Roma, 23 mar. (askanews) – Alfonso Pecoraro Scanio nel secondo governo Prodi è stato il ministro dell’Ambiente che avvió quella che oggi chiamiamo transizione ecologica, firmando il conto energia con cui partì il fotovoltaico e ottenendo l’ecobonus per il risparmio energetico e il taglio dei sussidi ai fossili previsti nel Cip6. Proprio in questi giorni incontrando Prodi a Roma ha rilanciato sui social la campagna Ecodigital ricordando che “sono stati persi 15 anni”. Askanews gli ha chiesto di spiegare perchè:
“Nei due anni di governo dell’Unione fu avviata una vera politica Ecologista perché avevamo inserito nel programma della coalizione impegni importanti, perché i miei parlamentari specie in Senato erano determinanti e perché Prodi era un premier che manteneva gli impegni – afferma Pecoraro Scanio -. Portai a casa grandi vittorie: dal conto energia all’ecobonus, dalla conferenza sul Clima ai fondi per l’idrogeno, il car sharing, la Guardia Costiera fino ai 600 milioni a Cdp per il fondo per Kyoto, ai 1000 cantieri contro il dissesto idrogeologico e fino al decreto Rete Natura2000 e ai nuovi quattro parchi nazionali in Sicilia, solo per citarne alcune tappe”.
Poi cosa è successo?
“Purtroppo – è la sintesi di Pecoraro Scanio – nel 2008 arrivó Berlusconi con il nucleare, poi bocciato con il referendum del 2011, e non rimodulò il mio conto energia abbassando gli incentivi mentre diminuiva il costo dei pannelli. Come effetto abbiamo avuto troppa speculazione anche se in ogni caso l’Italia ha risposto benissimo e siamo passati da 50 a 23.000 megawatt di energia elettrica prodotta dal sole. Poi arriva Renzi e punta sulle trivellazioni petrolifere. Abbiamo perso 15 anni. Solo con Conte è ripartito il super Ecobonus che, al di là delle difficoltà, ha ripreso una sfida Ecologista. Oggi avremmo affrontato la crisi energetica in altro modo se avessero seguiti la linea tracciata da me e Prodi”.
Oggi però anche molte imprese puntano sulle rinnovabili:
“Infatti io da ministro avevo contro Enel, Eni, tutta la cosiddetta lobby dei fossili, e il ministero dell’Industria che frenava. Oggi l’ad di Enel parla di rinnovabili, elettricità futura di Confindustria propone di investire 85 miliardi in 3 anni per 60 Giga watt di rinnovabili. Perfino mentre il governo parla di ripartire sul carbone. Avessi avuto io questa spinta. Credo che in parlamento Conte e i cinque stelle, e la De Petris con Leu ma anche i parlamentari più sensibili del Pd e di altre forze politiche, possono riprendere con forza la sfida Ecodigital del 100% rinnovabili entro il 2035/2040. La crisi attuale deve essere occasione per l’autonomia energetica Grazie a sole e vento che sono gratis”.