Confronto al Salone della CSR sul Sustainability Career Compass
Milano, 7 ott. (askanews) – Tra i 30 e i 40 anni, donna, con alle spalle una formazione di tipo scientifico, incarico apicale o comunque con riporto diretto ai vertici aziendali: e’ l’identikit del professionista della sostenibilita’ che emerge dalle risposte, con i valori piu’ significativi, raccolte nel Sustainability Career Compass, un’indagine condotta da Sustainability Makers – il network che raccoglie i manager e professionisti della sostenibilit – in collaborazione con ALTIS – Alta Scuola Impresa e Societa’ dell’Universita’ Cattolica del Sacro Cuore – e Universita’ degli Studi di Milano.
La ricerca – discussa e commentata nel corso di un panel, in Bocconi, nell’ambito della decima edizione del Salone della CSR e dell’innovazione sociale – ha permesso di evidenziare le tendenze evolutive registrate negli ultimi anni nelle professioni legate alla sostenibilita’ nei diversi ambiti di occupazione. "Questa ricerca dimostra l’affermazione dei professionisti della sostenibilita’ nel tempo – spiega Matteo Pedrini, professore ordinario di economia aziendale, vice-direttore di ALTIS e direttore scientifico di Sustainability Makers e del Corso ‘Professione Sostenibilita” – Qualche anno fa i dati erano molto differenti, e soprattutto il nesso tra i professionisti e il vertice aziendale e’ cambiato radicalmente. I professionisti infatti sono figure sempre piu’ coinvolte nelle strategie e nelle politiche dell’azienda, sempre piu’ in contatto con i veri decisori dell’impresa e il top management. Stanno quindi contribuendo ad una transizione ecologica delle aziende portando il loro sapere sugli stakeholder, le loro visioni sulle tendenze attuali; e quindi definendo obiettivi sfidanti ambientali e sociali sfidanti in collaborazione con gli stessi vertici aziendali".
La ricerca ha permesso di osservare una significativa crescita delle percentuali di professionisti della sostenibilita’ che provengono da una formazione di tipo scientifico, dal 14,2% del 2020 al 20,3 % del 2022. Allo stesso tempo emerge come una quota sempre crescente di professionisti abbia frequentato un percorso di studi che sia gia’ focalizzato attorno ai temi della sostenibilita’, un dato che evidenzia come la professione della sostenibilita’ sia ormai consolidata.
Ma per il futuro?
Visto che i temi della sostenibilita’ coinvolgono sempre piu’ e in modo sostanziale tutte le aree dell’organizzazione aziendale avra’ ancora senso una figura professionale specifica impegnata sulla sostenibilita’? "Questa e’ un po’ la novita’ che emerge dall’indagine di quest’anno che ha cercato proprio di indentificare le prospettive di sviluppo di queste professioni. Ne emerge un panorama molto dinamico – prosegue Pedrini – Abbiamo aziende piu’ mature che cercheranno professionisti delle sostenibilita’ da inserire come figure junior all’interno di unita’ organizzative gia’ esistenti. Ma cercheranno anche persone con competenze di sostenibilita’ da inserire nelle funzioni tradizionali; quindi: una persona che ha competenze tecniche di marketing piu’ competenze di sostenibilita’. Chiamiamo questo fenomeno come ‘ruoli ibridi’. Le imprese invece meno mature sulla sostenibilita’, cercheranno esperti e specialisti della sostenibilita’. I nostri dati dicono che la grande delle aziende, piu’ della meta’, prevede di estendere il numero di persone che operano intorno alla sostenibilita’ nei prossimi tre anni".
Tra le molte preziose indicazioni che emergono dalla ricerca, infine, c’e’ anche quella relative alle competenze richieste ai professionisti della sostenibilita’: se quelle tecniche sono importanti per collocarsi nel mondo del lavoro, ancor di piu’ lo saranno quelle soft – si evidenzia – e in particolare quelle attorno ai processi di change management.
Professione Sostenibilità: risorsa indispensabile per le imprese
Confronto al Salone della CSR sul Sustainability Career Compass
Milano, 7 ott. (askanews) – Tra i 30 e i 40 anni, donna, con alle spalle una formazione di tipo scientifico, incarico apicale o comunque con riporto diretto ai vertici aziendali: e’ l’identikit del professionista della sostenibilita’ che emerge dalle risposte, con i valori piu’ significativi, raccolte nel Sustainability Career Compass, un’indagine condotta da Sustainability Makers – il network che raccoglie i manager e professionisti della sostenibilit – in collaborazione con ALTIS – Alta Scuola Impresa e Societa’ dell’Universita’ Cattolica del Sacro Cuore – e Universita’ degli Studi di Milano. La ricerca – discussa e commentata nel corso di un panel, in Bocconi, nell’ambito della decima edizione del Salone della CSR e dell’innovazione sociale – ha permesso di evidenziare le tendenze evolutive registrate negli ultimi anni nelle professioni legate alla sostenibilita’ nei diversi ambiti di occupazione. "Questa ricerca dimostra l’affermazione dei professionisti della sostenibilita’ nel tempo – spiega Matteo Pedrini, professore ordinario di economia aziendale, vice-direttore di ALTIS e direttore scientifico di Sustainability Makers e del Corso ‘Professione Sostenibilita” – Qualche anno fa i dati erano molto differenti, e soprattutto il nesso tra i professionisti e il vertice aziendale e’ cambiato radicalmente. I professionisti infatti sono figure sempre piu’ coinvolte nelle strategie e nelle politiche dell’azienda, sempre piu’ in contatto con i veri decisori dell’impresa e il top management. Stanno quindi contribuendo ad una transizione ecologica delle aziende portando il loro sapere sugli stakeholder, le loro visioni sulle tendenze attuali; e quindi definendo obiettivi sfidanti ambientali e sociali sfidanti in collaborazione con gli stessi vertici aziendali". La ricerca ha permesso di osservare una significativa crescita delle percentuali di professionisti della sostenibilita’ che provengono da una formazione di tipo scientifico, dal 14,2% del 2020 al 20,3 % del 2022. Allo stesso tempo emerge come una quota sempre crescente di professionisti abbia frequentato un percorso di studi che sia gia’ focalizzato attorno ai temi della sostenibilita’, un dato che evidenzia come la professione della sostenibilita’ sia ormai consolidata. Ma per il futuro? Visto che i temi della sostenibilita’ coinvolgono sempre piu’ e in modo sostanziale tutte le aree dell’organizzazione aziendale avra’ ancora senso una figura professionale specifica impegnata sulla sostenibilita’? "Questa e’ un po’ la novita’ che emerge dall’indagine di quest’anno che ha cercato proprio di indentificare le prospettive di sviluppo di queste professioni. Ne emerge un panorama molto dinamico – prosegue Pedrini – Abbiamo aziende piu’ mature che cercheranno professionisti delle sostenibilita’ da inserire come figure junior all’interno di unita’ organizzative gia’ esistenti. Ma cercheranno anche persone con competenze di sostenibilita’ da inserire nelle funzioni tradizionali; quindi: una persona che ha competenze tecniche di marketing piu’ competenze di sostenibilita’. Chiamiamo questo fenomeno come ‘ruoli ibridi’. Le imprese invece meno mature sulla sostenibilita’, cercheranno esperti e specialisti della sostenibilita’. I nostri dati dicono che la grande delle aziende, piu’ della meta’, prevede di estendere il numero di persone che operano intorno alla sostenibilita’ nei prossimi tre anni". Tra le molte preziose indicazioni che emergono dalla ricerca, infine, c’e’ anche quella relative alle competenze richieste ai professionisti della sostenibilita’: se quelle tecniche sono importanti per collocarsi nel mondo del lavoro, ancor di piu’ lo saranno quelle soft – si evidenzia – e in particolare quelle attorno ai processi di change management.
Milano, 7 ott. (askanews) – Tra i 30 e i 40 anni, donna, con alle spalle una formazione di tipo scientifico, incarico apicale o comunque con riporto diretto ai vertici aziendali: e’ l’identikit del professionista della sostenibilita’ che emerge dalle risposte, con i valori piu’ significativi, raccolte nel Sustainability Career Compass, un’indagine condotta da Sustainability Makers – il network che raccoglie i manager e professionisti della sostenibilit – in collaborazione con ALTIS – Alta Scuola Impresa e Societa’ dell’Universita’ Cattolica del Sacro Cuore – e Universita’ degli Studi di Milano. La ricerca – discussa e commentata nel corso di un panel, in Bocconi, nell’ambito della decima edizione del Salone della CSR e dell’innovazione sociale – ha permesso di evidenziare le tendenze evolutive registrate negli ultimi anni nelle professioni legate alla sostenibilita’ nei diversi ambiti di occupazione. "Questa ricerca dimostra l’affermazione dei professionisti della sostenibilita’ nel tempo – spiega Matteo Pedrini, professore ordinario di economia aziendale, vice-direttore di ALTIS e direttore scientifico di Sustainability Makers e del Corso ‘Professione Sostenibilita” – Qualche anno fa i dati erano molto differenti, e soprattutto il nesso tra i professionisti e il vertice aziendale e’ cambiato radicalmente. I professionisti infatti sono figure sempre piu’ coinvolte nelle strategie e nelle politiche dell’azienda, sempre piu’ in contatto con i veri decisori dell’impresa e il top management. Stanno quindi contribuendo ad una transizione ecologica delle aziende portando il loro sapere sugli stakeholder, le loro visioni sulle tendenze attuali; e quindi definendo obiettivi sfidanti ambientali e sociali sfidanti in collaborazione con gli stessi vertici aziendali". La ricerca ha permesso di osservare una significativa crescita delle percentuali di professionisti della sostenibilita’ che provengono da una formazione di tipo scientifico, dal 14,2% del 2020 al 20,3 % del 2022. Allo stesso tempo emerge come una quota sempre crescente di professionisti abbia frequentato un percorso di studi che sia gia’ focalizzato attorno ai temi della sostenibilita’, un dato che evidenzia come la professione della sostenibilita’ sia ormai consolidata. Ma per il futuro? Visto che i temi della sostenibilita’ coinvolgono sempre piu’ e in modo sostanziale tutte le aree dell’organizzazione aziendale avra’ ancora senso una figura professionale specifica impegnata sulla sostenibilita’? "Questa e’ un po’ la novita’ che emerge dall’indagine di quest’anno che ha cercato proprio di indentificare le prospettive di sviluppo di queste professioni. Ne emerge un panorama molto dinamico – prosegue Pedrini – Abbiamo aziende piu’ mature che cercheranno professionisti delle sostenibilita’ da inserire come figure junior all’interno di unita’ organizzative gia’ esistenti. Ma cercheranno anche persone con competenze di sostenibilita’ da inserire nelle funzioni tradizionali; quindi: una persona che ha competenze tecniche di marketing piu’ competenze di sostenibilita’. Chiamiamo questo fenomeno come ‘ruoli ibridi’. Le imprese invece meno mature sulla sostenibilita’, cercheranno esperti e specialisti della sostenibilita’. I nostri dati dicono che la grande delle aziende, piu’ della meta’, prevede di estendere il numero di persone che operano intorno alla sostenibilita’ nei prossimi tre anni". Tra le molte preziose indicazioni che emergono dalla ricerca, infine, c’e’ anche quella relative alle competenze richieste ai professionisti della sostenibilita’: se quelle tecniche sono importanti per collocarsi nel mondo del lavoro, ancor di piu’ lo saranno quelle soft – si evidenzia – e in particolare quelle attorno ai processi di change management.