Roma, 30 set. (askanews) – Dopo la condanna definitiva a 10 anni di reclusione, decisa ieri a tarda sera dalla Cassazione per il processo ‘Mondo di mezzo’, per Massimo Carminati non c’e’ stato un automatico ritorno in carcere. Anche perche’ l’ex terrorista di estrema destra ha gia’ scontato quasi sei anni in regime di detenzione. Ed adesso il tribunale di sorveglianza dovra’ vagliare gli atti riguardanti la pena residua che Carminati deve scontare e l’eventuale affidamento ai servizi sociali. Questo beneficio potrebbe esser concesso, di norma, nel momento in cui c’e’ una condanna inferiore a 4 anni.
“La condotta carceraria di Carminati, cosi’ come quella successiva, e’ stata irreprensibile – ha spiegato l’avvocato Francesco Tagliaferri, che difende Carminati insieme con l’avvocato Cesare Placanica – Anche alla luce dei due anni in regime di detenzione al 41bis per un’accusa rivelatasi poi infondata, confido che gli venga concessa la liberazione anticipata e l’affidamento in prova ai servizi sociali”.
Intanto l’altro imputato principale del processo, Salvatore Buzzi, e’ stato arrestato dai carabinieri e portato nel penitenziario di Catanzaro. E’ stato trovato in una cooperativa sociale di Lamezia Terme dove era arrivato alcuni giorni addietro. Nelle scorse settimane Buzzi aveva spiegato sui social di aver chiuso il pub-ristorante a Roma e di esser pronto, dopo la sentenza della Cassazione, a tornare in carcere.