Un viaggio nelle vite e nelle opere rivoluzionarie
Roma, 29 nov. (askanews) – Dal 2 al 4 dicembre, al Teatro Olimpico di Roma, va in scena Vittorio Sgarbi in Pasolini Caravaggio, di e con Vittorio Sgarbi. “Caravaggio e’ doppiamente contemporaneo. E’ contemporaneo perche’ c’e’, perche’ viviamo contemporaneamente alle sue opere che continuano a vivere; ed e’ contemporaneo perche’ la sensibilita’ del nostro tempo gli ha restituito tutti i significati e l’importanza della sua opera. Non sono stati il Settecento o l’Ottocento a capire Caravaggio, ma il nostro Novecento. Caravaggio viene riscoperto in un’epoca fortemente improntata ai valori della realta’, del popolo, della lotta di classe. Ogni secolo sceglie i propri artisti. E questo garantisce un’attualizzazione, un’interpretazione di artisti che non sono piu’ del Quattrocento, del Cinquecento e del Seicento ma appartengono al tempo che li capisce, che li interpreta, che li sente contemporanei. Tra questi, nessuno e’ piu’ vicino a noi, alle nostre paure, ai nostri stupori, alle nostre emozioni, di quanto non sia Caravaggio.”
E’ su questa citazione di Vittorio Sgarbi che s’innesta l’idea di un’inedita simmetria con l’intellettuale Pier Paolo Pasolini (Bologna;1922 / Lido di Ostia;1975). Pasolini e Michelangelo Merisi, in arte Caravaggio (Milano;1571 / Porto Ercole;1610), seppur su piani differenti, innescarono roventi polemiche attraverso le loro modalita’ artistiche, e di vita, divenendo interpreti di nuove realta’ spesso non comprese dai coevi, e dai posteri.
In questo spettacolo, tutto da ascoltare e vedere, Vittorio Sgarbi ci condurra’ nelle vite fin dentro le opere rivoluzionarie di Michelangelo Merisi e Pier Paolo Pasolini. Trascendendo immagini, testi e suoni, Sgarbi portera’ alla luce quanto di piu’ necessario ci e’ stato donato dalle rivoluzionarie attivita’ di questi due maestri i quali, nonostante abbiano vissuto a circa quattrocento anni di distanza l’uno dall’altro, lottarono contro analoghi ostracismi, pagando il caro prezzo della vita in cambio della propria liberta’ intellettuale.
Sgarbi in Pasolini Caravaggio, dal 2 al 4 dicembre al Teatro Olimpico
Roma, 29 nov. (askanews) – Dal 2 al 4 dicembre, al Teatro Olimpico di Roma, va in scena Vittorio Sgarbi in Pasolini Caravaggio, di e con Vittorio Sgarbi. “Caravaggio e’ doppiamente contemporaneo. E’ contemporaneo perche’ c’e’, perche’ viviamo contemporaneamente alle sue opere che continuano a vivere; ed e’ contemporaneo perche’ la sensibilita’ del nostro tempo gli ha restituito tutti i significati e l’importanza della sua opera. Non sono stati il Settecento o l’Ottocento a capire Caravaggio, ma il nostro Novecento. Caravaggio viene riscoperto in un’epoca fortemente improntata ai valori della realta’, del popolo, della lotta di classe. Ogni secolo sceglie i propri artisti. E questo garantisce un’attualizzazione, un’interpretazione di artisti che non sono piu’ del Quattrocento, del Cinquecento e del Seicento ma appartengono al tempo che li capisce, che li interpreta, che li sente contemporanei. Tra questi, nessuno e’ piu’ vicino a noi, alle nostre paure, ai nostri stupori, alle nostre emozioni, di quanto non sia Caravaggio.”
E’ su questa citazione di Vittorio Sgarbi che s’innesta l’idea di un’inedita simmetria con l’intellettuale Pier Paolo Pasolini (Bologna;1922 / Lido di Ostia;1975). Pasolini e Michelangelo Merisi, in arte Caravaggio (Milano;1571 / Porto Ercole;1610), seppur su piani differenti, innescarono roventi polemiche attraverso le loro modalita’ artistiche, e di vita, divenendo interpreti di nuove realta’ spesso non comprese dai coevi, e dai posteri.
In questo spettacolo, tutto da ascoltare e vedere, Vittorio Sgarbi ci condurra’ nelle vite fin dentro le opere rivoluzionarie di Michelangelo Merisi e Pier Paolo Pasolini. Trascendendo immagini, testi e suoni, Sgarbi portera’ alla luce quanto di piu’ necessario ci e’ stato donato dalle rivoluzionarie attivita’ di questi due maestri i quali, nonostante abbiano vissuto a circa quattrocento anni di distanza l’uno dall’altro, lottarono contro analoghi ostracismi, pagando il caro prezzo della vita in cambio della propria liberta’ intellettuale.