Trieste, 5 ott. (askanews) – Friuli Venezia Giulia. Stando ad un monitoraggio del Dipartimento Industria della Cisl Fvg su un campione di 64 realta’ industriali sindacalizzate della regione, 8.429 lavoratori risultano interessati da percorsi di crisi. Un numero di rilievo se si considera che i lavoratori totali occupati nelle medesime aziende ammonta a 12.997, vale a dire che ben piu’ della meta’ e’ coinvolta da ammortizzatori sociali o altri strumenti di crisi attivati dalle imprese.
Un dato che fa riflettere soprattutto se comparato a quello dello stesso periodo pre-Covid, quando le aziende in crisi risultavano 80, ma i lavoratori in difficolta’ 7.698 sui 12.165 totali, quindi al di sotto di quelli attuali. “Questo ci dice che la situazione di crisi e’ in qualche modo strutturale e che il caro-energia rischia di essere la miccia ad alto impatto esplosivo – commenta per la Cisl Fvg, il segretario con delega all’Industria, Cristiano Pizzo. E’, infatti, sul dato relativo alla tipologia di crisi che la Cisl pone l’accento.
Se la mancanza di ordinativi e le crisi di settori rappresentano cause ugualmente pesanti, riguardando rispettivamente 17 e 15 realta’ industriali, il caro-energia va ad aggiungere un carico di tensione, con 25 realta’ industriali che denunciano la difficolta’ di sostenere i costi di gas e luce. Molto piu’ marginali, invece, risultano la mancanza/prezzi delle materie prime (2), i fallimenti (2) ed altro. Mancanza di ordinativi e crisi di settore erano, infatti, le voci prevalenti del periodo pre-Covid con, rispettivamente 19 e 24 aziende coinvolte sulle 80 monitorate.
A pagare il conto piu’ alto, sotto il profilo dell’occupazione, sono anche oggi le aziende metalmeccaniche del Friuli Venezia Giulia, che registrano 2.865 lavoratori in difficolta’ sui 4.987 impiegati nelle imprese considerate. Numeri che arrivano a 3.318 se si sommano anche gli addetti della siderurgia. Seguono a distanza i comparti del legno (1.231), delle telecomunicazioni (385) e i cartai (785), i piu’ colpiti dalla crisi energetica. Resta alta anche l’attenzione sul settore della chimica, e soprattutto delle aziende che si occupano della seconda lavorazione del vetro. Su 9 aziende in difficolta’ mappate, 6 hanno gia’ attivato percorsi di crisi, mentre le altre stanno in questi giorni valutando la possibilita’ di modificare gli orari e turni di lavoro per resistere al caro-bollette. (Segue)