Mozambico, suora italiana uccisa in attentato
Treviso, 7 set. (askanews) – Una suora missionaria italiana, suor Maria De Coppi, comboniana, di Santa Lucia di Piave, in provincia di Treviso, è stata uccisa in un attentato in Mozambico. Era partita per la lontana terra di Missione nel 1963. “Ho raggiunto la mia destinazione – raccontava nell’ultima intervista, raccolta dall’Ufficio Missionario della diocesi di Vittorio Veneto – dopo 31 giorni di nave. E dopo aver imparato il portoghese, com’era d’obbligo”. Aveva la cittadinanza mozambicana. “Ho vissuto in questo Paese momenti belli e difficili: prima quelli della colonizzazione, poi della guerra, quindi della pace e, purtroppo del terrorismo”.
Nella memoria di suor Maria è rimasta soprattutto una tragica imboscata in cui sono morte 17 persone. “Stavamo viaggiando in un convoglio. I guerriglieri ci hanno sparato. Io sono uscita dall’auto e mi sono gettata a terra, sotto le pallottole. Ho pregato: “Signore salvami”. E’ arrivato un soldato, non sapevo se dell’esercito regolare o della guerriglia. Mi ha chiesto se ero ferita. Non lo so, gli risposi. Mi ha trascinato dietro una pianta e mi ha rassicurata, che era un regolare. Mi ha caricata sulle spalle e mi ha poi protetto, sistemandomi in un ruscello che non aveva acqua. Poi, quando è finita la sparatoria, mi ha ricaricata sulle spalle e mi ha portato fino all’auto”.
Nella memoria di suor Maria è rimasta soprattutto una tragica imboscata in cui sono morte 17 persone. “Stavamo viaggiando in un convoglio. I guerriglieri ci hanno sparato. Io sono uscita dall’auto e mi sono gettata a terra, sotto le pallottole. Ho pregato: “Signore salvami”. E’ arrivato un soldato, non sapevo se dell’esercito regolare o della guerriglia. Mi ha chiesto se ero ferita. Non lo so, gli risposi. Mi ha trascinato dietro una pianta e mi ha rassicurata, che era un regolare. Mi ha caricata sulle spalle e mi ha poi protetto, sistemandomi in un ruscello che non aveva acqua. Poi, quando è finita la sparatoria, mi ha ricaricata sulle spalle e mi ha portato fino all’auto”.