Pasta Day, Confagricoltura: sostenere il comparto cerealicolo – askanews.it

Pasta Day, Confagricoltura: sostenere il comparto cerealicolo

Roma, 24 ott. (askanews) – Un alimento accessibile, facile da preparare e che mette d’accordo tutti, ma pochi conoscono il lavoro che c’e’ dietro ad un piatto di pasta, a cominciare dalla materia prima, che si ottiene dalla produzione agricola. Per continuare a produrre cibo eccellente sotto il profilo organolettico e ad elevati standard di qualita’, quali sono i nostri, e’ indispensabile sostenere il comparto cerealicolo italiano, perche’ servono investimenti importanti. Lo sottolinea Confagricoltura in occasione del World Pasta Day che si celebra il 25 ottobre, ribadendo l’importanza di rimettere il comparto cerealicolo al centro dell’agricoltura nazionale. Produzione simbolo del made in Italy, la pasta subisce anch’essa le ripercussioni indirette del clima pazzo e i rincari record dei costi di produzione scatenati dalla crisi energetica conseguente al conflitto Russia-Ucraina – e dunque va salvaguardata. L’Italia e’ infatti il primo Paese produttore di pasta, con 3,6 milioni di tonnellate l’anno, per oltre il 60% esportata. Secondo un’elaborazione del centro Studi di Confagricoltura, la coltivazione di frumento duro nel nostro Paese copre 1,26 milioni di ettari di superficie ed e’ la coltura piu’ estesa in Italia, con una produzione raccolta totale di oltre 3,9 di tonnellate. Tra le regioni con maggiore presenza degli ettari coltivati a grano duro rispettivamente Puglia (344.700 ettari e 688mila t di produzione raccolta); Sicilia 272.405 ettari e 813mila t) e Basilicata (115.236 ettari per 321mila t), spiccano nella “top five” delle regioni italiane di produzione anche Emilia Romagna e Marche che, rispettivamente con 85mila e 90 mila ettari, producono 375mila e 467mila tonnellate di frumento duro. Alla luce della situazione determinata da questo particolare momento storico, e’ essenziale adattare la nostra capacita’ produttiva ai mutamenti climatici, intensificare in modo sostenibile le produzioni tramite investimenti materiali e immateriali affinche’ le imprese italiane producano di piu’ e meglio, per soddisfare consumatori sempre piu’ esigenti, sottolinea Confagricoltura. Ora piu’ che mai, secondo l’Organizzazione agricola, si rende necessario far ricorso alla ricerca ed alle tecnologie ed il settore dei seminativi e’ uno di quelli che puo’ avvantaggiarsi di piu’ dalla innovazione in tutti i campi: dall’agricoltura di precisione al miglioramento genetico di ultima generazione. Sono poi necessari nuovi protocolli per la definizione dei parametri di qualita’, oltre che promuovere e garantire l’adozione di contratti di filiera sempre piu’ chiari e trasparenti, cosi’ da rendere piu’ remunerativa la coltivazione del grano duro per tutti gli operatori. A tal fine e’ stato sviluppato il sistema “FruClass”, ideato dall’Universita’ degli Studi della Tuscia e sostenuto dal Coordinamento Agrinsieme, nell’ambito del protocollo per la valorizzazione del grano duro, siglato con tutte le Organizzazioni della filiera ‘grano duro-pasta’.
Ott 24, 2022

Italia prima per produzione: 3,6 mln ton l’anno, 60% esportata

Roma, 24 ott. (askanews) – Un alimento accessibile, facile da preparare e che mette d’accordo tutti, ma pochi conoscono il lavoro che c’e’ dietro ad un piatto di pasta, a cominciare dalla materia prima, che si ottiene dalla produzione agricola. Per continuare a produrre cibo eccellente sotto il profilo organolettico e ad elevati standard di qualita’, quali sono i nostri, e’ indispensabile sostenere il comparto cerealicolo italiano, perche’ servono investimenti importanti. Lo sottolinea Confagricoltura in occasione del World Pasta Day che si celebra il 25 ottobre, ribadendo l’importanza di rimettere il comparto cerealicolo al centro dell’agricoltura nazionale.

Produzione simbolo del made in Italy, la pasta subisce anch’essa le ripercussioni indirette del clima pazzo e i rincari record dei costi di produzione scatenati dalla crisi energetica conseguente al conflitto Russia-Ucraina – e dunque va salvaguardata. L’Italia e’ infatti il primo Paese produttore di pasta, con 3,6 milioni di tonnellate l’anno, per oltre il 60% esportata.

Secondo un’elaborazione del centro Studi di Confagricoltura, la coltivazione di frumento duro nel nostro Paese copre 1,26 milioni di ettari di superficie ed e’ la coltura piu’ estesa in Italia, con una produzione raccolta totale di oltre 3,9 di tonnellate.

Tra le regioni con maggiore presenza degli ettari coltivati a grano duro rispettivamente Puglia (344.700 ettari e 688mila t di produzione raccolta); Sicilia 272.405 ettari e 813mila t) e Basilicata (115.236 ettari per 321mila t), spiccano nella “top five” delle regioni italiane di produzione anche Emilia Romagna e Marche che, rispettivamente con 85mila e 90 mila ettari, producono 375mila e 467mila tonnellate di frumento duro.

Alla luce della situazione determinata da questo particolare momento storico, e’ essenziale adattare la nostra capacita’ produttiva ai mutamenti climatici, intensificare in modo sostenibile le produzioni tramite investimenti materiali e immateriali affinche’ le imprese italiane producano di piu’ e meglio, per soddisfare consumatori sempre piu’ esigenti, sottolinea Confagricoltura.

Ora piu’ che mai, secondo l’Organizzazione agricola, si rende necessario far ricorso alla ricerca ed alle tecnologie ed il settore dei seminativi e’ uno di quelli che puo’ avvantaggiarsi di piu’ dalla innovazione in tutti i campi: dall’agricoltura di precisione al miglioramento genetico di ultima generazione.

Sono poi necessari nuovi protocolli per la definizione dei parametri di qualita’, oltre che promuovere e garantire l’adozione di contratti di filiera sempre piu’ chiari e trasparenti, cosi’ da rendere piu’ remunerativa la coltivazione del grano duro per tutti gli operatori. A tal fine e’ stato sviluppato il sistema “FruClass”, ideato dall’Universita’ degli Studi della Tuscia e sostenuto dal Coordinamento Agrinsieme, nell’ambito del protocollo per la valorizzazione del grano duro, siglato con tutte le Organizzazioni della filiera ‘grano duro-pasta’.