Alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma la mostra Hot Spot
Roma, 25 ott. (askanews) – Tutto inizia dal grande globo di Mona Hatoum che mappa visivamente i luoghi di conflitto sul nostro pianeta. Il titolo dell’opera, “Hot Spot”, diventa il titolo della mostra che la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma dedica a un ragionamento sull’attualita’ piu’ stringente, tra guerre e crisi climatica, con l’intento, come recita il sottotitolo dell’esposizione, di prendersi cura di un mondo in fiamme.
“Credo che l’arte – ci ha detto il curatore della mostra, Gerardo Mosquera – abbia un ruolo molto importante da giocare in questo disastro planetario che stiamo subendo. E’ uno strumento molto potente da usare per creare consapevolezza, per comunicare e per indirizzare le persone verso azioni per provare a salvare questo pianeta”.
Le opere della collettiva si soffermano sui modi, spesso molto diversi, con i quali si puo’ raccontare la complessita’ del presente: dalla tematica dell’identificazione con l’ambiente in opere di Michelangelo Pistoletto a quella della dominazione dell’uomo sulla natura in John Baldessari. Dal pescatore che abbraccia il pesce che sta uccidendo in un video di Jonathas de Andrade, una delle opere piu’ interessanti e strane in mostra, al video magnetico del duo Ibeyi, che in lingua nigeriana intona una sorta di inno all’acqua dei fiumi.
“In questa mostra – ha aggiunto Mosquera – cerchiamo di presentare artisti che si confrontano con questi temi cruciali, per, in modo indiretto, aprire nuove strade usando gli strumenti dell’arte. Il simbolismo, la poesia: per arrivare a quello che chiamo un attivismo estetico”.
Il punto su cui il visitatore e’ invitato a interrogarsi, probabilmente, e’ proprio legato al modo in cui l’arte contemporanea, con tutte le sue pratiche difformi che spesso rinnegano un’idea di estetica, riesce poi comunque a portarci su un terreno che e’, quanto meno, di confronto con le immagini che definiscono il nostro mondo, collettivo e individuale. E che danno spazio a delle visioni che si scoprono nascere dal profondo, come nel caso degli enormi gorilla di Davide Rivalta che dominano l’ingresso della Galleria Nazionale: apparizioni sospese sopra un’idea di tempo, luogo e storia che e’ nostra e profondamente problematica.
Un mondo in fiamme e le visioni di un attivismo dell’arte
Roma, 25 ott. (askanews) – Tutto inizia dal grande globo di Mona Hatoum che mappa visivamente i luoghi di conflitto sul nostro pianeta. Il titolo dell’opera, “Hot Spot”, diventa il titolo della mostra che la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma dedica a un ragionamento sull’attualita’ piu’ stringente, tra guerre e crisi climatica, con l’intento, come recita il sottotitolo dell’esposizione, di prendersi cura di un mondo in fiamme.
“Credo che l’arte – ci ha detto il curatore della mostra, Gerardo Mosquera – abbia un ruolo molto importante da giocare in questo disastro planetario che stiamo subendo. E’ uno strumento molto potente da usare per creare consapevolezza, per comunicare e per indirizzare le persone verso azioni per provare a salvare questo pianeta”.
Le opere della collettiva si soffermano sui modi, spesso molto diversi, con i quali si puo’ raccontare la complessita’ del presente: dalla tematica dell’identificazione con l’ambiente in opere di Michelangelo Pistoletto a quella della dominazione dell’uomo sulla natura in John Baldessari. Dal pescatore che abbraccia il pesce che sta uccidendo in un video di Jonathas de Andrade, una delle opere piu’ interessanti e strane in mostra, al video magnetico del duo Ibeyi, che in lingua nigeriana intona una sorta di inno all’acqua dei fiumi.
“In questa mostra – ha aggiunto Mosquera – cerchiamo di presentare artisti che si confrontano con questi temi cruciali, per, in modo indiretto, aprire nuove strade usando gli strumenti dell’arte. Il simbolismo, la poesia: per arrivare a quello che chiamo un attivismo estetico”.
Il punto su cui il visitatore e’ invitato a interrogarsi, probabilmente, e’ proprio legato al modo in cui l’arte contemporanea, con tutte le sue pratiche difformi che spesso rinnegano un’idea di estetica, riesce poi comunque a portarci su un terreno che e’, quanto meno, di confronto con le immagini che definiscono il nostro mondo, collettivo e individuale. E che danno spazio a delle visioni che si scoprono nascere dal profondo, come nel caso degli enormi gorilla di Davide Rivalta che dominano l’ingresso della Galleria Nazionale: apparizioni sospese sopra un’idea di tempo, luogo e storia che e’ nostra e profondamente problematica.