Roma, 4 ott. (askanews) – I numeri sono molto positivi: dal Superbonus 110% al bonus casa 50%, passando per l’Ecobonus, nel 2021 gli interventi per la sostituzione degli infissi si stimano in oltre 2 miliardi di euro con una previsione, in aumento, per quelli in corso nel 2022. Eppure, nonostante i dati sui benefici statali evidenziati da ENEA, siano un eccellente volano alla crescita del settore serramenti e abbiano consentito a tante famiglie di usufruire di importanti sconti direttamente in fattura per l’acquisto di serramenti e sistemi oscuranti, i consumatori potrebbero rischiare di perdere le medesime detrazioni fiscali. Il caso in questione riguarda l’assenza o la carenza della documentazione CE relativa agli infissi installati.
A circa due anni di distanza dall’entrata in vigore dei bonus per l’edilizia, riferisce una nota, UNICEDIL, Associazione Nazionale Serramentisti, ha analizzato i punti di forza delle misure agevolative, ma anche quelli da migliorare. In particolare ha cercato di fare maggiore chiarezza sugli aspetti burocratici legati alle vigenti normative che spesso hanno confuso le idee ai consumatori e scoraggiato gli addetti ai lavori. L’obiettivo dell’Associazione e’ sempre stato quello di qualificare il lavoro delle imprese del settore della serramentistica, diffondendo utili informazioni al fine di evitare contestazioni tra committenti e fornitori e salvaguardare il lavoro degli operatori della filiera. “Prima di tutto – spiega Francesco Siervo, Presidente UNICEDIL – e’ bene sottolineare che le misure fiscali hanno avuto un impatto positivo per la ripresa economica delle imprese del settore, contribuendo anche all’aumento del PIL. Non solo – prosegue Siervo – grazie ai lavori di riqualificazione degli edifici e quelli relativi alla ristrutturazione degli immobili, abbiamo assistito a un importante processo di efficientamento energetico che, considerando i recenti aumenti del prezzo del gas e dell’elettricita’, consentira’ un notevole risparmio sulla bolletta energetica di casa. Pero’ il quadro normativo sui bonus edilizi deve essere migliorato soprattutto sulla parte legata alla cessione dei crediti fiscali alle banche”.
La materia dei bonus fiscali in edilizia, in effetti, e’ sempre ostica perche’ il Legislatore lascia spazio a diverse interpretazioni circa le norme da applicare. “Come associazione di categoria – continua il presidente – siamo diventati un punto di riferimento nel settore, chiarendo spesso situazioni complesse che mettono a rischio il lavoro degli operatori e che inquietano i consumatori. Ad esempio, stiamo ricevendo svariate segnalazioni da parte dei committenti e degli operatori anche in merito all’installazione di serramenti privi della documentazione sulla marcatura CE”.
In questi casi, cosa accade? E’ realmente possibile che i committenti possano perdere le detrazioni fiscali? “La questione e’ complessa e implica diverse conseguenze – chiarisce Siervo – in primis, in capo agli operatori che a vario titolo sono coinvolti nei lavori e poi per gli stessi committenti. La marcatura CE indica che il prodotto e’ conforme ai requisiti previsti dalle direttive europee in materia di sicurezza, richieste a tutela del consumatore ed e’ il principale obbligo normativo del serramentista. Purtroppo, nonostante i controlli degli organi competenti, sono abbastanza frequenti i casi di infissi non marcati CE”.
Ricordiamo che il quadro sanzionatorio (come previsto dal D.Lgs. n.106/2017), per coloro che violano gli obblighi di marcatura CE, prevede pene amministrative fino a 24.000,00 euro. Non solo: se i prodotti sono a uso strutturale o antincendio, e’ prevista un’ammenda che puo’ arrivare a 50.000,00 euro e l’arresto fino a 6 mesi. Le sanzioni si estendono a tutti gli operatori della filiera del serramento: produttori, rivenditori, installatori, progettisti e direttori dei lavori che accettano in cantiere serramenti privi di marcatura CE.
Del resto non e’ un mistero che l’attuale Governo, una volta scoperte le ingenti frodi fiscali legate al complesso dei bonus, per un valore che si stima in circa 5 miliardi di euro, abbia voluto contrastare tale fenomeno anche a costo di rendere piu’ complesso e oneroso il sistema di accesso ai medesimi incentivi statali. “Tutto questo – ammonisce Siervo – ha creato un forte clima di incertezza tra gli operatori, causando il blocco da parte delle banche circa l’acquisizione dei crediti fiscali. Pero’ e’ bene ribadire che quando lo Stato eroga del denaro, giustamente pretende che vengano rispettate tutte le norme vigenti e che si lavori con serieta’ e trasparenza”.
Una situazione anomala che sta incidendo fortemente sulla liquidita’ delle aziende e che, se sommata alla questione legata ai fortissimi rincari dei costi energetici e delle materie prime, mette seriamente a serio rischio il loro ciclo economico e finanziario. “Le imprese del nostro settore – ribadisce Alessandro Guaglione, Vicepresidente UNICEDIL – stanno vivendo un periodo critico: da un lato non riescono a liquidare i crediti che hanno sul cassetto fiscale e dall’altro trovano sempre piu’ difficolta’ nella vendita degli infissi, senza poter praticare lo sconto in fattura. Nel frattempo i costi aumentanoUna situazione paradossale che occorre sboccare con urgenza, perche’ la liquidita’ e la capacita’ di produrre reddito sono fondamentali per la sopravvivenza di un’azienda”.
Per far fronte proprio a questi interrogativi sulle norme da applicare, UNICEDIL si e’ sempre schierata a difesa delle imprese del settore, collaborando con le autorita’ preposte. In occasione del SAIE, il Salone dell’edilizia che si terra’ a Bologna dal 19 al 22 ottobre 2022, sara’ presente con uno stand organizzato in collaborazione con la Guardia di Finanza. “Stiamo organizzando anche un apposito Convegno per approfondire la tematica in questione e dare tutte le informazioni sulla marcatura CE, anche in relazione ai rischi legati ai benefici fiscali”, conclude Guaglione. “Vogliamo sensibilizzare le imprese e i consumatori sulle norme che regolamentano il mercato e desideriamo fare il punto della situazione affinche’ tutti gli operatori della filiera possano lavorare con regole certe e trasparenti”.