l’Occidente ci vuole distruggere, pronti a tutto per difenderci
Roma, 21 set. (askanews) – “L’Occidente collettivo” vuole distruggere la Russia come già ha fatto con l’Unione sovietica ma la Russia, “quando la sua integrità territoriale è minacciata, usa tutti i mezzi a disposizione, questo non è un bluff”: Vladimir Putin alza il livello dello scontro in Ucraina e con l’Occidente che la sostiene e fornisce armi. In un discorso alla nazione annunciato per ieri sera e poi misteriosamente rinviato e andato in onda stamattina, il presidente russo ha confermato che Mosca intende riconoscere i referendum in agenda (da ieri) dal 23 settembre e che in pratica il piano è di procedere con l’annessione delle repubbliche autoproclamate di Luhansk e Donetsk, nonchè delle regioni di Kherson e parte di Zaporizhzhia, nel Sud ucraino. Il capo del Cremlino ha annunciato la mobilitazione parziale, che per ora riguarderà solo le riserve: 300mila uomini, secondo il ministro della Difesa Sergey Shoigu che ha parlato dopo Putin per dettagliare e spiegare un passo molto delicato, quello della chiamata alle armi che si allarga a soldati non volontari o professionisti.
“L’obiettivo dell’Occidente è indebolire, dividere e quindi distruggere il nostro Paese, lo dicono chiaramente che nel 1991 sono stati in grado di spezzare l’Unione Sovietica e adesso è arrivato il momento anche per la Russia, che dovrebbe frantumarsi in tante regioni”, ha detto Putin. Ma la Federazione russa è pronta a difendersi, “questo non è un bluff”, ha affermato il presidente russo, che ha evocato anche il possibile uso dell’arma nucleare. “Ci sono alcuni Stati Nato che discutono di possibilità e ammissibilità dell’uso delle armi di distruzione di massa, armi nucleari contro la Russia”, ha detto: “A chi si concede simili affermazioni sulla Russia, voglio ricordare che anche il nostro Paese dispone di vari mezzi di distruzione, e in alcune componenti più moderne di quelle dei Paesi Nato”. Putin è sembrato poi alludere alla centrale nucleare ucraina di Zaporizizhia, occupata dai russi e al centro di un continuo rimpallo di accuse con le autorità ucraine. A chi cerca di ricattare la Russia con armi nucleari, ha affermato, minaccioso, che “la rosa dei venti potrebbe girare nella loro direzione”.
Dopo le invettive del capo di Stato russo, il ministro della Difesa ha concretizzato le misure di mobilitazione parziale disposte per decreto, immediatamente pubblicato sul sito del Cremlino.
La Russia ha enormi risorse per la mobilitazione, ha sostenuto Shoigu, “quasi 25 milioni di persone” e 300.000 riservisti si uniranno ai militari durante la mobilitazione parziale. Il ministro ha fornito cifre sulle perdite russe e ucraine, aggiornando il bilancio ufficiale dei militari russi morti in Ucraina con un modesto conto di 5.937 uomini caduti dall’inizio della guerra in Ucraina. Gli ucraini, invece, avrebbero perso “mezzo esercito”, oltre 100mila uomini.
Shoigu ha detto che la mobilitazione parziale è innanzitutto necessaria per il controllo della linea del fronte di 1.000 km e dei territori occupati (“liberati”, secondo i russi) e ha affermato che un comando di 150 specialisti militari occidentali” si trova “effettivamente a Kiev”. Insomma, “oggi siamo in guerra non tanto con l’Ucraina, con l’esercito ucraino, ma con l’Occidente collettivo”, ha detto il capo della Difesa russa.
Orm/Cgi/Sim/Int14
“L’obiettivo dell’Occidente è indebolire, dividere e quindi distruggere il nostro Paese, lo dicono chiaramente che nel 1991 sono stati in grado di spezzare l’Unione Sovietica e adesso è arrivato il momento anche per la Russia, che dovrebbe frantumarsi in tante regioni”, ha detto Putin. Ma la Federazione russa è pronta a difendersi, “questo non è un bluff”, ha affermato il presidente russo, che ha evocato anche il possibile uso dell’arma nucleare. “Ci sono alcuni Stati Nato che discutono di possibilità e ammissibilità dell’uso delle armi di distruzione di massa, armi nucleari contro la Russia”, ha detto: “A chi si concede simili affermazioni sulla Russia, voglio ricordare che anche il nostro Paese dispone di vari mezzi di distruzione, e in alcune componenti più moderne di quelle dei Paesi Nato”. Putin è sembrato poi alludere alla centrale nucleare ucraina di Zaporizizhia, occupata dai russi e al centro di un continuo rimpallo di accuse con le autorità ucraine. A chi cerca di ricattare la Russia con armi nucleari, ha affermato, minaccioso, che “la rosa dei venti potrebbe girare nella loro direzione”.
Dopo le invettive del capo di Stato russo, il ministro della Difesa ha concretizzato le misure di mobilitazione parziale disposte per decreto, immediatamente pubblicato sul sito del Cremlino.
La Russia ha enormi risorse per la mobilitazione, ha sostenuto Shoigu, “quasi 25 milioni di persone” e 300.000 riservisti si uniranno ai militari durante la mobilitazione parziale. Il ministro ha fornito cifre sulle perdite russe e ucraine, aggiornando il bilancio ufficiale dei militari russi morti in Ucraina con un modesto conto di 5.937 uomini caduti dall’inizio della guerra in Ucraina. Gli ucraini, invece, avrebbero perso “mezzo esercito”, oltre 100mila uomini.
Shoigu ha detto che la mobilitazione parziale è innanzitutto necessaria per il controllo della linea del fronte di 1.000 km e dei territori occupati (“liberati”, secondo i russi) e ha affermato che un comando di 150 specialisti militari occidentali” si trova “effettivamente a Kiev”. Insomma, “oggi siamo in guerra non tanto con l’Ucraina, con l’esercito ucraino, ma con l’Occidente collettivo”, ha detto il capo della Difesa russa.
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