Milano, 3 set. (askanews) – L’attuale crisi energetica, con l’impennata dei prezzi sui mercati energetici internazionali e lo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina, ha messo in luce la vulnerabilità e la dipendenza energetica dell’Ue dalle importazioni di combustibili fossili. L’Europa dipende per il 57% dalle importazioni di energia e nel ventennio 2000-2020 questa quota è rimasta pressoché invariata. L’Italia è seconda nell’indice di dipendenza dal gas naturale tra i Paesi dell’UE. Il processo di decarbonizzazione è quindi uno strumento chiave per il raggiungimento dell’indipendenza energetica. E’ questo il messaggio che emerge dallo studio “Net Zero E-conomy 2050”, realizzato da Fondazione Enel e The European House – Ambrosetti in collaborazione con Enel presentato al Forum in corso a Cernobbio.
Negli ultimi 10 anni la riduzione della dipendenza energetica in Italia e Spagna (-9,1 punti percentuali in entrambi i Paesi) è stata accompagnata da un aumento del tasso di elettrificazione (+1,5 p.p. in Italia e +3,3 p.p. in Spagna) e della diffusione delle energie rinnovabili (+2 p.p. in Italia e +4,7 p.p. in Spagna) nei consumi finali di energia. Un’accelerazione più decisa della decarbonizzazione richiederebbe meno risorse rispetto a uno scenario con ambizioni ridotte. Gli scenari “Net Zero” individuati per Italia e Spagna dallo studio prevedono investimenti pari a 3.351 miliardi di euro e 2.215 miliardi di euro nel periodo 2021-2050 rispettivamente, inferiori agli investimenti necessari per gli scenari “Low ambition” (3.899 miliardi di euro in Italia e i 2.761 miliardi di euro in Spagna).
“Due anni dallo scoppio della pandemia COVID-19 e le sue rilevanti implicazioni sull’economia globale, la guerra in Ucraina ha reso più che mai urgenti le preoccupazioni sulla sostenibilità dell’attuale sistema energetico. Seppure la necessità di affrontare il cambiamento climatico sia da sola una ragione più che sufficiente per perseguire una transizione energetica, la vulnerabilità delle nostre economie, dipendenti dal gas e dal petrolio, ha reso tale urgenza più che mai impellente – ha commentato Francesco Starace, ceo e general manager di Enel – Questo studio mostra molto chiaramente l’eccessiva dipendenza dal gas di alcune economie dei paesi UE, in primis la grande dipendenza dell’Italia, e i vantaggi molto chiari che un’accelerata riduzione dell’uso delle fonti energetiche fossili può portare proprio a chi oggi ne fa un uso eccessivo”.
Lo studio, nel dettaglio, evidenzia come gli scenari “Net Zero” in Italia e Spagna siano associati a rilevanti benefici sociali, economici, ambientali e di sicurezza energetica. Lo scenario “Net Zero” genera un effetto economico migliore rispetto allo scenario “Low Ambition”: considerando gli investimenti stimati, ciò si traduce, per l’Italia e la Spagna, in 328 e 223 miliardi di euro rispettivamente di maggiori ritorni economici rispetto a uno scenario controfattuale, e in un maggior numero di posti di lavoro creati (2,6 milioni contro i 2,1 dello scenario “Low Ambition” in Italia e 1,8 contro 1,7 in Spagna).
I risparmi legati alla riduzione delle malattie, al miglioramento della produttività e alla riduzione di morti premature resi possibili dal contenimento dell’inquinamento nello scenario “Net Zero” ammontano a circa 614 miliardi di euro in Italia e 317 miliardi di euro in Spagna (vs. risparmi economici di 495 e 205 miliardi di euro negli scenari “Low ambition” in Italia e Spagna). Per quanto riguarda i risparmi sulle spese per i combustibili fossili, nel periodo 2021-2050 il beneficio nello scenario “Net Zero” rispetto a uno scenario controfattuale sarebbe pari a 1.914 miliardi di euro (vs. 851 miliardi di euro nello scenario “Low Ambition”) in Italia e a 1.279 miliardi di euro in Spagna.
Lo scenario “Net Zero” consentirebbe inoltre una significativa riduzione dell’intensità di gas sul Pil, che in Italia potrebbe diminuire del 94% rispetto ai dati attuali (vs. il -76% dello scenario “Low Ambition” nel 2050) e in Spagna del 92% (vs. il -56% dello scenario “Low Ambition”). Lo scenario “Net Zero”, infine, consentirebbe un’ulteriore riduzione dell’indice di dipendenza energetica rispetto alle proiezioni dei piani nazionali, dal 73,5% nel 2020 allo 0% nel 2050 in Italia (31,3% nello scenario “Low Ambition”) e dal 67,9% al 13% in Spagna (52% nello scenario “Low Ambition”).
Per accelerare il percorso verso un’economia a zero emissioni, lo studio ha messo a fuoco due prerequisiti e cinque proposte di policy: una proposta riguarda trasversalmente tutti i settori economici analizzati, mentre le altre quattro sono iniziative specifiche per ogni settore. Il primo prerequisito è costituito dalla necessità di garantire stabilità, trasparenza e coerenza delle politiche e misure energetiche europee, nazionali e locali; allo stesso tempo, risulta fondamentale sostenere la produzione industriale nel potenziamento delle tecnologie green esistenti, nello sviluppo di nuove soluzioni verdi e nell’eliminazione dei sussidi ai combustibili fossili. Per quanto riguarda la proposta trasversale, si propone di garantire una forma di cooperazione più forte e un maggior grado di armonizzazione nella governance della transizione energetica a livello europeo. Relativamente alle proposte settoriali, nel settore elettrico si propone di semplificare le procedure di autorizzazione per gli impianti rinnovabili, facilitare gli interventi sulle infrastrutture energetiche, promuovere la gestione della domanda, e la diffusione di strutture di stoccaggio e di soluzioni per la flessibilità. Per promuovere la decarbonizzazione nei trasporti, si propone di semplificare le procedure per la realizzazione di infrastrutture di ricarica, rafforzare la collaborazione tra tutti gli attori della mobilità elettrica, promuovere l’interoperabilità, ottimizzare i tempi di connessione alla rete e favorire l’elettrificazione del Traporto Pubblico Locale (TPL). Per il settore industriale, si propone di sfruttare i quadri giuridici per sostenere il passaggio tecnologico verso soluzioni più ecologiche, creare laboratori di trasferimento tecnologico per soluzioni di elettrificazione diretta e indiretta, e favorire i sistemi di demand-response. Infine, nell’ambito degli edifici, lo studio propone di definire l’eliminazione graduale delle caldaie a combustibile fossile – tramite un quadro giusto, stabile e trasparente per quanto riguarda le pompe di calore – e creare uno sportello unico per sostenere il rinnovamento degli edifici.