Roma, 20 set. (askanews) – Il Kazakistan, Paese crocevia per cui gli equilibri geopolitici sono una necessità e una divisa in politica estera, si adopera per una soluzione diplomatica del conflitto in Ucraina. Lo dichiara Yerbolat Sembayev, Ambasciatore a Roma del Paese centroasiatico, che in un colloquio con askanews parla di ‘multivettorialità’ come obiettivo e strumento della politica estera kazaka e delle relazioni con l’Italia.
“Siamo un crocevia, ma non da adesso. Il Kazakistan fin dai primi giorni della sua indipendenza (1991) si è ritrovato al centro della geopolitica, per tante ragioni, e all’epoca una su tutte: avevamo un arsenale nucleare come parte di quello sovietico, il quarto al mondo. La rinuncia all’arma nucleare è stato un passo deciso dal primo presidente Nursultan Nazarbayev in modo consapevole, pacifico, nel segno del multilateralismo. Non volevamo e non vogliamo essere un Paese che ha rapporti solo con Russia e Cina, con cui condividiamo lunghissimi confini, entrambi membri del Consiglio di Sicurezza Onu e dotati di arma nucleare. E’ chiaro che la politica multilaterale è stata da subito per noi una necessità.
La posizione geografica ha plasmato la vocazione multivettoriale. Abbiamo 7.500 chilometri di frontiere con la Federazione russa, circa 2.700 chilometri con la Cina. Poi siamo un Paese con oltre cento etnie, in Kazakistan sono rappresentate quasi tutte le confessioni religiose, per questo iniziative come il Congresso dei leader delle religioni mondiali e tradizionali, di cui è da poco terminata la settima edizione, con la partecipazione anche di Papa Francesco. Già nel 2001 avevamo ospitato Giovanni Paolo II. Tali iniziative contribuiscono a fare del Kazakistan un crocevia geopolitico.”
Il suo Paese è conosciuto soprattutto per le risorse energetiche. “Certo c’è l’energia, ci sono le materie prime. Siamo ad esempio il primo produttore al mondo di uranio naturale e oggi diverse grandi società internazionali stanno valutando con rinnovato interesse le centrali nucleari per produrre energia”.
Come Paese ricco di idrocarburi può avere una funzione stabilizzante?
“Oggi, in un quadro non semplice, il Kazakistan può contribuire alla stabilizzazione energetica, ma non è un ruolo che ci inventiamo adesso: il Kazakistan ha già una funzione di stabilizzatore nella fornitura energetica verso l’Europa ed altri Paesi, più petrolio che gas. Il problema è che la situazione tra Russia e Ucraina ha creato interruzioni nella logistica, problemi nel trasporto anche dall’Asia centrale verso l’Europa. In questa fase tutta l’Asia centrale, non solo noi, deve cercare alternative per recuperare vie di fornitura. La Russia è certamente un partner strategico, gli importanti legami economici e politici dai tempi dell’Unione sovietica implicano e facilitano la cooperazione praticamente in tutti i settori, inoltre siamo assieme nell’organismo di sicurezza collettiva Csto. Ma avevamo e abbiamo rapporti economici e politici anche con l’Ucraina. Per questo il presidente Tokayev fin dall’inizio del conflitto ha chiamato entrambi i presidenti per chiedere che si arrivi a una soluzione diplomatica pacifica. Stiamo lavorando come mediatori, il presidente Tokayev continua questo sforzo, ad ogni incontro rinnova la sua esortazione a Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky, chiedendo di imboccare la via diplomatica
In Kazakistan vive una consistente minoranza russa, perché non ci sono mai state tensioni tali da arrivare a una situazione di conflitto?
“Perché non c’è una minoranza, ma c’è un popolo del Kazakistan, ufficialmente possiamo dire che c’è una minoranza che costituisce il 20% della popolazione, tuttavia per noi è parte del popolo. Per questo è stata creata l’Assemblea del Popolo: prima si chiamava l’assemblea dei popoli, il nome è stato cambiato proprio perché è un organo che esprime unità, rappresenta un popolo, non si possono fare divisioni in base a etnie. Da noi coabitano da tanto tempo russi ucraini ebrei, tatari e altre nazioni che vivono in pace. In passato ci sono stati alcuni momenti non facili, ma subito sono state prese misure per evitare conflitti e il risultato è che da anni non ci sono problemi inter-etnici”
Ad esempio?
Ad esempio, le leggi che regolano l’uso della lingua: la Costituzione prevede che la lingua kazaka è la lingua statale, ma il russo è lingua di comunicazione quotidiana, garantita anche in ambito amministrativo: se ti rivolgi in russo ad un ufficio, ti devono rispondere nella stessa lingua. Sei russo, sei ucraino, però prima di tutto sei del Kazakistan, come negli Usa sei americano indipendentemente dalle tue origini.
La guerra in Ucraina sta cambiando gli equilibri nella regione?
“Mantenere un equilibrio nella regione è essenziale. L’equilibrio geopolitico è l’obiettivo al centro dell’azione di tutto il nostro corpo diplomatico. Il presidente Qasym-Jomart Tokayev è un diplomatico di grande esperienza, è stato ministro degli Esteri, vicesegretario generale Onu, capo missione Onu a Ginevra, primo ministro: la multivettorialità è stata e resta la priorità della nostra politica estera”.
A che punto sono i rapporti con l’Italia, a livello economico dominati dal fattore energia?
“I rapporti con l’Italia sono ottimi, sia in politica che economici. Su quasi tutte le grandi questioni geopolitiche abbiamo una visione comune e lavoriamo per rafforzare le relazioni, sulle basi dell’accordo di partenariato strategico firmato nel 2009. Sul piano economico l’Italia è il nostro primo partner e il terzo nel mondo, un partner strategico. Nei primi otto mesi dell’anno l’interscambio è stato di 9,2 miliardi di dollari. Certo l’energia è la voce principale, energia e materie prime pesano per quasi il 90% e non va bene, c’è uno squilibrio nel senso che la quota di import italiano è di gran lunga più grande dell’export italiano. Però di recente abbiamo visto un aumento delle esportazioni italiane e una lieve flessione della voce idrocarburi. Ci sono segnali di tendenza a diversificare e per ampliare questa tendenza noi dell’ambasciata lavoreremo nei prossimi anni”.
Un consiglio per chi vuole conoscere e capire il Kazakistan.
“Consiglierei innanzitutto di fare un salto in Kazakistan, ora è facilissimo, perché un accordo con i Paesi membri Ocse dà diritto di visita per 30 giorni senza visti. C’è un volo Milano-Almaty, la principale città del Kazakistan. Puoi arrivare direttamente e vedere il Paese, la nostra gente, come mangiamo, che è importantissimo”.
Da dove cominciare? “Si può cominciare dal Besbarmak, il nome significa ‘cinque dita’ e si chiama così per il modo in cui veniva mangiato un tempo. È fatto con carne bollita, pasta in brodo, un piatto semplice con una antica storia: provare per credere e iniziare a conoscere”.