La bolletta europea superera' livelli pre-Covid di oltre 1.000 mld (dice S&P)
Milano, 7 set. (askanews) – La bolletta energetica europea supererà i livelli pre-pandemia di oltre 1.000 miliardi di euro.
Lo sostiene l’agenzia S&P in un report odierno che analizza gli impatti della chiusura del gasdotto Nord Stream 1 sulle utility europee.
La “chiusura a tempo indeterminato” del gasdotto, che ora S&P considera “permanente” nel suo scenario di base, “si aggiungerà alle pressioni esistenti sulle forniture di gas e di energia elettrica e sui prezzi e alla compressione della liquidità delle utility europee”, spiega l’agenzia di rating. Le pressioni sull’offerta e la spinta dei governi a stoccare il gas “a qualsiasi costo” per aumentare la sicurezza delle forniture nonostante l’interruzione del gas russo non sono gli unici fattori che, secondo le previsioni di S&P, continueranno a sostenere i prezzi elevati del gas e dell’energia elettrica nei prossimi mesi. “A ciò si aggiungono la scarsa disponibilità di energia idroelettrica nell’Europa meridionale, la bassa produzione nucleare francese, la lenta ripresa della produzione a carbone e la lentezza nel moderare i consumi residenziali e commerciali. Con opzioni di approvvigionamento limitate, il ripristino dell’equilibrio energetico europeo dipende ora dalla riduzione della domanda in linea con l’obiettivo del 15% fissato dall’Ue per l’inverno”.
“Dopo un’estate torrida, le aziende europee del gas e dell’energia elettrica si trovano ora ad affrontare un inverno ancora più rigido a seguito della chiusura da parte di Gazprom della sua unica via di approvvigionamento verso la Germania”, sottolinea il report di S&P. “Sebbene questo riduca le forniture invernali dell’Europa solo di circa il 2% rispetto al livello dei flussi di agosto, tutte le riduzioni marginali pesano in modo esponenziale sui prezzi di mercato, come hanno confermato gli aumenti a due cifre di lunedì”.
“Nonostante un intervento governativo senza precedenti sui mercati e su specifiche utility – spiega S&P -, l’inevitabile ridisegno del mercato del gas e dell’energia elettrica sarà complesso e comporterà molti rischi per le utility oggetto di rating nel corso del prossimo inverno. Le possibili imposte straordinarie potrebbero intaccare l’aumento degli utili per la produzione di energia elettrica a costi fissi senza copertura”.
“Più in generale, data l’ingente quantità di collaterale nei mercati volatili dell’energia, riteniamo che i governi europei siano sempre più disposti a sostenere la liquidità nelle borse dell’energia e presso le utility europee contro i massicci movimenti di collaterale di copertura”, afferma S&P. “Le tecnologie di generazione più a rischio, a nostro avviso, sono l’idroelettrico commerciale, le energie rinnovabili, il nucleare e le biomasse”.
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Milano, 7 set. (askanews) – La bolletta energetica europea supererà i livelli pre-pandemia di oltre 1.000 miliardi di euro.
Lo sostiene l’agenzia S&P in un report odierno che analizza gli impatti della chiusura del gasdotto Nord Stream 1 sulle utility europee.
La “chiusura a tempo indeterminato” del gasdotto, che ora S&P considera “permanente” nel suo scenario di base, “si aggiungerà alle pressioni esistenti sulle forniture di gas e di energia elettrica e sui prezzi e alla compressione della liquidità delle utility europee”, spiega l’agenzia di rating. Le pressioni sull’offerta e la spinta dei governi a stoccare il gas “a qualsiasi costo” per aumentare la sicurezza delle forniture nonostante l’interruzione del gas russo non sono gli unici fattori che, secondo le previsioni di S&P, continueranno a sostenere i prezzi elevati del gas e dell’energia elettrica nei prossimi mesi. “A ciò si aggiungono la scarsa disponibilità di energia idroelettrica nell’Europa meridionale, la bassa produzione nucleare francese, la lenta ripresa della produzione a carbone e la lentezza nel moderare i consumi residenziali e commerciali. Con opzioni di approvvigionamento limitate, il ripristino dell’equilibrio energetico europeo dipende ora dalla riduzione della domanda in linea con l’obiettivo del 15% fissato dall’Ue per l’inverno”.
“Dopo un’estate torrida, le aziende europee del gas e dell’energia elettrica si trovano ora ad affrontare un inverno ancora più rigido a seguito della chiusura da parte di Gazprom della sua unica via di approvvigionamento verso la Germania”, sottolinea il report di S&P. “Sebbene questo riduca le forniture invernali dell’Europa solo di circa il 2% rispetto al livello dei flussi di agosto, tutte le riduzioni marginali pesano in modo esponenziale sui prezzi di mercato, come hanno confermato gli aumenti a due cifre di lunedì”.
“Nonostante un intervento governativo senza precedenti sui mercati e su specifiche utility – spiega S&P -, l’inevitabile ridisegno del mercato del gas e dell’energia elettrica sarà complesso e comporterà molti rischi per le utility oggetto di rating nel corso del prossimo inverno. Le possibili imposte straordinarie potrebbero intaccare l’aumento degli utili per la produzione di energia elettrica a costi fissi senza copertura”.
“Più in generale, data l’ingente quantità di collaterale nei mercati volatili dell’energia, riteniamo che i governi europei siano sempre più disposti a sostenere la liquidità nelle borse dell’energia e presso le utility europee contro i massicci movimenti di collaterale di copertura”, afferma S&P. “Le tecnologie di generazione più a rischio, a nostro avviso, sono l’idroelettrico commerciale, le energie rinnovabili, il nucleare e le biomasse”.
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Lo sostiene l’agenzia S&P in un report odierno che analizza gli impatti della chiusura del gasdotto Nord Stream 1 sulle utility europee.
La “chiusura a tempo indeterminato” del gasdotto, che ora S&P considera “permanente” nel suo scenario di base, “si aggiungerà alle pressioni esistenti sulle forniture di gas e di energia elettrica e sui prezzi e alla compressione della liquidità delle utility europee”, spiega l’agenzia di rating. Le pressioni sull’offerta e la spinta dei governi a stoccare il gas “a qualsiasi costo” per aumentare la sicurezza delle forniture nonostante l’interruzione del gas russo non sono gli unici fattori che, secondo le previsioni di S&P, continueranno a sostenere i prezzi elevati del gas e dell’energia elettrica nei prossimi mesi. “A ciò si aggiungono la scarsa disponibilità di energia idroelettrica nell’Europa meridionale, la bassa produzione nucleare francese, la lenta ripresa della produzione a carbone e la lentezza nel moderare i consumi residenziali e commerciali. Con opzioni di approvvigionamento limitate, il ripristino dell’equilibrio energetico europeo dipende ora dalla riduzione della domanda in linea con l’obiettivo del 15% fissato dall’Ue per l’inverno”.
“Dopo un’estate torrida, le aziende europee del gas e dell’energia elettrica si trovano ora ad affrontare un inverno ancora più rigido a seguito della chiusura da parte di Gazprom della sua unica via di approvvigionamento verso la Germania”, sottolinea il report di S&P. “Sebbene questo riduca le forniture invernali dell’Europa solo di circa il 2% rispetto al livello dei flussi di agosto, tutte le riduzioni marginali pesano in modo esponenziale sui prezzi di mercato, come hanno confermato gli aumenti a due cifre di lunedì”.
“Nonostante un intervento governativo senza precedenti sui mercati e su specifiche utility – spiega S&P -, l’inevitabile ridisegno del mercato del gas e dell’energia elettrica sarà complesso e comporterà molti rischi per le utility oggetto di rating nel corso del prossimo inverno. Le possibili imposte straordinarie potrebbero intaccare l’aumento degli utili per la produzione di energia elettrica a costi fissi senza copertura”.
“Più in generale, data l’ingente quantità di collaterale nei mercati volatili dell’energia, riteniamo che i governi europei siano sempre più disposti a sostenere la liquidità nelle borse dell’energia e presso le utility europee contro i massicci movimenti di collaterale di copertura”, afferma S&P. “Le tecnologie di generazione più a rischio, a nostro avviso, sono l’idroelettrico commerciale, le energie rinnovabili, il nucleare e le biomasse”.
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