Roma, 7 ott. (askanews) – “L’Italia sa badare a se stessa nel rispetto della sua Costituzione e dei valori dell’Unione Europea”. Le parole, particolarmente secche, del presidente della Repubblica Sergio Mattarella segnalano tutta l’irritazione dell’Italia per le dichiarazioni della ministra per gli Affari europei, Laurence Boone. L’esponente del governo francese, a Repubblica, ha detto: “Vogliamo lavorare con Roma ma vigileremo sul rispetto di diritti e liberta’” e “saremo molto attenti al rispetto dei valori e delle regole dello Stato di diritto”.
Parole che provocano l’immediata replica di Giorgia Meloni. “Voglio sperare – ha scritto gia’ questa mattina la leader di Fdi in un post su Facebook – che, come spesso accade, la stampa di sinistra abbia travisato le reali dichiarazioni fatte da esponenti di governo stranieri, e confido che il Governo francese smentisca immediatamente queste parole, che somigliano troppo a una inaccettabile minaccia di ingerenza contro uno Stato sovrano, membro dell’Unione Europea. L’era dei governi a guida Pd che chiedono tutela all’estero e’ finita, credo sia chiaro a tutti, in Italia e in Europa”. Mentre Mattarella interviene da Alba, da Praga e’ Mario Draghi a cercare di smorzare la polemica. “Ovviamente – ha detto il premier – quando c’e’ un cambio di governo e di politica cosi’ importante c’e’ molta curiosita’ ma non c’e’ preoccupazione. C’e’ gran rispetto delle scelte degli italiani e c’e’ interesse per sapere come eventualmente si evolvera’ la linea politica del nuovo governo”. La reazione italiana, in serata, costringe anche il presidente francese Emmanuel Macron a smentire la ‘sua’ ministra. “Ho piena fiducia nelle conclusioni che tirera’ il presidente italiano Mattarella – ha assicurato -, con chiunque nominera’ per costituire un governo e una maggioranza, la Francia lavorera’ con buona volonta’ e in modo esigente per fare avanzare l’Europa”.
Meloni apprezza il ‘muro’ alzato a difesa del futuro governo. Come ha “correttamente” detto Mattarella, ha sottolineato al termine del suo pomeriggio di lavoro alla Camera, l’Italia “e’ perfettamente in grado di badare a se stessa senza ingerenze”. E siccome “non era la prima volta, forse e’ necessario ribadire che in nessun trattato c’e’ scritto che competa a una nazione straniera vigilare sul rispetto dei diritti umani”. Per quanto riguarda la politica estera italiana, ha garantito, “non c’e’ ragione che cambi”.
Intanto continua il lavoro della premier in pectore sui principali dossier e per la formazione del nuovo governo. Mentre resta da sciogliere il ‘nodo’ del titolare dell’Economia, Matteo Salvini non sembra voler mollare sulla questione del Viminale: questa mattina fonti del Carroccio hanno fatto sapere che “non ci sono veti di alcun tipo su Salvini, il cui ottimo lavoro ai tempi del Viminale non e’ in discussione”. Vera battaglia o pre-tattica? Quel che e’ certo e’ che il segretario (per cui si parla anche di un possibile incarico alle Infrastrutture) ha detto ieri sera in un incontro a porte chiuse a Saronno di voler chiedere per la Lega il ministero della Famiglia, con un particolare focus sulla natalita’, considerata una “emergenza nazionale”. Sul fronte di Forza Italia (che dice no a un governo con molti tecnici) resta aperta la questione legata a Licia Ronzulli. Per lei sarebbe stato chiesto il ministero della Sanita’, ma su questa posizione ci sarebbero molti dubbi da parte della Meloni. Comunque vada, ha ribadito Maurizio Gasparri, “ci aspettiamo una condizione paritetica rispetto alla Lega”.