Roma, 9 mar. (askanews) – Sono “boccioli nel fango”: bambini che non sono solo piccoli profughi siriani, ospitati tra tende e melma in un campo vicino alla città turca di Adana, non lontano dal confine con il loro Paese, bensì esseri umani che “piantano semi di coraggio e speranza”, pronti a sbocciare e a cui vanno restituiti la loro unicità e i loro diritti inalienabili. Così come possiamo essere “boccioli nel fango” tutti noi lettori, altrettanti esseri umani capaci di fiorire nonostante le avversità, invitati a non rimanere indifferenti alle loro sorti, a non aver paura della diversità. È il messaggio che Maricla Pannocchia, autrice impegnata nel sociale, vuole diffondere con il suo quinto libro “Boccioli nel Fango” in uscita in self publishing il 20 marzo, in occasione dell’anniversario dell’ormai dimenticata guerra siriana (15 marzo), in cui racconta appunto la sua missione del gennaio 2022 in un campo profughi siriano con 900 famiglie, al fianco dell’Associazione Support and Sustain Children (SSCh) della provincia di Bergamo, fondata da Arianna Martini.
Nel momento drammatico che stiamo vivendo per la guerra in Ucraina, si legge in una nota, il libro, i cui proventi andranno in favore di SSCh, rilancia l’attenzione anche sugli altri conflitti in corso nel mondo, tra cui appunto la guerra siriana – scoppiata il 15 marzo 2011, martoriando il Paese e causando 13,5 milioni di profughi, più di metà della sua popolazione, di cui oltre 6,7 millioni sfollati internamente e 6,8 milioni di rifugiati all’estero, per riaffermare come non esistano profughi di serie A e serie B. Il libro non è solo un diario di viaggio, pagine sincere, a tratti crude, altre volte dolci, in cui Pannocchia accompagna con autenticità il lettore tra le storie dei profughi del campo spontaneo, non gestito dalle grandi organizzazioni internazionali, in modo da far sentire la loro voce. Ma è anche un suo momento di riflessione, grazie a un’appassionata appendice dedicata ai diritti umani di adulti, bambini e adolescenti.
La stessa autrice, il cui obiettivo è “cambiare il mondo una parola alla volta”, ha recentemente intervistato il giovane siriano Muhammad Najem, che nel 2017, a soli 15 anni, è diventato uno dei più giovani reporter da un’area di guerra, appunto la Siria, il suo Paese, grazie al suo telefonino, esperienza raccontata in un libro in uscita nell’autunno 2022. Inoltre, Najem ha partecipato alla stesura del volume “Know Your Rights and Claim Them: A Guide for Youth” ideato da Amnesty International, dall’attrice Angelina Jolie, attivista da oltre 20 anni nel campo dei diritti umani, e da Geraldine Van Beuren, avvocatessa internazionale britannica esperta sul tema. L’intervista sarà pubblicata il 15 marzo all’interno di My Voice, luogo virtuale ideato da Pannocchia per intervistare persone impegnate in varie parti del mondo in difesa dei diritti umani, dando spazio all’unicità e alla bellezza di ogni singola cultura e tradizione.
Attraverso la stessa appendice sul tema, pubblicata alla fine di “Boccioli nel fango”, il lettore è invitato ad approfondire e incoraggiato a essere parte attiva del cambiamento, attraverso l’azione, anche solo tenendosi informato sui canali più adeguati, oppure partecipando a iniziative di sensibilizzazione e supporto. Inoltre, può donare in favore di SSCh, in maniera libera, oppure sostenendo a distanza un nucleo. SSCh, operante per i profughi anche in altri campi del mondo, è composta da volontari ed è l’unica associazione a portare aiuto alle famiglie, a volte composte da bambini orfani, ospitate nelle tende bianche e blu di questo campo. L’obiettivo è garantire sicurezza alimentare, acqua, cure mediche, riparo dal freddo e istruzione, il mezzo più potente per offrire un futuro ai più piccoli, grazie a due tende-scuola, “oasi di speranza” seppur non riconosciute ufficialmente, gemellate con una scuola di Torino. Fondamentale il tempo e l’amore dedicato agli stessi bambini, il cui maggiore bisogno è essere “riconosciuti”.
In questo campo profughi, dove si lotta ogni giorno per sopravvivere, sono presenti bimbi senza certificato di nascita, sfruttamento minorile, spose bambine, persone senza passaporto e lavoro, disabilità e malattie, inoltre si è costretti ad applicare il triage, cioè la pratica per cui è necessario scegliere chi aiutare. Ma c’è spazio anche per il coraggio, la speranza e l’accoglienza, soprattutto tra i più piccoli. Come quando la bambina soprannominata “Fiore”, vestita con il suo abitino migliore, canta, nel buio di una delle tende-scuola, una tipica canzone siriana sul tema della fratellanza e della solidarietà, oltre tutti i confini.
“Lo scopo del mio libro è dar voce a queste persone dimenticate, accompagnando il lettore tra le loro storie in maniera autentica, per dimostrare come siamo tutti esseri umani sotto lo stesso cielo, unici e irripetibili, superando la paura del diverso – ha dichiarato Pannocchia – Ed è importante sapere che ognuno di noi può fare la differenza, per aiutare chi, in ogni parte del mondo, sta fuggendo dalla propria terra, a causa della guerra o altro. La politica e la diplomazia sono le armi chiave per uscire da una realtà in cui le migrazioni forzate sembrano essere diventate una costante, quasi un’abitudine, con l’obiettivo primario di far tornare a casa queste persone, in sicurezza, dopo averle rese capaci di ricostruire i loro Paesi. Ma ognuno di noi può agire, nel momento in cui non si assuefa al dolore e all’orrore, in cui non rimane indifferente e interviene in difesa dei diritti umani, senza distinzione tra gli individui”.
Pannocchia è una scrittrice di origine toscana che ama definirsi “cittadina del mondo”, apprezzata da lettori e media in vari Paesi per la sua narrazione umana e la capacità di spingere i lettori verso riflessioni che spingano ad azioni concrete. Già fondatrice dell’associazione “Adolescenti e cancro”, ha scritto due libri sul tema e un altro romanzo a sfondo sociale, inoltre è autrice del libro per ragazzi in inglese “Letters from Afghanistan”. Il suo libro “Boccioli nel fango” sarà disponibile dal 20 marzo.