Bruxelles, 26 lug. (askanews) – L’Italia non utilizzerà la possibilità, prevista dal Piano d’emergenza Ue in caso di interruzione totale delle forniture di gas dalla Russia, di rimettere temporaneamente in funzione vecchie centrali a carbone o a petrolio. Lo ha detto il ministro per la Transizione energetica, Roberto Cingolani, commentando con la stampa a Bruxelles l’accordo di oggi del Consiglio Energia dell’Ue sul Piano.
La possibilità di ricorrere al carbone o al petrolio, più inquinanti, per poter risparmiare gas nella produzione di energia elettrica, potrebbe includere anche sovvenzioni pubbliche consentite, a certe condizioni, dall’ultima versione del Quadro temporaneo Ue sugli aiuti di Stato.
“Noi non riconvertiamo niente, il nostro piano – ha ricordato Cingolani – è già stato fatto a maggio; utilizzeremo le nostre centrali a carbone ancora in funzione un po’ più di quello che avevamo previsto, quindi fra 12 e 24 mesi, indipendentemente dalla situazione”. E comunque, ha aggiunto, “l’impatto ambientale di questo utilizzo è ampiamente compensato dalla crescita delle rinnovabili. Nei primi sei mesi dell’anno siamo già a svariati gigawatt” di aumento, “per cui è un rischio calcolato. Per altri paesi è un po’ diverso, ma ognuno dovrà un po’ vedere come fare il suo energy mix in casa”, ha concluso il ministro.