Carceri, Antigone: 59 suicidi in 8 mesi, mai cosi' tanti
Milano, 2 set. (askanews) – Mai così tanti suicidi in carcere nei primi due terzi dell’anno. Nei primi otto mesi del 2022 sono infatti 59 le persone che si sono tolte la vita in carcere: più di una ogni quattro giorni. Sin dall’inizio dell’anno il fenomeno ha mostrato segni di preoccupante accelerazione, fino a raggiungere l’impressionante cifra di 15 suicidi nel solo mese di agosto: uno ogni due giorni. A due terzi dell’anno in corso, è già stato superato il totale dei casi del 2021, pari a 57 decessi. E’ quanto emerge dal dossier sui suicidi in carcere nel 2022 realizzato dall’Associazione Antigone, onlus che si batte pe i diritti e le garanzie nel sistema penale. I numeri di quest’anno, denuncia Antigone, generano un vero e proprio allarme, non avendo precedenti negli ultimi anni. Finora il numero più alto mai registrato era quello del 2010, con 45 casi di suicidio: 14 in meno rispetto ad oggi.
Delle 59 persone che si sono tolte la vita in carcere nei primi 8 mesi di quest’anno, 4 erano donne: un numero particolarmente alto se consideriamo che la percentuale della popolazione detenuta femminile rappresenta solo il 4,2% del totale. Ancora più impressionante se paragonato agli anni passati. Secondo i dati pubblicati dal Garante Nazionale, sia nel 2021 che nel 2020 soltanto una donna si era levata la vita in carcere. Nel 2019 non si era verificato invece nessun caso di suicidio femminile.
Sul fronte anagrafico, l’età media delle persone che si sono tolte la vita è di 37 anni. La fascia più rappresentata è infatti quella tra i 30 e i 39 anni, con 21 casi di suicidi. Segue quella dei più giovani, con 16 casi di suicidi commessi da ragazzi con età comprese tra i 20 e i 29 anni. Vi sono poi 14 decessi di persone tra i 40 e i 49 anni e 8 decessi di persone dai 50 anni in su. I più giovani in assoluto erano due ragazzi di 21 anni, detenuti nelle Case Circondariali di Milano San Vittore e Ascoli Piceno. Il più anziano era un uomo di 70 anni detenuto nella Casa Circondariale Genova Marassi.
Quanto alla nazionalità, i detenuti di origine straniera che si sono suicidati in carcere erano 28, ossia il 47,5% dei casi. Tenendo conto che la percentuale di stranieri in carcere è ad oggi leggermente inferiore a un terzo della popolazione detenuta totale (17.675 su 55.637), significa che il tasso di suicidi è significativamente maggiore nei detenuti di origine straniera rispetto agli italiani: il primo è quasi il doppio del secondo.
Delle 59 persone che si sono tolte la vita in carcere nei primi 8 mesi di quest’anno, 4 erano donne: un numero particolarmente alto se consideriamo che la percentuale della popolazione detenuta femminile rappresenta solo il 4,2% del totale. Ancora più impressionante se paragonato agli anni passati. Secondo i dati pubblicati dal Garante Nazionale, sia nel 2021 che nel 2020 soltanto una donna si era levata la vita in carcere. Nel 2019 non si era verificato invece nessun caso di suicidio femminile.
Sul fronte anagrafico, l’età media delle persone che si sono tolte la vita è di 37 anni. La fascia più rappresentata è infatti quella tra i 30 e i 39 anni, con 21 casi di suicidi. Segue quella dei più giovani, con 16 casi di suicidi commessi da ragazzi con età comprese tra i 20 e i 29 anni. Vi sono poi 14 decessi di persone tra i 40 e i 49 anni e 8 decessi di persone dai 50 anni in su. I più giovani in assoluto erano due ragazzi di 21 anni, detenuti nelle Case Circondariali di Milano San Vittore e Ascoli Piceno. Il più anziano era un uomo di 70 anni detenuto nella Casa Circondariale Genova Marassi.
Quanto alla nazionalità, i detenuti di origine straniera che si sono suicidati in carcere erano 28, ossia il 47,5% dei casi. Tenendo conto che la percentuale di stranieri in carcere è ad oggi leggermente inferiore a un terzo della popolazione detenuta totale (17.675 su 55.637), significa che il tasso di suicidi è significativamente maggiore nei detenuti di origine straniera rispetto agli italiani: il primo è quasi il doppio del secondo.