La fotografia nel Report ActionAid "Cresciuti troppo in fretta"
Milano, 17 ott. (askanews) – La poverta’ alimentare, vale a dire l’incapacita’ ad accedere ad alimenti sicuri, nutrienti e percio’ adeguati dal punto di vista qualititativo e quantitativo, e’ un fenomeno molto difficile da "misurare" in Italia. Secondo l’Eurostat gli italiani gli italiani in condizioni di poverta’ alimentare ammonterebbero al 9% della popolazione, con punte superiori al 15% al Sud, mentre il Fondo Europeo di Aiuto agli Indigenti indica in oltre 2 milioni e 800 mila il numero di persone che beneficiano di aiuti alimentari.
Ma per ActionAid questi sono numeri che raccontano solo una parte della reale portata del problema: "Oggi in Italia ci sono delle stime che approssimano l’intensita’ e la diffusione del fenomeno. Purtroppo non sono in grado di coglierlo nella loro complessita’ – spiega Roberto Sensi, Responsabile Programma Poverta’ alimentare ActionAid Italia -. I numeri ad esempio che vengono forniti dalle associazioni del Terzo Settore che distribuiscono i pacchi alimentari a nostro avviso sono solo la punta dell’iceberg di un problema molto piu’ diffuso".
Gli effetti sociali e psicologici sono pesanti e impattano soprattutto sulla vita dei piu’ giovani, come emerge dalla fotografia scattata dal Rapporto "Cresciuti troppo in fretta" messo a punto da ActionAid.
"Gli elementi che emergono dall’indagine li possiamo riassumere in tre parole: consapevolezza, rinuncia e speranza. I ragazzi sono consapevoli della condizione di difficolta’ che vivono i propri genitori e spesso per loro ad esempio rinunciare ai propri desideri e’ un modo di contribuire alla soluzione del problema – evidenzia ancora Sensi -. Tutto questo genera sentimenti di tristezza e di frustrazione ai quali pero’ i ragazzi rispondono con consapevolezza e con speranza per il futuro".
Il racconto dei ragazzi: "Chiedo a mamma sempre, certe volte di mangiare al Mc ma no, non posso perche’ mancano i soldi. Quindi le ogni volta mi dice di no, quando glielo chiedo, e quindi le dico va bene. Poi basta, rinuncio a chiederglielo".
"Da una parte ti senti un po’ esclusa, non perche’ mi facciano sentire esclusa i miei amici o i miei compagni, ma proprio perche’ ti senti emotivamente che devi fare la forte pero’ dentro sai che non sei cosi’".
"Ti senti diversa dagli altri pero’ dall’altra parte cerchi sempre di mettere da parte queste emozioni e dire io ce la faccio e quindi di andare avanti".
Voltare pagina e’ possibile, secondo ActionAid, ma la risposta deve essere prima di tutto politica: "Purtroppo oggi la poverta’ alimentare minorile non e’ una priorita’ nell’agenda delle istituzioni sia a livello nazionale che territoriale – denuncia Sensi -. Serve rafforzare gli strumenti di sostegno al reddito, estendere i meccanismi di protezione sociale soprattutto per quelle fasce di popolazione piu’ esposte che sono ad esempio i minori e gli stranieri. E poi serve migliorare l’accesso ai servizi alcuni dei quali dovrebbero essere considerati come essenziali".
Povertà alimentare, ecco gli effetti sulla vita dei più giovani
Milano, 17 ott. (askanews) – La poverta’ alimentare, vale a dire l’incapacita’ ad accedere ad alimenti sicuri, nutrienti e percio’ adeguati dal punto di vista qualititativo e quantitativo, e’ un fenomeno molto difficile da "misurare" in Italia. Secondo l’Eurostat gli italiani gli italiani in condizioni di poverta’ alimentare ammonterebbero al 9% della popolazione, con punte superiori al 15% al Sud, mentre il Fondo Europeo di Aiuto agli Indigenti indica in oltre 2 milioni e 800 mila il numero di persone che beneficiano di aiuti alimentari.
Ma per ActionAid questi sono numeri che raccontano solo una parte della reale portata del problema: "Oggi in Italia ci sono delle stime che approssimano l’intensita’ e la diffusione del fenomeno. Purtroppo non sono in grado di coglierlo nella loro complessita’ – spiega Roberto Sensi, Responsabile Programma Poverta’ alimentare ActionAid Italia -. I numeri ad esempio che vengono forniti dalle associazioni del Terzo Settore che distribuiscono i pacchi alimentari a nostro avviso sono solo la punta dell’iceberg di un problema molto piu’ diffuso".
Gli effetti sociali e psicologici sono pesanti e impattano soprattutto sulla vita dei piu’ giovani, come emerge dalla fotografia scattata dal Rapporto "Cresciuti troppo in fretta" messo a punto da ActionAid.
"Gli elementi che emergono dall’indagine li possiamo riassumere in tre parole: consapevolezza, rinuncia e speranza. I ragazzi sono consapevoli della condizione di difficolta’ che vivono i propri genitori e spesso per loro ad esempio rinunciare ai propri desideri e’ un modo di contribuire alla soluzione del problema – evidenzia ancora Sensi -. Tutto questo genera sentimenti di tristezza e di frustrazione ai quali pero’ i ragazzi rispondono con consapevolezza e con speranza per il futuro".
Il racconto dei ragazzi: "Chiedo a mamma sempre, certe volte di mangiare al Mc ma no, non posso perche’ mancano i soldi. Quindi le ogni volta mi dice di no, quando glielo chiedo, e quindi le dico va bene. Poi basta, rinuncio a chiederglielo".
"Da una parte ti senti un po’ esclusa, non perche’ mi facciano sentire esclusa i miei amici o i miei compagni, ma proprio perche’ ti senti emotivamente che devi fare la forte pero’ dentro sai che non sei cosi’".
"Ti senti diversa dagli altri pero’ dall’altra parte cerchi sempre di mettere da parte queste emozioni e dire io ce la faccio e quindi di andare avanti".
Voltare pagina e’ possibile, secondo ActionAid, ma la risposta deve essere prima di tutto politica: "Purtroppo oggi la poverta’ alimentare minorile non e’ una priorita’ nell’agenda delle istituzioni sia a livello nazionale che territoriale – denuncia Sensi -. Serve rafforzare gli strumenti di sostegno al reddito, estendere i meccanismi di protezione sociale soprattutto per quelle fasce di popolazione piu’ esposte che sono ad esempio i minori e gli stranieri. E poi serve migliorare l’accesso ai servizi alcuni dei quali dovrebbero essere considerati come essenziali".