Colloquio Yoon-Kishida, svolta nei rapporti tesi Tokyo-Seoul – askanews.it

Colloquio Yoon-Kishida, svolta nei rapporti tesi Tokyo-Seoul

Ott 7, 2022
Roma, 7 ott. (askanews) – Il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol e il primo ministro giapponese Fumio Kishida hanno concordato su una svolta nei rapporti tra i due Paesi, che sono tesi pur appartenendo entrambi al campo degli alleati degli Stati uniti, e sulla condanna dei recenti numerosi lanci missilistici da parte della Corea del Nord. L’ha affermato oggi il presidente sudcoreano, all’indomani del loro colloquio telefonico di ieri, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Yonhap.

“Abbiamo condiviso la considerazione che, se le relazioni tra Corea del Sud e Giappone dovessero tornare al sereno come in passato al piu’ presto e gli scambi tra le aziende e tra i cittadini diventassero piu’ semplici, questo aiuterebbe molto le due economie”, ha detto il capo dello stato sudcoreano.

Yoon e Kishida hanno parlato tra loro per 25 minuti, in un momento particolarmente teso nella politica internazionale a livello globale e a livello regionale. Soprattutto a turbare gli equilibri in Asia nordorientale sono i recenti test missilistici nordcoreani e i timori che il regime di Kim Jong Un stia preparando anche il suo settimo test nucleare.

Il colloquio telefonico viene dopo che i due leader hanno avuto il primo vertice in tre anni a margine dell’Assemblea generale delle Nazioni unite a New York.

Yoon e Kishida hanno condannato con forza i lanci di missili nordcoreani come “atti gravi e profondamente provocatori” e hanno concordato su un coordinamento nell’avvertire Pyongyang che le loro azioni avranno delle conseguenze, ha spiegato la presidenza sudcoreana.

Giappone e Corea del Sud sono divisi da dispute relative al periodo del dominio giapponese della Penisola coreana, 1910-1945. Seoul chiede risarcimenti per le cosiddette “donne di conforto”, cioe’ le donne sfruttate come schiave sessuali nell’ambito dell’Armata imperiale nipponica durante la seconda guerra mondiale, e i coreani forzati a lavorare per le aziende giapponesi nello stesso periodo. Tokyo, dal canto suo, afferma che le questioni sono state regolate da precedenti accordi.