“Il mio e’ un dissenso e una critica politica profonda”
Milano, 26 ott. (askanews) – “C’e’ un dato oggettivo, un vulnus molto grave. Quello che Fi non abbia deciso, tra cinque ministri, di prevedere un ministro al Sud, e della regione piu’ grande, lasciandolo fuori dal Consiglio dei ministri. Un partito che ha preso la maggior parte dei voti proprio qui, doveva trovare lo spazio per una rappresentanza”. Cosi’ Stefano Caldoro, gia’ ministro e presidente di Regione, oggi capo della opposizione di centrodestra in Consiglio regionale della Campania, in una intervista al Mattino.
“Tajani, Bernini e Casellati rappresentano tutti, non si discute. Non si puo’ pensare di territorializzarli. Discorso diverso – ha aggiunto sollecitato sulla presenza degli azzurri al Governo – quando ci sono due ministri eletti nella stessa regione, il Piemonte. Non e’ accettabile”.
“Queste scelte – in riferimento a Picchetto e Zangrillo – le ha fatte Fi, nelle forme che ha ritenuto opportuno. Oggi se ne assume le responsabilita’. Il mio e’ un dissenso e una critica politica profonda. Per quanto mi riguarda ci sono anche motivi personali, ma questi avro’ modo di chiarirli con Berlusconi”.
Sulla domanda circa il futuro ed un eventuale abbandono di Fi: “Si tratta di un dissenso tutto relegato all’ambito politico. Non c’e’ un problema di persone. Ho fatto riferimento a due ministri candidati ed eletti in Piemonte, persone degnissime, ma che sicuramente avevano meno titoli per ragioni politiche, elettorali e geografiche e meno legittimita’ di tante personalita’ del Mezzogiorno con curriculum di rilievo”.
“Sarebbe – ha concluso in relazione ad una domanda sul suo curriculum – farne una questione personale. Certo, vale anche il mio curriculum, cosi’ come vale quello di tanti altri. Parlo in generale del Sud perche’ non esiste che ci siano due ministri della stessa regione”.
Governo: Caldoro: Fi senza ministri al Sud è un vulnus molto grave
Milano, 26 ott. (askanews) – “C’e’ un dato oggettivo, un vulnus molto grave. Quello che Fi non abbia deciso, tra cinque ministri, di prevedere un ministro al Sud, e della regione piu’ grande, lasciandolo fuori dal Consiglio dei ministri. Un partito che ha preso la maggior parte dei voti proprio qui, doveva trovare lo spazio per una rappresentanza”. Cosi’ Stefano Caldoro, gia’ ministro e presidente di Regione, oggi capo della opposizione di centrodestra in Consiglio regionale della Campania, in una intervista al Mattino.
“Tajani, Bernini e Casellati rappresentano tutti, non si discute. Non si puo’ pensare di territorializzarli. Discorso diverso – ha aggiunto sollecitato sulla presenza degli azzurri al Governo – quando ci sono due ministri eletti nella stessa regione, il Piemonte. Non e’ accettabile”.
“Queste scelte – in riferimento a Picchetto e Zangrillo – le ha fatte Fi, nelle forme che ha ritenuto opportuno. Oggi se ne assume le responsabilita’. Il mio e’ un dissenso e una critica politica profonda. Per quanto mi riguarda ci sono anche motivi personali, ma questi avro’ modo di chiarirli con Berlusconi”.
Sulla domanda circa il futuro ed un eventuale abbandono di Fi: “Si tratta di un dissenso tutto relegato all’ambito politico. Non c’e’ un problema di persone. Ho fatto riferimento a due ministri candidati ed eletti in Piemonte, persone degnissime, ma che sicuramente avevano meno titoli per ragioni politiche, elettorali e geografiche e meno legittimita’ di tante personalita’ del Mezzogiorno con curriculum di rilievo”.
“Sarebbe – ha concluso in relazione ad una domanda sul suo curriculum – farne una questione personale. Certo, vale anche il mio curriculum, cosi’ come vale quello di tanti altri. Parlo in generale del Sud perche’ non esiste che ci siano due ministri della stessa regione”.