Frustrate speranze di chi sperava in un allentamento
Roma, 11 ott. (askanews) – Chi si attendeva o sperava che ci fosse un allentamento della politica “Zero Covid” in Cina, che in nome della cancellazione del coronavirus dal paese sta provocando gravi danni economici, in vista dell’atteso XX Congresso del Partito comunista cinese – che avra’ inizio il 16 ottobre – ha avuto una doccia fredda dopo che il Quotidiano del Popolo, il giornale del Partito, ha ribadito in due interventi pubblicati per due giorni di seguito che ribadiscono la linea.
Ieri il Renmin Jibao (questo il nome dela testata in cinese) ha chiesto ai cittadini fiducia e pazienza per la strategia Zero Covid. Oggi lo stesso giornale, in un altro commento, segnala che la strategia “Zero Covid dinamico” ha consentito di ottenere una mortalita’ estremamente bassa e di mantenere un buon livello di funzionamento della societa’ e dell’economia. E anche l’agenzia di stampa ufficiale Xinhua ha pubblicato un articolo a sostegno della linea.
Lo stesso fatto che siano apparsi a raffica articoli a sostegno di questa strategia, denota una certa pressione su questo tema. La Banca mondiale preede per il Pil cinese una crescita quest’anno del 2,8 per cento, con un taglio rispetto alle precedenti previsioni del 2,2 per cento e ben al di sotto della media del continente: la Cina, insomma quest’anno, piu’ che locomotiva rischia di essere la zavorra d’Asia.
A soffrire in particolare sono settori come quello dell’accoglienza turistica e dei viaggi. Secondo quanto scriveva il South China Morning Post le entrate del turismo sono crollate del 26 per cento nel periodo della Festa nazionale, che e’ il momento d’oro per i viaggi, rispetto allo scorso anno e del 50 per cento rispetto al 2019.
Zero Covid vuol dire improvvisi lockdown per masse enormi di popolazione – come accaduto a Shanghai quest’anno – causati anche da pochissimi casi positivi, intercettati con campagne di test di massa.
Cina resta agganciata alla controversa politica “Zero Covid”
Roma, 11 ott. (askanews) – Chi si attendeva o sperava che ci fosse un allentamento della politica “Zero Covid” in Cina, che in nome della cancellazione del coronavirus dal paese sta provocando gravi danni economici, in vista dell’atteso XX Congresso del Partito comunista cinese – che avra’ inizio il 16 ottobre – ha avuto una doccia fredda dopo che il Quotidiano del Popolo, il giornale del Partito, ha ribadito in due interventi pubblicati per due giorni di seguito che ribadiscono la linea.
Ieri il Renmin Jibao (questo il nome dela testata in cinese) ha chiesto ai cittadini fiducia e pazienza per la strategia Zero Covid. Oggi lo stesso giornale, in un altro commento, segnala che la strategia “Zero Covid dinamico” ha consentito di ottenere una mortalita’ estremamente bassa e di mantenere un buon livello di funzionamento della societa’ e dell’economia. E anche l’agenzia di stampa ufficiale Xinhua ha pubblicato un articolo a sostegno della linea.
Lo stesso fatto che siano apparsi a raffica articoli a sostegno di questa strategia, denota una certa pressione su questo tema. La Banca mondiale preede per il Pil cinese una crescita quest’anno del 2,8 per cento, con un taglio rispetto alle precedenti previsioni del 2,2 per cento e ben al di sotto della media del continente: la Cina, insomma quest’anno, piu’ che locomotiva rischia di essere la zavorra d’Asia.
A soffrire in particolare sono settori come quello dell’accoglienza turistica e dei viaggi. Secondo quanto scriveva il South China Morning Post le entrate del turismo sono crollate del 26 per cento nel periodo della Festa nazionale, che e’ il momento d’oro per i viaggi, rispetto allo scorso anno e del 50 per cento rispetto al 2019.
Zero Covid vuol dire improvvisi lockdown per masse enormi di popolazione – come accaduto a Shanghai quest’anno – causati anche da pochissimi casi positivi, intercettati con campagne di test di massa.