askanews" /> askanews" /> Emirati, Vignali: Costantino e' innocente. Cerchiamo di farlo tornare – askanews.it

Emirati, Vignali: Costantino e' innocente. Cerchiamo di farlo tornare

Roma, 25 ago. (askanews) – Con la scarcerazione dopo un anno e mezzo dell’imprenditore italiano Andrea Costantino, le autorità degli Emirati arabi “hanno aperto una porta e la strada maestra non può che passare da lì: il dialogo istituzionale e politico” e “bisognerà anche fare presto. Io spero in un gesto umanitario degli Emirati che possa consentirgli di tornare in Italia, riprendere a lavorare e se possibile anche versare quella somma”, 550mila euro per la condanna per aver favorito il terrorismo, dice al Corriere della Sera Luigi Vignali, il Direttore generale della Farnesina per gli italiani all’estero.

“Ora manca solo l’ultimo miglio”, dopo che Costantino è stato scarcerato e si trova in una stanza isolata dell’ambasciata italiana ad Abu Dhabi. Sul pagamento da parte dello Stato, Vignali dice: “È una prospettiva che vogliamo esplorare anche se tecnicamente è molto difficile da realizzare. Ci sono di mezzo intricati aspetti tecnico contabili”.


“Io credo che una soluzione si troverà, anche se il momento politico per l’Italia è delicato. In ogni caso, non possiamo dimenticarci di questo connazionale. È passato troppo tempo, cerchiamo di riportarlo a casa”, aggiunge Vignali parlando di Costantino che si trova da tre mesi in una piccola dépendance dell’ambasciata.

“È una storia nata e rimasta complessa. Nei primi mesi le accuse ci sembravano gravi e quindi abbiamo agito con molta cautela. Poi ho approfondito, ho letto le carte d’indagine, almeno per la parte che era possibile visionare perché c’è comunque della documentazione secretata, ho sentito varie persone, Costantino, il suo legale e altri, e alla fine ho maturato l’assoluta convinzione della sua innocenza. Per me lui è un imprenditore che opera all’estero come tanti italiani, attività che l’ha portato a concludere affari e a commerciare nell’ambitodel gas. Ma favorire il terrorismo è un’altra cosa”,spiega il direttore generale della Farnesina.


Ma “non parlerei di prigioniero politico. Non è la definizione più corretta. Diciamo piuttosto che è prigioniero di una sentenza difficile da comprendere. Anche se il nostro governo e la Farnesina naturalmente rispettano le decisioni prese dalla magistratura emiratina. Direi che conviene guardare a quanto c’è di buono, cioè l’offerta di amicizia insita nella scarcerazione e nelle parole scritte dal procuratore quando l’ha chiesta per motivarla: “Maggiori interessi di Stato e della Nazione””.