Primi risultati del progetto in vista Giornata dedicata a questa pianta
Milano, 24 nov. (askanews) – Un milione di nuovi olivi nel cuore dell’Italia entro il 2030, di cui oltre 650 mila gia’ piantumati tra Umbria e Toscana e coltivati al 100% in regime biologico. In occasione della Giornata mondiale dell’olivo, istituita il 26 novembre di ogni anno dall’Unesco, Monini presenta i primi risultati del progetto Bosco Monini, avviato due anni fa e cuore della transizione sostenibile dell’azienda umbra raccontata nel piano 2030 A hand for the future.
Il nuovo polmone verde, realizzato prevalentemente su terreni abbandonati e riqualificati, ha infatti un forte impatto ambientale: le nuove piante proteggono la salute del terreno e lo preservano da rischi di erosione, tutelano la ricchezza dell’olivicoltura italiana e delle sue cultivar e instaurano un sistema virtuoso di salvaguardia della biodiversita’. Concretamente misurabile il beneficio climatico: gli alberi consentiranno infatti di sequestrare fino a 50 mila tonnellate di anidride carbonica in 10 anni. Un dato che si somma al progetto “100% carbon neutral”, dedicato ai due besteller Monini Classico e Monini Delicato.
L’ambiente e’ tuttavia solo la faccia piu’ visibile della medaglia di Bosco Monini, perche’ l’olivo non e’ solo una pianta “sacra” e amica del pianeta, e’ anche olivicoltura, ossia produzione, ricchezza, dieta mediterranea. Elementi che l’Italia, da sempre culla dell’eccellenza nella produzione di olio extravergine, ha bisogno di rafforzare. Nel nostro Paese, al di la’ delle variabilita’ annuali, mai come quest’anno negative, si producono in media circa 300 mila tonnellate di olio di oliva, quando il fabbisogno si aggira tra le 850 e le 900 mila tonnellate. Cio’ significa che c’e’ un importante grande gap produttivo che le aziende sono costrette a colmare acquistando olio dall’estero.
“Con questo progetto – spiega Zefferino Monini, presidente e ad dell’azienda – vogliamo contribuire a promuovere un’olivicoltura di qualita’ che sia italiana fin dall’origine e che sia sostenibile sotto il profilo ambientale, sociale ed economico. L’olivo rappresenta per la nostra famiglia la vita da oltre tre generazioni e con questo progetto vogliamo difendere il nostro futuro e quello di chi verra’ dopo di noi”.
Monini: piantati già 650mila olivi per bosco da 1 mln di alberi entro 2030
Milano, 24 nov. (askanews) – Un milione di nuovi olivi nel cuore dell’Italia entro il 2030, di cui oltre 650 mila gia’ piantumati tra Umbria e Toscana e coltivati al 100% in regime biologico. In occasione della Giornata mondiale dell’olivo, istituita il 26 novembre di ogni anno dall’Unesco, Monini presenta i primi risultati del progetto Bosco Monini, avviato due anni fa e cuore della transizione sostenibile dell’azienda umbra raccontata nel piano 2030 A hand for the future.
Il nuovo polmone verde, realizzato prevalentemente su terreni abbandonati e riqualificati, ha infatti un forte impatto ambientale: le nuove piante proteggono la salute del terreno e lo preservano da rischi di erosione, tutelano la ricchezza dell’olivicoltura italiana e delle sue cultivar e instaurano un sistema virtuoso di salvaguardia della biodiversita’. Concretamente misurabile il beneficio climatico: gli alberi consentiranno infatti di sequestrare fino a 50 mila tonnellate di anidride carbonica in 10 anni. Un dato che si somma al progetto “100% carbon neutral”, dedicato ai due besteller Monini Classico e Monini Delicato.
L’ambiente e’ tuttavia solo la faccia piu’ visibile della medaglia di Bosco Monini, perche’ l’olivo non e’ solo una pianta “sacra” e amica del pianeta, e’ anche olivicoltura, ossia produzione, ricchezza, dieta mediterranea. Elementi che l’Italia, da sempre culla dell’eccellenza nella produzione di olio extravergine, ha bisogno di rafforzare. Nel nostro Paese, al di la’ delle variabilita’ annuali, mai come quest’anno negative, si producono in media circa 300 mila tonnellate di olio di oliva, quando il fabbisogno si aggira tra le 850 e le 900 mila tonnellate. Cio’ significa che c’e’ un importante grande gap produttivo che le aziende sono costrette a colmare acquistando olio dall’estero.
“Con questo progetto – spiega Zefferino Monini, presidente e ad dell’azienda – vogliamo contribuire a promuovere un’olivicoltura di qualita’ che sia italiana fin dall’origine e che sia sostenibile sotto il profilo ambientale, sociale ed economico. L’olivo rappresenta per la nostra famiglia la vita da oltre tre generazioni e con questo progetto vogliamo difendere il nostro futuro e quello di chi verra’ dopo di noi”.