Roma, 28 giu. (askanews) – Per tre giorni (24-26 giugno) Pavona, alle porte di Roma, si è trasformata in un vero angolo di Romania. Artisti e artigiani da una parte, e centinaia di romeni della diaspora italiana, dall’altra, si sono incontrati per celebrare insieme l’abito tradizionale, le usanze, ma anche per onorare la bandiera nazionale, festeggiata il 26 giugno di ogni anno.
È stata una vera maratona culturale, con abiti, canti e danze tradizionali presentati da oltre 40 solisti, ballerini e artigiani di Vrancea, Mures e Bucovina. Gli ospiti hanno potuto ammirare una mostra di preziosi costumi popolari, tappeti e maschere provenienti da tutto il paese. Durante i tre giorni, gli artigiani arrivati dalle campagne hanno portato con sé il loro talento, per tramandare alle nuove generazioni della diaspora l’arte di creare un costume popolare. Decine di giovani romeni provenienti da famiglie residenti in Italia hanno così partecipato con entusiasmo alla tradizionale “Sezatoare” – un incontro – laboratorio che ricorda l’usanza secolare delle donne nei villaggi d’incontrarsi per lavorare e cucire insieme durante l’inverno, accompagnate da canti e racconti popolari.
L’evento, intitolato ‘IE, SIMBOLO, TRADIZIONE, IDENTITÀ’ si è svolto in una splendida cornice, Villa Fornarola, edificio storico del 17° secolo, circondato da maestosi pini. ‘Nelle comunità di romeni all’estero, indossare una maglia tradizionale è un gesto speciale, più importante che in Romania, perché qui acquisisce anche un valore iconico: ci ricorda chi siamo’, ha affermato Adina Hulubas, ricercatrice dell’Accademia romena presso la sede di Iasi, durante la conferenza di apertura dell’Evento.
Così, pian piano scompaiono i veri capi della tradizione, sui quali gli artigiani lavorano per settimane e spesso anche mesi. Coloro che mantengono viva la tecnica della loro realizzazione sono sempre meno numerosi. Un altro “danno” alla tradizione è l’uso esagerato dei simboli tradizionali e dell’abbigliamento popolare da parte dei politici in cerca di voti, diventando così un’arma di ‘propaganda politica’. “Solo uno stretto legame con le comunità rurali, l’apprezzamento e il rispetto del lavoro degli artigiani garantiranno la conservazione di questi inestimabili tesori immateriali e materiali del nostro popolo”, ha ricordato Adina Hulubas.
Il Prof. Dr. Ion Cherciu, etnologo e autore del volume ‘IA romena, abbigliamento, veste, ornamento’ ha parlato delle radici ancestrali del costume popolare romeno, ricordando che, sulla Colonna Traiana, i Daci indossavano lo stesso tipo di camicia. Cherciu ha guidato il pubblico in un viaggio dettagliato alla scoperta del costume popolare nella zona di Vrancea, unico in Romania. Ha esposto in dettaglio i modelli antichi, i simboli e le particolari tecniche di realizzazione. A indossare tali abiti non erano solo le donne e le ragazze di campagna, ma anche le principesse e le donne nobili dei Principati romeni, fino alle regine della Romania unita, a partire dal XIX secolo.
La serata di venerdì si è conclusa con un grande concerto sostenuto da artisti delle regioni di Vrancea, Bucovina e Mures: Mihaela e Ciprian Istrate della contea di Mures, Laura Olteanu dalla Bucovina, insieme all’Ensemble Tara Vrancei, coordinato dalla solista Maria Murgoci.
All’evento sono stati presenti numerosi ospiti romeni e italiani. Le istituzioni sono state rappresentate da Cristian Besliu, console presso l’Ambasciata di Romania a Roma, Luca Andreassi, vicesindaco ad Albano Laziale, Ileana Piazzoni, deputata italiana, Tiziano Mariani, assessore al municipio di Castel Gandolfo e Marilena Serbanut, in rappresentanza della Contea di Focsani / Vrancea.
‘Da molti anni frequentiamo la comunità romena della nostra città, con la stessa gioia ogni volta che si celebra un evento, come quello dedicato all’abito tradizionale. Ho assistito allo spettacolo con grande entusiasmo e piacere, come ogni volta che veniamo qui. Ho visto gli artigiani che hanno lavorato, portando avanti la tradizione. Poi le canzoni di tante regioni ci hanno conquistato! Ci siamo sentiti a casa tra voi”, ha detto il vicesindaco di Albano Laziale, Luca Andreassi. Ileana Piazzoni, deputata italiana, ha dichiarato di essere rimasta colpita dalla ricchezza del folklore rumeno: “Mi hanno spiegato il significato delle canzoni e mi è piaciuto come sono descritti i sentimenti, soprattutto l’amore. Quando incontri elementi di altre culture, questi diventano ricchezza. Sono entusiasta di quello che ho visto. È importante quindi, per le persone migranti, mantenere il contatto con la propria cultura, con le proprie radici”.
Nella seconda giornata della manifestazione, oltre 50 bambini e ragazzi hanno partecipato alla tradizionale Sezatoare, un laboratorio di artigianato. I giovani sono stati accolti all’arrivo da Luciana Ludusan, anfitrione dell’evento, insieme al sindaco di Albano Laziale Massimo Borelli e Cosmin Ungureanu, console rumeno presso l’Ambasciata di Romania a Roma.
“Siamo sempre accolti a braccia aperte dalla comunità romena qui, che sa come mantenere i suoi costumi, le sue tradizioni. Sappiamo tutti quanto sia difficile integrarsi quando si arriva in un paese straniero. Ho vissuto in Francia per alcuni anni da migrante e conosco il sentimento. Ma noi siamo gli ambasciatori del nostro paese e portiamo sempre la nostra identità nei nostri cuori. Complimenti per come vi siete integrati, mantenendo la vostra identità’, ha detto Massimo Borelli.
Cosmin Ungureanu ha salutato gli ospiti: “Voglio ringraziare tutti gli artisti dalla Romania, che sono venuti e hanno portato un pezzo del nostro Paese, ci avete fatto battere forte il cuore, vedendovi. I figli dei romeni in Italia, non importa dove cresceranno, non dimenticheranno le loro radici!”
Molti dei giovani partecipanti fanno parte del gruppo ARPRO, guidato e coordinato dall’insegnante Simona Vasile e dalle parrocchie locali, rappresentati da padre Daniel Surubaru. Cuciture su tela, ricami con simboli tradizionali, bracciali e ornamenti di perline – gli artigiani hanno spiegato come sono nate le camicie tradizionali o altri oggetti che non dovevano mancare, un tempo, nella dote delle donne contadine ma anche di quelle nobili.
Per due ore, i piccoli ospiti hanno imparato a cucire motivi e simboli tradizionali, guidati dagli artigiani di Vrancea e Mures, venute appositamente dalla campagna per mostrare alle giovani generazioni come sono nati i tesori dell’abito tradizionale: Maria Handria Kulcsar, Maria Herenean, Angela Branea di Mures, Luminita Scafa – sezatoarea Bucarest, Maricica Dumitrache di Soveja e Georgiana Nistor di Focsani.
Al termine della giornata, Mioara Moraru, presidente dell’Associazione Propatria, ha consegnato i diplomi degli organizzatori ai giovani partecipanti, accompagnata da Cosmin Ungureanu. Tutti gli ospiti, italiani e romeni, sono stati invitati a ballare la celebre “Hora” da Maria Murgoci, coordinatrice dell’Ensemble di Vrancea.
Il terzo giorno dell’evento, gli ospiti, sia romeni che italiani, sono stati accolti dai padroni di casa con pane e sale, come da tradizione. L’ensemble “Tara Vrancei” ha lasciato un segno indelebile nel cuore dei presenti, attraverso i loro canti e balli. Per quasi tre ore hanno ballato e cantato.Il repertorio copre tutte le zone della Romania: Vrancea, Transilvania, Nasaud, Muntenia, Tara Iesilor.
Si è celebrata anche la Giornata del Tricolore, la bandiera nazionale, con canti e balli speciali. Ecco alcune delle impressioni dei romeni che hanno partecipato allo spettacolo: “È stato meraviglioso, ci sono piaciute particolarmente le canzoni e i balli della Moldova! È la prima volta che veniamo a uno spettacolo popolare, siamo in Italia da 20 anni”.
“Non ho parole per descrivere le mie emozioni. Ho guardato spesso gli artisti presenti su internet, ma vederli di persona è qualcosa di straordinario. Spero che queste iniziative si ripetano. Qualsiasi artista, qualsiasi ensemble che ci porti un pezzo di Romania è una benedizione per noi’, ha affermato Nela Halaciuga, romena di Vrancea, in Italia da oltre 20 anni. “Vengo dalla zona di Victoria, nella contea di Bra?ov e ho apprezzato il fatto che ci fossero canti e balli da tutte le zone del paese. Un’atmosfera eccezionale, siamo stati benissimo! ” ‘Ho avuto le lacrime agli occhi per tutto lo spettacolo, da quando la signora Maria Murgoci ha iniziato a cantare. L’ensemble Tara Vrancei fa parte della mia anima, essendo di Foc?ani li conosco molto bene”. “Sono in Italia da 22 anni e, quando ero a casa, ho fatto parte dell’Ensemble per 10 anni. Rivederli adesso, a Roma, è stato qualcosa di molto speciale. Abbiamo così tante usanze e tradizioni, sono così belle, che dobbiamo farle conoscere all’estero. Noi, i romeni in Italia, dobbiamo essere orgogliosi di quello che siamo, non vergognarci, anche se capita di dimenticare qualche parola, e dobbiamo portare avanti lo spirito del nostro popolo”.
L’evento “IA, simbolo, tradizione, identità” è stato organizzato dall’Associazione Villaggio Romeno (Italia) e dall’Associazione Culturale Italo-Romeno PROPATRIA, Odv di Roma (Italia) in collaborazione con l’Associazione PropatriaVOX di Foc?ani. Il progetto è realizzato in collaborazione e con il patrocinio dell’Ambasciata di Romania in Italia e della Regione Lazio, con il finanziamento del Dipartimento per i Romeni all’estero. Media Partner: Agerpres, Radio Romania, TVRInternational Sponsor: Autovip, Castro Silvania Events