Impianti di sci alle prese con gli aumenti dei costi energetici
Modena, 2 nov. (askanews) – Mantenere il pubblico senza far saltare i conti delle aziende. Questa e’ la grande sfida dei comprensori sciistici alla partenza della nuova stagione. L’esplosione dei costi costringe tutti a limare le proprie prestazioni sapendo che non si puo’ pensare di scaricare gli aumenti sulla clientela. Se no si fa harakiri. E allora? Risposte articolate. Come quelle che abbiamo raccolto a Skipass, il salone del turismo e degli sport invernali alla fiera di Modena. Si comincia con i padroni di casa. Il Consorzio Cimone – una delle stazioni piu’ importanti dell’Appennino con i suoi 50 km di piste 20 impianti di risalita e oltre 150 maestri di sci – ha investito 5 milioni di euro per potenziare gli impianti di produzione di neve e per acquistare tre battipista di nuove generazione che consentono di mantenere le piste in perfette condizioni e di sfruttare le nuove tecnologie per conoscere in tempo reale quanta neve si e’ depositata.
“Ci siamo presi sulle spalle questa crisi – spiega il presidente Luciano Magnani -. Abbiamo tenuto i prezzi invariati durante la settimana e fatto un leggero aumento nei festivi e per le feste di Natale”.
In Valle d’Aosta il ritocco al prezzo dei tagliandi giornalieri e’ di appena il 6%, come spiega Davide Vuillermoz presidente di Pila spa. “Siamo pronti. Adesso c’e’ un po’ di isterismo dato dall’incertezza dei costi dell’energia. Non possiamo farci niente, la subiamo. Ci aspettiamo invece che il governo prenda una decisione perche’ non si puo’ andare avanti cosi'”. C’e’ chi ha proposto di tagliare il numero degli impianti e ridurre l’orario per sciare sulle piste. “No, non e’ assolutamente vero – precisa Vuillermoz -. Continueremo nella programmazione che abbiamo sempre. Perche’ abbiamo imprese di tutto rispetto e dietro c’e’ un indotto che aspetta soltanto che noi riapriamo”.
Sulle Dolomiti gli skipass costeranno dal 6 all’8% in piu’. Tutte le localita’ hanno completato le manutenzioni dell’autunno e i bacini per l’innevamento sono pieni. Pronti a partire appena le temperature lo permetteranno. Al Consorzio Skirama Dolomiti Adamello Brenta si incrociano le dita nella speranza di aprire i primi impianti gia’ il 19 novembre. “Dopo Vaia 2018 che ha danneggiato molti impianti e molte piste e’ seguito il dramma della pandemia e la tragedia del Mottarone – ricorda Ivan Pergher, direttore della skiarea Alpe Cimbra, Folgaria e Lavarone -. E’ quindi un periodo difficile che abbiamo affrontato facendo delle innovazioni sugli impianti e soprattutto sul modo di acquistare gli skipass puntando molto sulla tecnologia. Alcune localita’, come l’Alpe Cimbra, permetteranno quest’inverno di acquistarlo sul telefono e senza usare le ski-card di plastica potranno sciare attivando semplicemente il bluetooth con un occhio rivolto alla tutela dell’ambiente”.
Ritocchi al prezzo dello skipass e cannoni neve a basso impatto
Modena, 2 nov. (askanews) – Mantenere il pubblico senza far saltare i conti delle aziende. Questa e’ la grande sfida dei comprensori sciistici alla partenza della nuova stagione. L’esplosione dei costi costringe tutti a limare le proprie prestazioni sapendo che non si puo’ pensare di scaricare gli aumenti sulla clientela. Se no si fa harakiri. E allora? Risposte articolate. Come quelle che abbiamo raccolto a Skipass, il salone del turismo e degli sport invernali alla fiera di Modena. Si comincia con i padroni di casa. Il Consorzio Cimone – una delle stazioni piu’ importanti dell’Appennino con i suoi 50 km di piste 20 impianti di risalita e oltre 150 maestri di sci – ha investito 5 milioni di euro per potenziare gli impianti di produzione di neve e per acquistare tre battipista di nuove generazione che consentono di mantenere le piste in perfette condizioni e di sfruttare le nuove tecnologie per conoscere in tempo reale quanta neve si e’ depositata.
“Ci siamo presi sulle spalle questa crisi – spiega il presidente Luciano Magnani -. Abbiamo tenuto i prezzi invariati durante la settimana e fatto un leggero aumento nei festivi e per le feste di Natale”.
In Valle d’Aosta il ritocco al prezzo dei tagliandi giornalieri e’ di appena il 6%, come spiega Davide Vuillermoz presidente di Pila spa. “Siamo pronti. Adesso c’e’ un po’ di isterismo dato dall’incertezza dei costi dell’energia. Non possiamo farci niente, la subiamo. Ci aspettiamo invece che il governo prenda una decisione perche’ non si puo’ andare avanti cosi'”. C’e’ chi ha proposto di tagliare il numero degli impianti e ridurre l’orario per sciare sulle piste. “No, non e’ assolutamente vero – precisa Vuillermoz -. Continueremo nella programmazione che abbiamo sempre. Perche’ abbiamo imprese di tutto rispetto e dietro c’e’ un indotto che aspetta soltanto che noi riapriamo”.
Sulle Dolomiti gli skipass costeranno dal 6 all’8% in piu’. Tutte le localita’ hanno completato le manutenzioni dell’autunno e i bacini per l’innevamento sono pieni. Pronti a partire appena le temperature lo permetteranno. Al Consorzio Skirama Dolomiti Adamello Brenta si incrociano le dita nella speranza di aprire i primi impianti gia’ il 19 novembre. “Dopo Vaia 2018 che ha danneggiato molti impianti e molte piste e’ seguito il dramma della pandemia e la tragedia del Mottarone – ricorda Ivan Pergher, direttore della skiarea Alpe Cimbra, Folgaria e Lavarone -. E’ quindi un periodo difficile che abbiamo affrontato facendo delle innovazioni sugli impianti e soprattutto sul modo di acquistare gli skipass puntando molto sulla tecnologia. Alcune localita’, come l’Alpe Cimbra, permetteranno quest’inverno di acquistarlo sul telefono e senza usare le ski-card di plastica potranno sciare attivando semplicemente il bluetooth con un occhio rivolto alla tutela dell’ambiente”.