Problemi visivi: nel mondo 1 su 2 non ha accesso a cure oculistiche – askanews.it

Problemi visivi: nel mondo 1 su 2 non ha accesso a cure oculistiche

Milano, 11 ott. (askanews) – Nel mondo 1 persona su 2 che ha problemi visivi non ha la possibilita’ di accedere ai servizi oculistici. Sono nel complesso oltre 1 miliardo di persone, concentrate soprattutto nei Paesi in via di Sviluppo. Entro il 2050 questa cifra salira’ a 1,8 miliardi – secondo la stima del World Report on Vision OMS e la Lancet Global Health Commission – a causa dell’invecchiamento della popolazione e del cambiamento degli stili di vita. Ma il 90% di tutti disturbi visivi sono prevenibili e curabili. Questi i dati che CBM Italia – organizzazione umanitaria impegnata nella prevenzione e cura della cecita’ e della disabilita’ evitabili e nell’inclusione delle persone con disabilita’ nel Sud del mondo e in Italia – rilancia in occasione della Giornata Mondiale della Vista, che si celebra il prossimo 13 ottobre, come ogni anno il secondo giovedi’ di ottobre per aumentare la consapevolezza e focalizzare l’attenzione globale sulla cecita’ e i problemi della vista. Condividendo questo obiettivo, CBM Italia lancia la campagna di sensibilizzazione “Fuori dall’ombra, per il diritto di vedere ed essere visti” che nel concreto si traduce nel garantire cure oculistiche a oltre 1 milione di persone in 1 anno in 9 Paesi del Sud del mondo, grazie a progetti con un approccio integrato che comprende prevenzione, cura e riabilitazione delle disabilita’ visive e inclusione nella comunita’. Ne sono un esempio i progetti in Kenya e in Uganda. In Kenya – dove il 15,5% della popolazione soffre di disabilita’ visive a causa di problemi come la cataratta e di errori refrattivi non corretti come la miopia – CBM ha avviato un ampio progetto di prevenzione della cecita’ evitabile per raggiungere in particolare coloro che vivono nelle comunita’ piu’ remote, con grandi difficolta’ ad accedere alle cure di cui hanno bisogno. Con l’obiettivo in 4 anni di fornire un accesso inclusivo a servizi oculistici pubblici di qualita’ in 8 Contee del Kenya, il progetto si basa sulla tecnologia Peek Vision, un’applicazione per smartphone che permette di effettuare screening visivi nelle comunita’ e quindi di censire i pazienti, creando un database indispensabile per continuare a monitorarli nel tempo. Uno strumento importante di supporto al sistema sanitario, per fare in modo che nessuno venga escluso: un mezzo per “far uscire dall’ombra” cioe’ per rendere visibili le persone bisognose di cure oculistiche che prima erano del tutto invisibili. Anche in Uganda molte persone rischiano di diventare cieche per mancanza di mezzi e servizi non accessibili. Nel complesso sono 1,2 milioni le persone con problemi visivi, ma ben il 75% dei casi sono prevenibili e curabili. Nel nord del Paese, dove l’incidenza della disabilita’ visiva registra numeri piu’ alti, CBM ha avviato la costruzione di un plesso chirurgico presso l’ospedale St. Joseph in grado di erogare cure diagnostiche, trattamenti specialistici e chirurgie a oltre 76mila pazienti entro la fine del progetto. La costruzione fa parte di un ampio intervento triennale volto a migliorare l’accesso e la qualita’ dei servizi oculistici sia presso le comunita’ sia all’interno delle strutture ospedaliere nei distretti di Kitgum, Lamwo e Arua (sub regioni di Acholi e West Nile, Nord Uganda). I lavori in corso, che si stanno realizzando anche secondo criteri di sostenibilita’ ambientale, termineranno a fine anno. L’intervento di CBM, in accordo con il Ministero della Salute ugandese e con il sostegno di AICS (Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo), comprende anche la formazione di medici e personale sanitario e l’equipaggiamento delle cliniche mobili nelle comunita’ piu’ lontane. “In Kenya, come in Uganda, come in tutti gli altri Paesi del Sud del mondo dove siamo presenti, e’ un nostro impegno garantire che nessuno venga lasciato indietro quando si parla di salute della vista. Noi lavoriamo ogni giorno per migliorare la situazione delle persone con disabilita’ visive e per garantire un’assistenza oculistica efficace a chi ne ha bisogno”, spiega Massimo Maggio, direttore di CBM Italia, soffermandosi sul divario esistente tra i Paesi del mondo a livello economico e sanitario: “Nei Paesi in via di sviluppo esiste un ciclo che lega poverta’ e disabilita’: quando vivi in poverta’ non puoi accedere alle cure o all’assistenza di cui hai bisogno, per questo rischi di sviluppare una disabilita’; e quando hai una disabilita’ rischi maggiormente di diventare povero. Questo ciclo va spezzato, perche’ tutti hanno il diritto di vedere ed essere visti”.
Ott 11, 2022

La campagna di CBM Italia: assistenza a oltre 1 mln di persone

Milano, 11 ott. (askanews) – Nel mondo 1 persona su 2 che ha problemi visivi non ha la possibilita’ di accedere ai servizi oculistici. Sono nel complesso oltre 1 miliardo di persone, concentrate soprattutto nei Paesi in via di Sviluppo. Entro il 2050 questa cifra salira’ a 1,8 miliardi – secondo la stima del World Report on Vision OMS e la Lancet Global Health Commission – a causa dell’invecchiamento della popolazione e del cambiamento degli stili di vita. Ma il 90% di tutti disturbi visivi sono prevenibili e curabili. Questi i dati che CBM Italia – organizzazione umanitaria impegnata nella prevenzione e cura della cecita’ e della disabilita’ evitabili e nell’inclusione delle persone con disabilita’ nel Sud del mondo e in Italia – rilancia in occasione della Giornata Mondiale della Vista, che si celebra il prossimo 13 ottobre, come ogni anno il secondo giovedi’ di ottobre per aumentare la consapevolezza e focalizzare l’attenzione globale sulla cecita’ e i problemi della vista. Condividendo questo obiettivo, CBM Italia lancia la campagna di sensibilizzazione “Fuori dall’ombra, per il diritto di vedere ed essere visti” che nel concreto si traduce nel garantire cure oculistiche a oltre 1 milione di persone in 1 anno in 9 Paesi del Sud del mondo, grazie a progetti con un approccio integrato che comprende prevenzione, cura e riabilitazione delle disabilita’ visive e inclusione nella comunita’. Ne sono un esempio i progetti in Kenya e in Uganda.

In Kenya – dove il 15,5% della popolazione soffre di disabilita’ visive a causa di problemi come la cataratta e di errori refrattivi non corretti come la miopia – CBM ha avviato un ampio progetto di prevenzione della cecita’ evitabile per raggiungere in particolare coloro che vivono nelle comunita’ piu’ remote, con grandi difficolta’ ad accedere alle cure di cui hanno bisogno. Con l’obiettivo in 4 anni di fornire un accesso inclusivo a servizi oculistici pubblici di qualita’ in 8 Contee del Kenya, il progetto si basa sulla tecnologia Peek Vision, un’applicazione per smartphone che permette di effettuare screening visivi nelle comunita’ e quindi di censire i pazienti, creando un database indispensabile per continuare a monitorarli nel tempo. Uno strumento importante di supporto al sistema sanitario, per fare in modo che nessuno venga escluso: un mezzo per “far uscire dall’ombra” cioe’ per rendere visibili le persone bisognose di cure oculistiche che prima erano del tutto invisibili.

Anche in Uganda molte persone rischiano di diventare cieche per mancanza di mezzi e servizi non accessibili. Nel complesso sono 1,2 milioni le persone con problemi visivi, ma ben il 75% dei casi sono prevenibili e curabili. Nel nord del Paese, dove l’incidenza della disabilita’ visiva registra numeri piu’ alti, CBM ha avviato la costruzione di un plesso chirurgico presso l’ospedale St. Joseph in grado di erogare cure diagnostiche, trattamenti specialistici e chirurgie a oltre 76mila pazienti entro la fine del progetto. La costruzione fa parte di un ampio intervento triennale volto a migliorare l’accesso e la qualita’ dei servizi oculistici sia presso le comunita’ sia all’interno delle strutture ospedaliere nei distretti di Kitgum, Lamwo e Arua (sub regioni di Acholi e West Nile, Nord Uganda). I lavori in corso, che si stanno realizzando anche secondo criteri di sostenibilita’ ambientale, termineranno a fine anno. L’intervento di CBM, in accordo con il Ministero della Salute ugandese e con il sostegno di AICS (Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo), comprende anche la formazione di medici e personale sanitario e l’equipaggiamento delle cliniche mobili nelle comunita’ piu’ lontane.

“In Kenya, come in Uganda, come in tutti gli altri Paesi del Sud del mondo dove siamo presenti, e’ un nostro impegno garantire che nessuno venga lasciato indietro quando si parla di salute della vista. Noi lavoriamo ogni giorno per migliorare la situazione delle persone con disabilita’ visive e per garantire un’assistenza oculistica efficace a chi ne ha bisogno”, spiega Massimo Maggio, direttore di CBM Italia, soffermandosi sul divario esistente tra i Paesi del mondo a livello economico e sanitario: “Nei Paesi in via di sviluppo esiste un ciclo che lega poverta’ e disabilita’: quando vivi in poverta’ non puoi accedere alle cure o all’assistenza di cui hai bisogno, per questo rischi di sviluppare una disabilita’; e quando hai una disabilita’ rischi maggiormente di diventare povero. Questo ciclo va spezzato, perche’ tutti hanno il diritto di vedere ed essere visti”.