Roma, 23 set. (askanews) – “E’ come riprendere gli studi dopo averli abbandonati, e doversi rimbattere in Omero. Il palcoscenico e’ una realta’ molto impegnativa, e quando ci si distacca – anche per poco – avviene questo piacevole accadimento, devi fare training autogeno e arriva una stabilita’ emotiva che mi da’ pace. A questa eta’ sono felice di passare ancora gli esami, ancora la pompa mi regge e ne approfitterei…”: alla vigilia della prima data (di sei) di concerti al Circo Massimo a Roma, Renato Zero racconta con che emozione salira’ su un palcoscenico dopo lo stop dovuto al Covid per lo show “Renato Zero 070”.
“Credo di aver fatto un bel lavoro – aggiunge l’artista romano – e penso che la fiducia che ottengo ancora dal pubblico sia la risposta migliore. Il pubblico ha bisogno di cibo”.
Un concerto che assomiglia piu’ a un viaggio. “Ho fatto una scelta di base di un certo numero di brani – risponde Zero – ma ho voluto strafare e ho aggiunto brani che vanno ad insinuarsi in un percorso ricco. Tuttavia, ho dovuto lasciare tanti brani a casa”.
Un’orchestra sinfonica di cento elementi, 8 coristi, 7 danzatrici di ritmica, 24 ballerini. “Queste cose cosi’ maestose non mi piacciono – sottolinea – ho rigettato lo Stadio Olimpico per anni, faccio fatica anche qui ma questo ordine di platea mi soddisfa molto”.