Zelensky denuncia la “formula del terrore”. Kiev cerca di riaccendere centrali
Milano, 24 nov. (askanews) – Sono oggi nove mesi dall’invasione russa dell’Ucraina, cominciata il 24 febbraio, sempre piu’ in bilico sulla possibilita’ di una catastrofe nucleare. La data e’ stata ricordata nel post odierno del presidente ucraino Volodymyr Zelensky denunciando la “formula del terrore” imposta dalle forze armate di Mosca. Zelensky e’ stato particolarmente critico con l’Osce: l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa non e’ stata a suo dire sinora tra le “piattaforme internazionali” impegnate a “trovare le soluzioni necessarie per aiutare a fermare il terrore russo” e “isolare il piu’ possibile lo stato terrorista”. E dopo aver incassato ieri la condanna del Parlamento Ue che ha definito Mosca “stato sponsor del terrorismo”, Zelensky lamenta il fatto che la Russia sieda ancora nell’Assemblea Parlamentare dell’Osce “dopo 9 mesi di continui crimini”.
Lo stesso Zelensky ha denunciato davanti al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite il “crimine contro l’umanita’” perpetrato dalla Russia attaccando le infrastrutture energetiche ucraine. Oggi il Cremlino ha replicato: “L’operazione militare speciale (l’invasione russa, ndr) sta seguendo i suoi obiettivi, non ci sono stati attacchi su infrastrutture civili e si presta particolare attenzione a questo”, cosi’ il portavoce Dmitry Peskov.
Con le temperature che scendono sotto lo zero, le autorita’ di Kiev stanno lavorando per riaccendere le luci e il riscaldamento, sperando di riavviare le tre centrali nucleari nel territorio ucraino al piu’ presto.
Per ora il primo reattore della centrale nucleare ucraina di Khmelnytskyi e’ stato ricollegato alla rete elettrica, dopo che era stato disconnesso per gli attacchi russi che non solo hanno ucciso 10 persone, ma hanno anche spento tutte le centrali nucleari ucraine per la prima volta in 40 anni.
Resta tuttavia una minaccia nucleare senza precedenti: Petro Kotin, capo della societa’ di energia nucleare Energoatom, ha affermato che “esiste un reale pericolo che una catastrofe nucleare e radioattiva sia causata dal fuoco di missili da crociera e balistici russi sull’intero territorio dell’Ucraina e un enorme rischio di danni alle centrali nucleari. La Russia deve rispondere di questo vergognoso crimine” ha detto.
Secondo l’aeronautica ucraina, la Russia ha lanciato ieri circa 70 missili da crociera contro l’Ucraina, 51 dei quali sono stati abbattuti, e ha inviato cinque droni kamkaze. Gli attacchi russi alle infrastrutture ucraine hanno portato a massicce interruzioni di elettricita’ e acqua, in particolare nella capitale Kiev. Il Cremlino tuttavia ha dichiarato: e’ Zelensky che deve “porre fine alle sofferenze” in Ucraina soddisfacendo le richieste di Mosca per risolvere il conflitto.
Cgi/Int14
Nove mesi di guerra, le temperature scendono sotto lo zero e mancano luce e acqua
Milano, 24 nov. (askanews) – Sono oggi nove mesi dall’invasione russa dell’Ucraina, cominciata il 24 febbraio, sempre piu’ in bilico sulla possibilita’ di una catastrofe nucleare. La data e’ stata ricordata nel post odierno del presidente ucraino Volodymyr Zelensky denunciando la “formula del terrore” imposta dalle forze armate di Mosca. Zelensky e’ stato particolarmente critico con l’Osce: l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa non e’ stata a suo dire sinora tra le “piattaforme internazionali” impegnate a “trovare le soluzioni necessarie per aiutare a fermare il terrore russo” e “isolare il piu’ possibile lo stato terrorista”. E dopo aver incassato ieri la condanna del Parlamento Ue che ha definito Mosca “stato sponsor del terrorismo”, Zelensky lamenta il fatto che la Russia sieda ancora nell’Assemblea Parlamentare dell’Osce “dopo 9 mesi di continui crimini”.
Lo stesso Zelensky ha denunciato davanti al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite il “crimine contro l’umanita’” perpetrato dalla Russia attaccando le infrastrutture energetiche ucraine. Oggi il Cremlino ha replicato: “L’operazione militare speciale (l’invasione russa, ndr) sta seguendo i suoi obiettivi, non ci sono stati attacchi su infrastrutture civili e si presta particolare attenzione a questo”, cosi’ il portavoce Dmitry Peskov.
Con le temperature che scendono sotto lo zero, le autorita’ di Kiev stanno lavorando per riaccendere le luci e il riscaldamento, sperando di riavviare le tre centrali nucleari nel territorio ucraino al piu’ presto.
Per ora il primo reattore della centrale nucleare ucraina di Khmelnytskyi e’ stato ricollegato alla rete elettrica, dopo che era stato disconnesso per gli attacchi russi che non solo hanno ucciso 10 persone, ma hanno anche spento tutte le centrali nucleari ucraine per la prima volta in 40 anni.
Resta tuttavia una minaccia nucleare senza precedenti: Petro Kotin, capo della societa’ di energia nucleare Energoatom, ha affermato che “esiste un reale pericolo che una catastrofe nucleare e radioattiva sia causata dal fuoco di missili da crociera e balistici russi sull’intero territorio dell’Ucraina e un enorme rischio di danni alle centrali nucleari. La Russia deve rispondere di questo vergognoso crimine” ha detto.
Secondo l’aeronautica ucraina, la Russia ha lanciato ieri circa 70 missili da crociera contro l’Ucraina, 51 dei quali sono stati abbattuti, e ha inviato cinque droni kamkaze. Gli attacchi russi alle infrastrutture ucraine hanno portato a massicce interruzioni di elettricita’ e acqua, in particolare nella capitale Kiev. Il Cremlino tuttavia ha dichiarato: e’ Zelensky che deve “porre fine alle sofferenze” in Ucraina soddisfacendo le richieste di Mosca per risolvere il conflitto.
Cgi/Int14