottoprodotto in quanto conserva tutte quelle caratteristiche chimiche, fisiche e microbiologiche tali da poter essere utilizzate all’interno di un processo produttivo come quello della Agriges”.
La scelta di collaborare con la Agriges ha una strategia ben precisa: “Noi per una questione di prossimita’ geografica abbiamo deciso di darla ad Agriges, questo perche’ prossimita’ fa rima con sostenibilita’. In questo modo andiamo ad abbattere quelle che sono le emissioni dovute al trasporto su gomma se il prodotto fosse stato inviato, invece, in un’altra regione oppure un’azienda che non fosse stata qui sul territorio”.
La silverskin del caffe’ Trucillo e’ particolarmente adatta all’inserimento in prodotti della concimazione di fondo per l’elevato tenore di azoto e carbonio. Queste proprieta’ unitamente a una bassa umidita’ l’hanno resa da subito perfetta per l’inserimento in diverse linee di prodotti per la concimazione di fondo della Agriges.
Patrizia Ambrosino, responsabile ricerca e sviluppo di Agriges: “Questa silverskin ha la capacita’ di ristrutturare il suolo agrario rispondendo a problematiche di stanchezza del suolo ed e’ particolarmente valida, perche’ ripetute indagini che sono state condotte su ciascun lotto lo hanno sempre riportato esente da qualsiasi tipologia di contaminanti, come metalli pesanti, residui di principi fitosanitari, di microrganismi indesiderati o residui di biocidi. In questo modo si va a rispondere esattamente a quelle che sono le richieste dell’agricoltura biologica, in modo particolare alle richieste sempre piu’ stringenti della grande distribuzione organizzata”.
Il processo produttivo si sposa anche con il territorio e la sua economia: “Un altro punto importante che, a mio parere, e’ piu’ filosofico o onirico ma bello da raccontare e’ che il caffe’ viaggia per diversi chilometri coperto da questo tecumento, viene qui in una torrefazione di Salerno, si separa dal caffe’ che ha accompagnato lungo questo viaggio, viene raccolto, inviato alla Agriges e va a dare vita ad un nuovo prodotto che va a nutrire un suolo dove un giorno potrebbe albergare un limone della costiera Amalfitana o un oliveto degli Alburni o della costa del Cilento”.
Silverskin del caffè Trucillo diventa ‘oro’ per agricoltura bio
Napoli, 25 nov. (askanews) – Due aziende campane, la torrefazione Trucillo attiva da tre generazioni e la Agriges, da trent’anni produttore di concimi e fertilizzanti, diventano modello virtuoso di economia circolare, grazie alla silverskin del Caffe’ Trucillo che diventa ‘oro’ per l’agricoltura biologica.
La collaborazione si basa su un processo produttivo che trasforma lo scarto in una nuova risorsa, attraverso la silverskin, ovvero il rivestimento esterno che ricopre ogni chicco di caffe’, che con la fase di tostatura si secca e si stacca dal chicco, e che solitamente, rappresenta uno scarto da inviare in discarica, in quantitativi proporzionali alla produzione di ogni azienda.
Nel caso di Caffe’ Trucillo, invece, e’ un prodotto che viene reinserito nel ciclo economico, estendendo la vita e abbattendo la quantita’ di rifiuti da smaltire. Grazie alle tecnologie e ai miglioramenti introdotti nel moderno sito produttivo alle porte di Salerno, la silverskin viene recuperata per aspirazione e compattata in un macchinario esterno che la aggrega in piccole parti simili al pellet.
Mario Funicelli responsabile qualita’ Trucillo: “La silverskin normalmente viene conferita in discarica perche’ si tratta di un rifiuto, in Trucillo invece l’abbiamo classificata come sottoprodotto in quanto conserva tutte quelle caratteristiche chimiche, fisiche e microbiologiche tali da poter essere utilizzate all’interno di un processo produttivo come quello della Agriges”.
La scelta di collaborare con la Agriges ha una strategia ben precisa: “Noi per una questione di prossimita’ geografica abbiamo deciso di darla ad Agriges, questo perche’ prossimita’ fa rima con sostenibilita’. In questo modo andiamo ad abbattere quelle che sono le emissioni dovute al trasporto su gomma se il prodotto fosse stato inviato, invece, in un’altra regione oppure un’azienda che non fosse stata qui sul territorio”.
La silverskin del caffe’ Trucillo e’ particolarmente adatta all’inserimento in prodotti della concimazione di fondo per l’elevato tenore di azoto e carbonio. Queste proprieta’ unitamente a una bassa umidita’ l’hanno resa da subito perfetta per l’inserimento in diverse linee di prodotti per la concimazione di fondo della Agriges.
Patrizia Ambrosino, responsabile ricerca e sviluppo di Agriges: “Questa silverskin ha la capacita’ di ristrutturare il suolo agrario rispondendo a problematiche di stanchezza del suolo ed e’ particolarmente valida, perche’ ripetute indagini che sono state condotte su ciascun lotto lo hanno sempre riportato esente da qualsiasi tipologia di contaminanti, come metalli pesanti, residui di principi fitosanitari, di microrganismi indesiderati o residui di biocidi. In questo modo si va a rispondere esattamente a quelle che sono le richieste dell’agricoltura biologica, in modo particolare alle richieste sempre piu’ stringenti della grande distribuzione organizzata”.
Il processo produttivo si sposa anche con il territorio e la sua economia: “Un altro punto importante che, a mio parere, e’ piu’ filosofico o onirico ma bello da raccontare e’ che il caffe’ viaggia per diversi chilometri coperto da questo tecumento, viene qui in una torrefazione di Salerno, si separa dal caffe’ che ha accompagnato lungo questo viaggio, viene raccolto, inviato alla Agriges e va a dare vita ad un nuovo prodotto che va a nutrire un suolo dove un giorno potrebbe albergare un limone della costiera Amalfitana o un oliveto degli Alburni o della costa del Cilento”.