Portavoce per gli Affari interni: per il diritto internazionale
Bruxelles, 3 nov. (askanews) – Soccorrere le persone in difficolta’ in mare e’ “un dovere morale per gli Stati membri”. Lo ha sottolineato a Bruxelles la portavoce per gli Affari interni della Commissione europea, Anita Hipper, rispondendo alle domande dei giornalisti sulle tre navi ong nel Mediterraneo che stanno cercando un porto in Italia o in Francia dove sbarcare circa 1.000 migranti soccorsi in mare.
“Il Mediterraneo – ha detto Hipper – continua a essere una delle rotte migratorie piu’ attive dove ogni giorno i network criminali mettono delle vite a rischio. Seguiamo la situazione da vicino. Secondo le informazioni disponibili, abbiamo visto tre navi con circa mille persone a bordo che hanno chiesto di poter avere un porto di sbarco sicuro”.
“La Commissione – ha continuato la portavoce – non e’ responsabile di queste operazioni, non e’ coinvolta ne’ nel loro coordinamento ne’ nella definizione dei punti di sbarco. Tuttavia, ricordiamo che salvare le vite a rischio in mare e’ un obbligo morale per gli Stati membri secondo il diritto internazionale, indipendentemente dalle circostanze che hanno portato le persone a ritrovarsi in situazione di difficolta’ in mare”, ha concluso.
La Commissione Ue: soccorrere migranti in mare è dovere Stati
Bruxelles, 3 nov. (askanews) – Soccorrere le persone in difficolta’ in mare e’ “un dovere morale per gli Stati membri”. Lo ha sottolineato a Bruxelles la portavoce per gli Affari interni della Commissione europea, Anita Hipper, rispondendo alle domande dei giornalisti sulle tre navi ong nel Mediterraneo che stanno cercando un porto in Italia o in Francia dove sbarcare circa 1.000 migranti soccorsi in mare.
“Il Mediterraneo – ha detto Hipper – continua a essere una delle rotte migratorie piu’ attive dove ogni giorno i network criminali mettono delle vite a rischio. Seguiamo la situazione da vicino. Secondo le informazioni disponibili, abbiamo visto tre navi con circa mille persone a bordo che hanno chiesto di poter avere un porto di sbarco sicuro”.
“La Commissione – ha continuato la portavoce – non e’ responsabile di queste operazioni, non e’ coinvolta ne’ nel loro coordinamento ne’ nella definizione dei punti di sbarco. Tuttavia, ricordiamo che salvare le vite a rischio in mare e’ un obbligo morale per gli Stati membri secondo il diritto internazionale, indipendentemente dalle circostanze che hanno portato le persone a ritrovarsi in situazione di difficolta’ in mare”, ha concluso.