“CambiamoAgricoltura”: cosa vuol fare nuovo governo sul glifosato? – askanews.it

“CambiamoAgricoltura”: cosa vuol fare nuovo governo sul glifosato?

Milano, 20 ott. (askanews) – “Ci chiediamo quale sara’ la posizione italiana: il voto sul rinnovo del glifosato sara’ l’indicatore della reale volonta’ del nuovo governo di dimostrare il suo impegno per la transizione ecologica della nostra agricoltura e di garantire la tutela della salute dei cittadini prima degli interessi privati delle potenti lobby dell’agrochimica”. E’ la domanda che si pongono le associazioni della Coalizione #CambiamoAgricoltura”, che esortano il nuovo esecutivo a non prolungare l’autorizzazione fino alla fine del 2023 all’erbicida piu’ utilizzato al mondo e di cui “numerose pubblicazioni scientifiche confermano il rischio per la salute umana e per l’ambiente”. Lo scorso 14 ottobre, “con un clamoroso cambio di rotta rispetto al voto contrario espresso nel 2017”, l’Italia aveva espresso voto favorevole alla proroga, mentre Francia, Germania e Slovenia si erano astenuti facendo mancare la maggioranza qualificata ed era cosi’ slittata di un altro mese la decisione del “Comitato permanente per le piante, gli animali, gli alimenti e i mangimi” (Paff) dell’Unione Europea per la proroga di un anno dell’autorizzazione all’uso del glifosato in scadenza il prossimo 15 dicembre. La richiesta di una proroga di un anno era stata determinata dalla situazione di stallo creatasi dalla dichiarazione di Efsa di chiedeva altri mesi (fino a giugno del prossimo anno) per completare la sua valutazione scientifica al fine di decidere sul possibile rinnovo o sul divieto totale e definitivo. “Dopo il nulla di fatto a causa della mancata maggioranza qualificata (sebbene, purtroppo, la maggioranza degli Stati membri abbia sostenuto la proposta), la DG Sante della Commissione Ue aveva annunciato l’intenzione di ripresentare al piu’ presto la sua proposta di proroga al Comitato d’appello, senza specificare pero’ una data, invitando gli Stati membri che si sono opposti alla proposta o si sono astenuti a riconsiderare la loro posizione” precisa la Coalizione, ricordando che “il prossimo Paff sui fitofarmaci e’ previsto per l’8-9 dicembre e non ci sarebbero i tempi tecnici per formalizzare la proroga dell’autorizzazione, potrebbe per questo essere programmata un’altra riunione a novembre per evitare l’automatico divieto dell’uso del glifosato dopo il 15 dicembre”. La Coalizione “#CambiamoAgricoltura”, che riunisce oltre 90 sigle della societa’ civile, spiega infine che “i numerosi studi sugli effetti nocivi sulla salute dell’uomo ed ecotossicologici del glifosato giustificherebbero l’immediato divieto totale del suo utilizzo in agricoltura, in coerenza con gli obiettivi di riduzione dell’uso e del rischio dei pesticidi entro il 2030 indicato dal Green Deal europeo”. Nel frattempo, il governo federale tedesco ha gia’ deciso con una specifica legge di vietare l’uso del glifosato in Germania entro il 1 gennaio 2024. Francia e Austria hanno intrapreso un percorso simile, mentre il Lussemburgo e’ stato il primo Paese dell’UE a vietare il controverso erbicida dal 31 dicembre 2020.
Ott 20, 2022

Coalizione preoccupata dopo il si’ alla proroga del 14 ottobre scorso

Milano, 20 ott. (askanews) – “Ci chiediamo quale sara’ la posizione italiana: il voto sul rinnovo del glifosato sara’ l’indicatore della reale volonta’ del nuovo governo di dimostrare il suo impegno per la transizione ecologica della nostra agricoltura e di garantire la tutela della salute dei cittadini prima degli interessi privati delle potenti lobby dell’agrochimica”. E’ la domanda che si pongono le associazioni della Coalizione #CambiamoAgricoltura”, che esortano il nuovo esecutivo a non prolungare l’autorizzazione fino alla fine del 2023 all’erbicida piu’ utilizzato al mondo e di cui “numerose pubblicazioni scientifiche confermano il rischio per la salute umana e per l’ambiente”.

Lo scorso 14 ottobre, “con un clamoroso cambio di rotta rispetto al voto contrario espresso nel 2017”, l’Italia aveva espresso voto favorevole alla proroga, mentre Francia, Germania e Slovenia si erano astenuti facendo mancare la maggioranza qualificata ed era cosi’ slittata di un altro mese la decisione del “Comitato permanente per le piante, gli animali, gli alimenti e i mangimi” (Paff) dell’Unione Europea per la proroga di un anno dell’autorizzazione all’uso del glifosato in scadenza il prossimo 15 dicembre.

La richiesta di una proroga di un anno era stata determinata dalla situazione di stallo creatasi dalla dichiarazione di Efsa di chiedeva altri mesi (fino a giugno del prossimo anno) per completare la sua valutazione scientifica al fine di decidere sul possibile rinnovo o sul divieto totale e definitivo. “Dopo il nulla di fatto a causa della mancata maggioranza qualificata (sebbene, purtroppo, la maggioranza degli Stati membri abbia sostenuto la proposta), la DG Sante della Commissione Ue aveva annunciato l’intenzione di ripresentare al piu’ presto la sua proposta di proroga al Comitato d’appello, senza specificare pero’ una data, invitando gli Stati membri che si sono opposti alla proposta o si sono astenuti a riconsiderare la loro posizione” precisa la Coalizione, ricordando che “il prossimo Paff sui fitofarmaci e’ previsto per l’8-9 dicembre e non ci sarebbero i tempi tecnici per formalizzare la proroga dell’autorizzazione, potrebbe per questo essere programmata un’altra riunione a novembre per evitare l’automatico divieto dell’uso del glifosato dopo il 15 dicembre”.

La Coalizione “#CambiamoAgricoltura”, che riunisce oltre 90 sigle della societa’ civile, spiega infine che “i numerosi studi sugli effetti nocivi sulla salute dell’uomo ed ecotossicologici del glifosato giustificherebbero l’immediato divieto totale del suo utilizzo in agricoltura, in coerenza con gli obiettivi di riduzione dell’uso e del rischio dei pesticidi entro il 2030 indicato dal Green Deal europeo”.

Nel frattempo, il governo federale tedesco ha gia’ deciso con una specifica legge di vietare l’uso del glifosato in Germania entro il 1 gennaio 2024. Francia e Austria hanno intrapreso un percorso simile, mentre il Lussemburgo e’ stato il primo Paese dell’UE a vietare il controverso erbicida dal 31 dicembre 2020.