Intervento governo per evitare pronuncia definitiva Consulta
Roma, 31 ott. (askanews) – Con il primo decreto approvato oggi in Consiglio dei ministri si e’ “deciso di intervenire su materia che ci sta particolarmente a cuore, il carcere ostativo”. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nella conferenza stampa al termine del Cdm, in cui ha spiegato i contenuti della norma.
“Da diversi anni e’ previsto che i benefici possano essere concessi nel caso di detenuti per reati di mafia solo nel caso in cui collaborino. Questa norma e’ figlia dell’insegnamento di Falcone e Borsellino. Una norma a lungo osteggiata dalla criminalita’ organizzata, finita nei papelli della mafia. E’ oggetto di un dibattito all’indomani di diverse sentenze in cui si dice che la norma cosi’ come e’ oggi ha dei profili di incostituzionalita’ perche’ non rispetta il principio della rieducazione della pena.
“La Consulta, con una sua sentenza, rimandava al Parlamento. Il Parlamento ci ha lavorato, la Camera ha approvato una norma all’unanimita’ ma per effetto della fine della legislatura non e’ stata approvata anche al Senato. La prossima riunione della Consulta e’ prevista per l’8 novembre e in assenza di una iniziativa ci ritroveremmo inevitabilmente con un pronunciamento definitivo”.
Meloni spiega il decreto approvato sul carcere ostativo
Roma, 31 ott. (askanews) – Con il primo decreto approvato oggi in Consiglio dei ministri si e’ “deciso di intervenire su materia che ci sta particolarmente a cuore, il carcere ostativo”. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nella conferenza stampa al termine del Cdm, in cui ha spiegato i contenuti della norma.
“Da diversi anni e’ previsto che i benefici possano essere concessi nel caso di detenuti per reati di mafia solo nel caso in cui collaborino. Questa norma e’ figlia dell’insegnamento di Falcone e Borsellino. Una norma a lungo osteggiata dalla criminalita’ organizzata, finita nei papelli della mafia. E’ oggetto di un dibattito all’indomani di diverse sentenze in cui si dice che la norma cosi’ come e’ oggi ha dei profili di incostituzionalita’ perche’ non rispetta il principio della rieducazione della pena.
“La Consulta, con una sua sentenza, rimandava al Parlamento. Il Parlamento ci ha lavorato, la Camera ha approvato una norma all’unanimita’ ma per effetto della fine della legislatura non e’ stata approvata anche al Senato. La prossima riunione della Consulta e’ prevista per l’8 novembre e in assenza di una iniziativa ci ritroveremmo inevitabilmente con un pronunciamento definitivo”.