Roma, 24 giu. (askanews) – A seguito dell’invasione della Russia in Ucraina, i temi della sicurezza energetica, stabilità degli approvvigionamenti ed equità dei prezzi appaiono sempre più prioritari per i decision makers dell’Unione Europea. Una risposta strategica alle incertezze poste dai nuovi scenari può giungere dal Bacino del Mediterraneo, che presenta potenzialità energetiche ancora non del tutto colte, da sviluppare attraverso una sempre maggiore cooperazione energetica tra i Paesi di ambo le sponde.
Se ne è discusso nel dibattito ‘L’Energia del Mediterraneo: opportunità per rispondere ai nuovi fenomeni delle relazioni internazionali’, organizzato da WEC Italia – Comitato nazionale italiano del Consiglio Mondiale dell’Energia ed OME – Osservatorio Mediterraneo dell’energia, in collaborazione con Globe Italia ed ospitato nella sede Edison di Roma, che ha visto la partecipazione di importanti ospiti istituzionali, aziendali e accademici provenienti dall’Italia e dai Paesi dell’area.
In apertura di incontro il Presidente WEC Italia Marco Margheri ha affermato: ‘Dopo l’invasione russa in Ucraina il Mediterraneo è centrale per ricostruire velocemente un nuovo modello di sicurezza energetica e tenere saldi gli obiettivi di decarbonizzazione. L’Italia può contare su relazioni consolidate con i principali attori mediterranei, sia a livello politico sia a livello industriale, oltre che su una rete di interconnessioni estesa e diversificata. Oggi, anche l’Unione europea sta rilanciando la propria presenza nella regione e punta ad incrementare la cooperazione. Il gas naturale e il GNL sono oggi aree di cooperazione urgente per dare nuove fonti di approvvigionamento ai mercati europei. Accanto a questo, la cooperazione sulla transizione energetica può contare su una regione ricca di risorse rinnovabili e aperta a nuovi progetti e investimenti in energia decarbonizzata. Il Mediterraneo è quindi oggi un asse strategico per le politiche energetiche europee e nella relazione transatlantica. WEC Italia e OME hanno sviluppato a partire dal 2017 un percorso di approfondimento e coordinamento con i propri partner mediterranei che continua oggi con l’incontro di Roma, in cui condividere gli ultimi aggiornamenti e le priorità di azione’.
Per Simone Nisi, Responsabile Affari istituzionali di Edison ‘Viviamo in un momento caratterizzato da grandi cambiamenti nei paradigmi internazionali nel quale il tema della sicurezza degli approvvigionamenti energetici è tornato a ricoprire un ruolo centrale, essendo riconosciuto come un prerequisito fondamentale per il successo del processo di transizione e per la stabilità delle nostre economie. L’accesso a forniture sicure, sostenibili e competitive è sempre stata una caratteristica fondamentale della cooperazione euromediterranea e ora che la diversificazione costituisce una priorità regionale, si presenta l’occasione di consolidare quella che è chiaro essere la partnership più naturale e vantaggiosa per entrambe le sponde del Mediterraneo. È giunto il momento di fare squadra per sviluppare soluzioni efficaci per le sfide che ci aspettano, collaborando per cogliere appieno le grandi opportunità offerte dalla transizione’.
Dello stesso avviso Houda Ben Jannet Allal, Direttrice Generale OME, che ha sottolineato come i recenti sviluppi del conflitto russo-ucraino accrescano le tensioni e l’insicurezza internazionali, con ripercussioni dirette a livello energetico. ‘In questo contesto, l’area euromediterranea non può permettersi di non cogliere questo ulteriore segnale per rafforzare i suoi legami e affrontare le sfide energetiche attuali e future su basi giuste, inclusive e coese. La regione mediterranea è stata e rimarrà cruciale per l’Europa, contribuendo alla diversificazione e alla sicurezza dell’approvvigionamento energetico europeo. I Paesi di entrambe le sponde del Mediterraneo hanno l’opportunità e la responsabilità di costruire un nuovo modello di sicurezza energetica raggiungendo gli obiettivi di decarbonizzazione attraverso lo sviluppo di risorse e tecnologie. A tal fine, il sistema energetico regionale deve subire una ristrutturazione e un ridisegno fondamentali per fornire il livello necessario di decarbonizzazione e riuscire nella sua transizione energetica, con le connesse sfide e molteplici opportunità. Vi è una chiara necessità, più che mai, di solide relazioni e partenariati e di una più stretta cooperazione. Da oltre 30 anni, OME è attivamente impegnata nella cooperazione regionale sull’energia attraverso la sua constituency e la sua mission, come piattaforma di dialogo tra aziende, policy makers e autorità, nonché con il coordinamento del Segretariato della Piattaforma Gas dell’UfM. Il nostro approccio è flessibile ed esplora i possibili scenari. Lavoriamo per fare dell’energia una fonte di pace, sviluppo e prosperità nella regione del Mediterraneo. La collaborazione tra l’OME e il WEC Italia incarna questo spirito, che è dimostrato anche dal dibattito odierno organizzato insieme e gentilmente ospitato da Edison’.
All’incontro ha preso parte anche il Sottosegretario MAECI Manlio Di Stefano, che ha così commentato: ‘L’aggressione ingiustificata dell’Ucraina da parte della Federazione Russa ha messo fine al paradigma alla base delle tradizionali scelte di politica energetica europea, sempre più dipendente dalle forniture russe. Il nostro Governo è stato tra i primi a muoversi, portando avanti un’intensa azione diplomatica finalizzata a diversificare le fonti di approvvigionamento ed a rafforzare la cooperazione energetica con i nostri partner principali. In questo quadro, il bacino del Mediterraneo, un’area di interesse prioritario per evidenti motivi geografici, storici, economici e culturali, può giocare un ruolo cruciale nel superamento di questa difficile fase per la nostra sicurezza energetica, alla luce del suo enorme potenziale anche nel campo della transizione green e nel raggiungimento dell’obiettivo di neutralità climatica entro il 2050. La guerra russo-ucraina ci offre, dunque, un’opportunità fondamentale per diventare ‘ponte’ tra le due sponde di un Mediterraneo che unisce e che produce beni comuni’.
I dibattiti si sono quindi concentrati sulle possibili collaborazioni e iniziative nel Mediterraneo, con il panel coordinato dall’Ambasciatore e Presidente dell’Istituto Affari Internazionali, Ferdinando Nelli Feroci, che ha visto gli interventi di Antonio Parenti (Capo Rappresentanza in Italia della Commissione Europea) e Giovanni Orsina (Direttore Luiss School of Government) precedere la tavola rotonda con Domenico Villacci (Presidente dell’Accademia Mediterranea per l’Energia), Hafez Abdel Aal El-Salmawy (Università di Zagazig, Egitto), Khalil Lagtari (ONEE – Office National de l’Electricitè & de l’Eau, Marocco) e Moncef Ben Abdallah (già Ministro per Industria, Miniere ed Energia della Tunisia). Sono state ricordate possibili e importanti collaborazioni multilaterali nell’area del Bacino, così come il ruolo fondamentale delle interconnessioni energetiche già esistenti e delle opportunità connesse allo sviluppo di nuove infrastrutture e fonti di energia. I Paesi rappresentati hanno tracciato il quadro delle strategie nazionali di transizione, ed è stato anche approfondito il ruolo delle Università, con l’Accademia Mediterranea dell’Energia che promuove l’energia come valore di interscambio necessario per garantire sicurezza e pace nel Bacino.
Alla tavola rotonda con protagonisti i rappresentanti dei Paesi del Bacino Mediterraneo, ha fatto seguito un focus sul ruolo di industria ed eccellenze italiane dell’energia in questo contesto. Coordinati dal Direttore di Askanews Gianni Todini, hanno preso la parola il Dirigente del Ministero della Transizione Ecologica Wolfgang D’Innocenzo e i discussant Domenico Maggi (Snam), Simone Nisi (Edison), Andrea Lolli (Enel Italia), Angelo Ferrane (Terna) e Piero Pelizzaro (Globe Italia). Dagli interventi è emersa l’importanza della rete di infrastrutture sviluppata dall’Italia nel secolo scorso, in particolare quelle che allacciano la sponda Sud del Bacino del Mediterraneo e che stanno consentendo in queste settimane la tenuta degli approvvigionamenti alla luce della riduzione di flussi dalla Russia. In prospettiva futura, la trasformazione delle infrastrutture di trasporto esistenti e la costruzione di altre nuove pronte a veicolare idrogeno al 100% rappresenta una grande opportunità per la transizione energetica del Mediterraneo. I maggiori potenziali di produzione di idrogeno de-carbonizzato risiedono infatti nel Mediterraneo Meridionale. In parallelo, il potenziamento delle interconnessioni elettriche (come il citato progetto ELMED) rappresenta l’altro asse fondamentale per consentire lo sbottigliamento di grandi potenzialità di energia da fonti rinnovabili. L’Italia, per storia, posizione geografica, competenze e know-how industriale, può contribuire da protagonista alla realizzazione di questi progetti e diventare hub energetico per lo sviluppo dell’intera Regione.
Stefano Besseghini, Vicepresidente MEDREG e Presidente ARERA, è intervenuto in chiusura di evento rimarcando l’importanza della collaborazione energetica nel Mediterraneo in ottica di sicurezza energetica europea, tema su cui saranno sempre più impegnati anche i Regolatori del Mediterraneo nei prossimi mesi ed anni.
L’evento è stato patrocinato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e dalla LUISS School of Government e si è tenuto a valle dell’Assemblea Annuale del WEC Italia. L’Associazione, punto di riferimento del dibattito sulla Transizione energetica, ha confermato con questo incontro la propria attenzione sulle dinamiche energetiche dell’area mediterranea, tema su cui ha da tempo avviato un percorso di approfondimento anche grazie al sodalizio con realtà come OME, e che vedrà in futuro nuove occasioni di incontro.