L’atleta modenese nella Nazionale dopo 25 anni dal primo “tiro”
Modena, 15 nov. (askanews) – “Nel momento della fase riabilitativa dopo l’infortunio avuto nel 1995 stavo effettuando le terme e passando davanti all’impianto di golf mentre mi recavo tutte le mattine a fare i bagni mi si e’ mossa la curiosita’ di provare”. Per Loris Stradi, modenese di 56 anni, prima ancora di una passione il golf e’ stato un’esigenza di vita: non deprimersi e restare in movimento nonostante le gravi lesioni a seguito di un bruttissimo incidente stradale. Una buca dietro l’altra, dopo 25 anni ha raggiunto uno dei risultati piu’ ambiti, quello di entrare a far parte della Squadra nazionale paralimpica.
“Ho iniziato faticosamente, le mie problematiche fisiche non permettevano di avere un movimento bello, lineare e plastico – spiega Stradi ad Askanews -. Ho avuto la fortuna di incontrare insegnanti che hanno capito quali erano i miei limiti e nonostante tutto, con molta fatica, ho cercato di adattare lo swing al mio problema”.
Il regolamento prevede che gli handicap fisici vengano azzerati. Sul prato verde contano solo gli handicap di gioco oltre naturalmente alla grande attenzione e concentrazione richiesta a tutti.
“Questo handicap di gioco – ricorda il golfista modenese – permette al golf di essere uno degli sport piu’ inclusivi, permette a un giocatore disabile di competere con giocatori normali alla pari”.
L’atleta e’ impiegato amministrativo al Policlinico di Modena. Dopo la convocazione in Nazionale per lui e’ ancora piu’ complicato coniugare l’attivita’ paralimpica e il lavoro.
“Il tempo dedicato agli allenamenti non e’ tantissimo lavorando – ammette Stradi -. Cerco pero’ di utilizzare il tempo che mi rimane dopo il lavoro per dedicarmi il piu’ possibile ai vari tipi di allenamento che questo sport comporta”.
Senza la disabilita’ Stradi non avrebbe mai potuto vestire la maglia della Nazionale Italiana. Da qui il messaggio incoraggiante: “Consiglio a tutti quelli che hanno una disabilita’ di provarci. Poi di sport ce ne sono tanti, ma il golf e’ quello che ti avvicina di piu’ alla normalita’”.
Loris Stradi: io paralimplico, il golf è un’esigenza di vita
Modena, 15 nov. (askanews) – “Nel momento della fase riabilitativa dopo l’infortunio avuto nel 1995 stavo effettuando le terme e passando davanti all’impianto di golf mentre mi recavo tutte le mattine a fare i bagni mi si e’ mossa la curiosita’ di provare”. Per Loris Stradi, modenese di 56 anni, prima ancora di una passione il golf e’ stato un’esigenza di vita: non deprimersi e restare in movimento nonostante le gravi lesioni a seguito di un bruttissimo incidente stradale. Una buca dietro l’altra, dopo 25 anni ha raggiunto uno dei risultati piu’ ambiti, quello di entrare a far parte della Squadra nazionale paralimpica.
“Ho iniziato faticosamente, le mie problematiche fisiche non permettevano di avere un movimento bello, lineare e plastico – spiega Stradi ad Askanews -. Ho avuto la fortuna di incontrare insegnanti che hanno capito quali erano i miei limiti e nonostante tutto, con molta fatica, ho cercato di adattare lo swing al mio problema”.
Il regolamento prevede che gli handicap fisici vengano azzerati. Sul prato verde contano solo gli handicap di gioco oltre naturalmente alla grande attenzione e concentrazione richiesta a tutti.
“Questo handicap di gioco – ricorda il golfista modenese – permette al golf di essere uno degli sport piu’ inclusivi, permette a un giocatore disabile di competere con giocatori normali alla pari”.
L’atleta e’ impiegato amministrativo al Policlinico di Modena. Dopo la convocazione in Nazionale per lui e’ ancora piu’ complicato coniugare l’attivita’ paralimpica e il lavoro.
“Il tempo dedicato agli allenamenti non e’ tantissimo lavorando – ammette Stradi -. Cerco pero’ di utilizzare il tempo che mi rimane dopo il lavoro per dedicarmi il piu’ possibile ai vari tipi di allenamento che questo sport comporta”.
Senza la disabilita’ Stradi non avrebbe mai potuto vestire la maglia della Nazionale Italiana. Da qui il messaggio incoraggiante: “Consiglio a tutti quelli che hanno una disabilita’ di provarci. Poi di sport ce ne sono tanti, ma il golf e’ quello che ti avvicina di piu’ alla normalita’”.