Servono politiche attive sul lavoro, come fatto in E. Romagna
Bologna, 28 nov. (askanews) – E’ “sbagliato”, come ha fatto il governo Meloni, togliere il reddito di cittadinanza per “chi e’ nella disperazione, perche’ non si puo’ sapere che fine fara’”. E soprattutto “senza una riforma” del mondo del lavoro. Per aiutare chi e’ in difficolta’ occorre “mettere in campo politiche attive sul lavoro, politiche industriali” come si e’ fatto in Emilia-Romagna istituendo nel 2016 il reddito di solidarieta’. Lo ha detto il candidato alla segreteria del Partito democratico, Stefano Bonaccini, in un collegamento con Mattino 5.
“Il reddito di cittadinanza e’ uno strumento necessario per dare un sussidio a chi e’ nella disperazione, come esiste in tutte le democrazie occidentali – ha spiegato Bonaccini -. Ma per come e’ stato concepito ha fallito in una delle due gambe principali: quella di recuperare lavoro. Quindi va radicalmente riformato e non cancellato. Il governo ha fatto una scelta che non prevede alcuna riforma. E’ sbagliato. Perche’ puoi togliere a qualcuno le risorse da un giorno all’altro ma se non metti in campo una politica che preveda di dare un lavoro a chi non ce l’ha e gli togli persino il sussidio rischi di mandare nella disperazione che non si puo’ sapere che fine fara’ dopo”.
“In Emilia-Romagna – ha ricordato il presidente – abbiamo messo in campo politiche attive sul lavoro, politiche industriali. Quello che manca in questo paese dove serve a fianco di un sussidio a chi e’ nel dramma, politiche attive per il lavoro, politiche industriali. Il lavoro e’ una delle prime forme di dignita’”.
Rdc, Bonaccini: sbagliato toglierlo senza proporre una riforma
Bologna, 28 nov. (askanews) – E’ “sbagliato”, come ha fatto il governo Meloni, togliere il reddito di cittadinanza per “chi e’ nella disperazione, perche’ non si puo’ sapere che fine fara’”. E soprattutto “senza una riforma” del mondo del lavoro. Per aiutare chi e’ in difficolta’ occorre “mettere in campo politiche attive sul lavoro, politiche industriali” come si e’ fatto in Emilia-Romagna istituendo nel 2016 il reddito di solidarieta’. Lo ha detto il candidato alla segreteria del Partito democratico, Stefano Bonaccini, in un collegamento con Mattino 5.
“Il reddito di cittadinanza e’ uno strumento necessario per dare un sussidio a chi e’ nella disperazione, come esiste in tutte le democrazie occidentali – ha spiegato Bonaccini -. Ma per come e’ stato concepito ha fallito in una delle due gambe principali: quella di recuperare lavoro. Quindi va radicalmente riformato e non cancellato. Il governo ha fatto una scelta che non prevede alcuna riforma. E’ sbagliato. Perche’ puoi togliere a qualcuno le risorse da un giorno all’altro ma se non metti in campo una politica che preveda di dare un lavoro a chi non ce l’ha e gli togli persino il sussidio rischi di mandare nella disperazione che non si puo’ sapere che fine fara’ dopo”.
“In Emilia-Romagna – ha ricordato il presidente – abbiamo messo in campo politiche attive sul lavoro, politiche industriali. Quello che manca in questo paese dove serve a fianco di un sussidio a chi e’ nel dramma, politiche attive per il lavoro, politiche industriali. Il lavoro e’ una delle prime forme di dignita’”.