Ciambriello: su 6.853 detenuti, 1.356 sono tossicodipendenti
Napoli, 24 ott. (askanews) – “Il mondo carcerario campano ha pagato un prezzo alto per la pandemia in termini di vite. L’emergenza Coronavirus ha acuito ulteriormente le gia’ gravi problematiche della realta’ carceraria, a cominciare dal sovraffollamento, ed ha evidenziato la necessita’ di ricorrere a misure alternative al carcere”.
E’ quanto affermato del Garante campano delle persone sottoposte a misura restrittiva della liberta’ personale, Samuele Ciambriello, che ha presentato la Relazione semestrale 2022 sullo stato della detenzione in Campania, in Consiglio regionale. Il tema emergenziale che emerge dalla relazione semestrale e’ quello della tossicodipendenza: su 6.853 detenuti, 1.356 sono tossicodipendenti e il 60% utilizza psicofarmaci. “Il diritto alla salute dei detenuti resta un grave problema, cosi’ come quello del sovraffollamento. Basta pensare che il numero totale dei detenuti presenti nelle carceri della Calabria, 2104, coincide con quello dei soli detenuti nel carcere di Poggioreale”, si legge nella Relazione.
“Per quanto riguarda la sanita’ per i detenuti, essa resta un’altra grande emergenza del sistema carcerario, basta riflettere su un solo dato: per 6.853 detenuti ci sono solo 55 posti letto negli ospedali della Campania – ha aggiunto Ciambriello – occorre intervenire per risolvere questo grave problema, ad esempio spostando, laddove possibile, le prestazioni sanitarie in carcere. In generale, puntare sulle misure alternative al carcere e sulla depenalizzazione, su un modello che limita il carcere solo ai casi piu’ gravi e che lo finalizza alla inclusione sociale”. “Il Pnrr prevede notevoli fondi assegnati alle carceri, una circostanza positiva che, pero’, in assenza di una programmazione, rischia di essere vanificata, inoltre, i 14 milioni del Provveditorato delle opere pubbliche inspiegabilmente non sono stati impiegati, come previsto, per il carcere di Poggioreale – ha proseguito Ciambriello – serve puntare sulle misure alternative alla detenzione e su una maggiora presenza di personale di supporto, volontari ed operatori, che possano contribuire allo svolgimento di quelle attivita’ che sono fondamentali per il reinserimento sociale dei detenuti”. (segue)
Carceri, relazione garante Campania: dramma affollamento e droga
Napoli, 24 ott. (askanews) – “Il mondo carcerario campano ha pagato un prezzo alto per la pandemia in termini di vite. L’emergenza Coronavirus ha acuito ulteriormente le gia’ gravi problematiche della realta’ carceraria, a cominciare dal sovraffollamento, ed ha evidenziato la necessita’ di ricorrere a misure alternative al carcere”.
E’ quanto affermato del Garante campano delle persone sottoposte a misura restrittiva della liberta’ personale, Samuele Ciambriello, che ha presentato la Relazione semestrale 2022 sullo stato della detenzione in Campania, in Consiglio regionale. Il tema emergenziale che emerge dalla relazione semestrale e’ quello della tossicodipendenza: su 6.853 detenuti, 1.356 sono tossicodipendenti e il 60% utilizza psicofarmaci. “Il diritto alla salute dei detenuti resta un grave problema, cosi’ come quello del sovraffollamento. Basta pensare che il numero totale dei detenuti presenti nelle carceri della Calabria, 2104, coincide con quello dei soli detenuti nel carcere di Poggioreale”, si legge nella Relazione.
“Per quanto riguarda la sanita’ per i detenuti, essa resta un’altra grande emergenza del sistema carcerario, basta riflettere su un solo dato: per 6.853 detenuti ci sono solo 55 posti letto negli ospedali della Campania – ha aggiunto Ciambriello – occorre intervenire per risolvere questo grave problema, ad esempio spostando, laddove possibile, le prestazioni sanitarie in carcere. In generale, puntare sulle misure alternative al carcere e sulla depenalizzazione, su un modello che limita il carcere solo ai casi piu’ gravi e che lo finalizza alla inclusione sociale”. “Il Pnrr prevede notevoli fondi assegnati alle carceri, una circostanza positiva che, pero’, in assenza di una programmazione, rischia di essere vanificata, inoltre, i 14 milioni del Provveditorato delle opere pubbliche inspiegabilmente non sono stati impiegati, come previsto, per il carcere di Poggioreale – ha proseguito Ciambriello – serve puntare sulle misure alternative alla detenzione e su una maggiora presenza di personale di supporto, volontari ed operatori, che possano contribuire allo svolgimento di quelle attivita’ che sono fondamentali per il reinserimento sociale dei detenuti”. (segue)