Dopo l’insediamento delle Camere si pensa al nuovo governo – askanews.it

Dopo l’insediamento delle Camere si pensa al nuovo governo

Roma, 13 ott. (askanews) – E’ partita oggi ufficialmente la diciannovesima legislatura. Il nuovo Parlamento, dimezzato dalla recente riforma, sara’ composto da 400 deputati e 200 senatori. L’Assemblea di Montecitorio e’ presieduta, come da regolamento, all’apertura di ogni legislatura, dal piu’ “anziano” ossia quello che ha svolto piu’ a lungo il ruolo di vicepresidente nella legislatura precedente, in questo caso si tratta di Ettore Rosato. Per il Senato vale la regola invece che a presiedere la prima seduta sia il senatore piu’ anziano, in questo caso si tratta della senatrice a vita Liliana Segre (visto che Giorgio Napolitano ha rinunciato). L’elezione del presidente della Camera avviene per scrutinio segreto a maggioranza dei due terzi dei componenti (cioe’ 266), dal secondo scrutinio e’ richiesta la maggioranza dei due terzi dei voti calcolando tra i voti anche le schede bianche. Per la prima seduta, domani, sono previste tre votazioni: alle 10,30, alle 14 e alle 17. Dopo il terzo scrutinio a Montecitorio e’ sufficiente la maggioranza assoluta dei voti, ossia 200 +1. Il centrodestra alla Camera ha 235 deputati, questo vuol dire che presumibilmente alla quarta votazione (dunque, venerdi’) verra’ eletto il nuovo presidente. Per il Senato alla prima e seconda votazione e’ richiesta la maggioranza assoluta dei voti dei componenti, cioe’ 104 in quanto il plenum di Palazzo Madama comprende anche i senatori a vita ed e’ di 206. Il centrodestra al Senato ha 115 senatori, quindi potrebbe eleggere il presidente al primo scrutinio. Se cosi’ non fosse, dal giorno successivo si procede ad una terza votazione nella quale e’ sufficiente la maggioranza assoluta dei voti dei presenti, comprese le schede bianche. Nella prima seduta, oltre all’elezione del presidente, si procede all’elezione di quattro vicepresidenti, di tre Questori e di otto segretari che andranno a costituire l’Ufficio di Presidenza provvisorio e della Giunta delle elezioni provvisoria per la proclamazione dei deputati subentranti. Le procedure dei due rami del Parlamento non sono del tutto identiche. Infatti a Montecitorio il regolamento prevede che i deputati abbiano 48 ore per dichiarare al segretario generale della Camera a quale Gruppo appartengono, mentre al Senato i giorni a disposizione sono tre. A Palazzo Madama inoltre e’ stata approvata proprio sul finire della legislatura, il 27 luglio scorso, una riforma del regolamento che introduce delle novita’ legate principalmente al taglio dei senatori che ha richiesto una modifica dei quorum richiesti e del numero delle commissioni, ridotte da 14 a 10. Inoltre per costituire un gruppo parlamentare alla Camera occorre un numero minimo di venti deputati, al Senato ne bastano 6. Entro quattro giorni dalla prima seduta (quindi presumibilmente lunedi’ 17 ottobre) a Montecitorio il nuovo presidente convochera’ i gruppi che devono nominare i loro vertici, presidente, uno o piu’ vicepresidenti e un comitato direttivo. A Palazzo Madama il regolamento stabilisce che la convocazione delle assemblee dei gruppi per l’elezione del proprio presidente avvenga “entro sette giorni dalla prima seduta” (quindi entro il 20 ottobre). Questi i primi passaggi fondamentali per far partire la legislatura. I presidenti dei gruppi, infatti, partecipano alle consultazioni al Quirinale per la formazione del nuovo governo. A sentire i rumors dei Palazzi questi adempimenti potrebbero essere abbreviati per consentire il via alle consultazioni gia’ il 19 o il 20 ottobre. Non saranno consultazioni particolarmente lunghe visto il risultato piu’ che chiaro del voto e anche perche’ i gruppi che si presenteranno al Quirinale non saranno piu’ di 5. Il centrodestra si presentera’ probabilmente con una delegazione unica, gli altri sono Pd-Democratici e Progressisti, M5s, Azione-Italia viva, Svp. L’incarico di formare il nuovo governo al presidente del Consiglio (a meno di sorprese sara’ Giorgia Meloni), potrebbe arrivare dal 22, comunque non prima che il premier uscente Mario Draghi faccia ritorno dal Consiglio europeo. A quel punto sara’ la premier incaricata a fare le sue consultazioni con le forze politiche ed eventualmente le parti sociali per poi risalire dal presidente della Repubblica per sciogliere la riserva e presentare la lista dei ministri. Se il timing fosse questo, il nuovo governo potrebbe giurare al Quirinale il 24 ottobre. Anche se in quella data Sergio Mattarella ricevera’ per una colazione di lavoro il presidente della Repubblica Francese Emmanuel Macron. L’esecutivo, prescrive la Costituzione, dovra’ presentarsi poi alle Camere per ottenerne la fiducia entro dieci giorni dalla sua formazione. Gal/Int13
Ott 13, 2022

Consultazioni al Colle il 19 o il 20 per la formazione dell’esecutivo

Roma, 13 ott. (askanews) – E’ partita oggi ufficialmente la diciannovesima legislatura. Il nuovo Parlamento, dimezzato dalla recente riforma, sara’ composto da 400 deputati e 200 senatori.

L’Assemblea di Montecitorio e’ presieduta, come da regolamento, all’apertura di ogni legislatura, dal piu’ “anziano” ossia quello che ha svolto piu’ a lungo il ruolo di vicepresidente nella legislatura precedente, in questo caso si tratta di Ettore Rosato. Per il Senato vale la regola invece che a presiedere la prima seduta sia il senatore piu’ anziano, in questo caso si tratta della senatrice a vita Liliana Segre (visto che Giorgio Napolitano ha rinunciato).

L’elezione del presidente della Camera avviene per scrutinio segreto a maggioranza dei due terzi dei componenti (cioe’ 266), dal secondo scrutinio e’ richiesta la maggioranza dei due terzi dei voti calcolando tra i voti anche le schede bianche. Per la prima seduta, domani, sono previste tre votazioni: alle 10,30, alle 14 e alle 17. Dopo il terzo scrutinio a Montecitorio e’ sufficiente la maggioranza assoluta dei voti, ossia 200 +1. Il centrodestra alla Camera ha 235 deputati, questo vuol dire che presumibilmente alla quarta votazione (dunque, venerdi’) verra’ eletto il nuovo presidente.

Per il Senato alla prima e seconda votazione e’ richiesta la maggioranza assoluta dei voti dei componenti, cioe’ 104 in quanto il plenum di Palazzo Madama comprende anche i senatori a vita ed e’ di 206. Il centrodestra al Senato ha 115 senatori, quindi potrebbe eleggere il presidente al primo scrutinio. Se cosi’ non fosse, dal giorno successivo si procede ad una terza votazione nella quale e’ sufficiente la maggioranza assoluta dei voti dei presenti, comprese le schede bianche.

Nella prima seduta, oltre all’elezione del presidente, si procede all’elezione di quattro vicepresidenti, di tre Questori e di otto segretari che andranno a costituire l’Ufficio di Presidenza provvisorio e della Giunta delle elezioni provvisoria per la proclamazione dei deputati subentranti.

Le procedure dei due rami del Parlamento non sono del tutto identiche. Infatti a Montecitorio il regolamento prevede che i deputati abbiano 48 ore per dichiarare al segretario generale della Camera a quale Gruppo appartengono, mentre al Senato i giorni a disposizione sono tre.

A Palazzo Madama inoltre e’ stata approvata proprio sul finire della legislatura, il 27 luglio scorso, una riforma del regolamento che introduce delle novita’ legate principalmente al taglio dei senatori che ha richiesto una modifica dei quorum richiesti e del numero delle commissioni, ridotte da 14 a 10.

Inoltre per costituire un gruppo parlamentare alla Camera occorre un numero minimo di venti deputati, al Senato ne bastano 6.

Entro quattro giorni dalla prima seduta (quindi presumibilmente lunedi’ 17 ottobre) a Montecitorio il nuovo presidente convochera’ i gruppi che devono nominare i loro vertici, presidente, uno o piu’ vicepresidenti e un comitato direttivo. A Palazzo Madama il regolamento stabilisce che la convocazione delle assemblee dei gruppi per l’elezione del proprio presidente avvenga “entro sette giorni dalla prima seduta” (quindi entro il 20 ottobre).

Questi i primi passaggi fondamentali per far partire la legislatura. I presidenti dei gruppi, infatti, partecipano alle consultazioni al Quirinale per la formazione del nuovo governo. A sentire i rumors dei Palazzi questi adempimenti potrebbero essere abbreviati per consentire il via alle consultazioni gia’ il 19 o il 20 ottobre.

Non saranno consultazioni particolarmente lunghe visto il risultato piu’ che chiaro del voto e anche perche’ i gruppi che si presenteranno al Quirinale non saranno piu’ di 5. Il centrodestra si presentera’ probabilmente con una delegazione unica, gli altri sono Pd-Democratici e Progressisti, M5s, Azione-Italia viva, Svp.

L’incarico di formare il nuovo governo al presidente del Consiglio (a meno di sorprese sara’ Giorgia Meloni), potrebbe arrivare dal 22, comunque non prima che il premier uscente Mario Draghi faccia ritorno dal Consiglio europeo. A quel punto sara’ la premier incaricata a fare le sue consultazioni con le forze politiche ed eventualmente le parti sociali per poi risalire dal presidente della Repubblica per sciogliere la riserva e presentare la lista dei ministri. Se il timing fosse questo, il nuovo governo potrebbe giurare al Quirinale il 24 ottobre. Anche se in quella data Sergio Mattarella ricevera’ per una colazione di lavoro il presidente della Repubblica Francese Emmanuel Macron.

L’esecutivo, prescrive la Costituzione, dovra’ presentarsi poi alle Camere per ottenerne la fiducia entro dieci giorni dalla sua formazione.

Gal/Int13