Gli italiani e il sonno: cosa è cambiato durante la pandemia – askanews.it

Gli italiani e il sonno: cosa è cambiato durante la pandemia

Nov 3, 2022
Roma, 3 nov. – La pandemia che volge al termina ha cambiato molti aspetti della nostra vita, anche quelli a cui non si pensa spesso: probabilmente molti hanno riflettuto in questi anni su come il covid abbia influenzato il modo di dormire delle persone.

In realtà, il periodo pandemico insieme alle numerose problematiche, fisiche, sociali, psicologiche, ha portato anche molti cambiamenti in diversi aspetti della nostra vita, sonno compreso.

L’evidenza di questo fenomeno viene confermata da una ricerca effettuata attraverso l’app per smartwatch Samsung Health: i dati raccolti anonimamente, con il pieno consenso degli utenti, hanno dimostrato un generale peggioramento della qualità del sonno, anche a fronte di un leggero aumento del periodo passato dormendo.

Il monitoraggio della durata e della qualità del sonno è oggi più semplice rispetto al passato, perché può essere effettuato con molteplici strumenti: i più usati sono sicuramente gli smartwatch e le smartband, ma recentemente hanno cominciato a diffondersi anche dispositivi che non vanno indossati, come un curioso tappetino smart che va messo sotto il materasso, oppure uno smart display che va posto sul comodino ed effettua il monitoraggio attraverso i sensori ambientali di cui è dotato.

Perché dormire bene è importante. Il riposo è un vero e proprio toccasana per il corpo umano: dormire un numero corretto di ore durante la notte aiuta l’attività celebrale, favorisce la ricostruzione delle cellule danneggiate e l’eliminazione delle tossine accumulate, migliora l’umore e molto altro ancora.

Ma dormire molte ore non equivale a riposare bene. A tal proposito bisogna distinguere due diversi concetti: durata del sonno e qualità del sonno. La durata corrisponde al lasso di tempo che una persona trascorre a letto (compreso il tempo che occorre per prendere sonno); nel valutare la qualità del sonno vengono invece prese in considerazione solamente le ore effettivamente dormite.

Quanto dormono gli italiani. L’Italia si è sempre contraddistinta come una nazione in cui i suoi abitanti dormivano molto e bene. La recente ricerca di Samsung Health ha però dimostrato come con lo scoppio della pandemia, la qualità del sonno sia drasticamente diminuita soprattutto per i più anziani e per le persone di sesso maschile. Rimane invariata invece la durata del sonno, che conferma la tendenza nazionale, rispetto agli altri paesi del globo, ad andare a letto presto e svegliarsi tardi.

Le variazioni registrate, confrontando le abitudini delle persone prima e dopo la pandemia,  sono di entità minima, nell’ordine di qualche minuto, ma poiché rappresentano una media su scala molto vasta, ci dicono che in singole fasce d’età e per per singoli paesi le variazioni possono essere più rilevanti.

Nel complesso, si dorme circa 10 minuti in più al giorno, con una media che è comunque al di sotto delle classiche 8 ore indicate come durata ideale del sonno.

Si va a dormire leggermente più tardi, a mezzanotte, con una leggera variazione anche nell’orario del risveglio, che ora è mediamente alle 7.02.

L’efficacia del sonno è scesa leggermente e si attesta intorno all’87%, un dato comunque abbastanza positivo.

Le abitudini degli altri paesi. Oltre all’Italia, sono state analizzate le abitudini dei popoli di altri 15 paesi del mondo. In tutte queste nazioni è stato registrato un generale aumento della durata del sonno, mentre non sono state rilevate particolari tendenze omogenee per quanto riguarda la qualità.

Gli abitanti di paesi economicamente forti e stabili, come USA, Germania e Francia ad esempio, hanno registrato drastici cali nella qualità del sonno. La corea ha invece registrato un importante aumento in tema di qualità, pur rimanendo al di sotto delle medie globali. Ma il dato più sorprendente è quello relativo all’Argentina: la popolazione sudamericana ha registrato la più alta qualità del sonno dopo l’inizio della pandemia. Al lato opposto della medaglia si trova invece il Vietnam, che è diventato, superando l’Indonesia, il paese con la peggiore qualità del sonno. Restando sempre in America, il Messico è la nazione che ha riscontrato i maggiori cambiamenti negli orari di risveglio e di sonno.

Cosa fare per dormire meglio. Per dormire meglio è fondamentale conoscere il proprio sonno. Gli esperti consigliano ad esempio di affidarsi ad uno smartwatch in grado di monitorare le proprie abitudini e rilevare una serie di valori come pattern di sonno, ossigenazione, presenza di apnee notturne e altro ancora. L’utilità di questi dispositivi sta nella capacità di segnalare eventuali problematiche che devono poi essere affrontate attraverso esami specifici.

Per chi non volesse indossare dispositivi elettronici durante la notte, ora è possibile tenere sotto controllo i comportamenti notturni attraverso gli smart display o con i sensori del telefono, in grado di intercettare i rumori tipici del russare e dei casi di apnea notturna.

In generale, le informazioni che raccogliamo di notte ci possono dire molto su come vivremo di giorno.