Roma, 27 dic. (askanews) – Il terzo processo allo storico russo Yury Dmitriev, premio Sacharov alla libertà 2021, si è concluso con una condanna a 15 anni, da scontare in una colonia penale. Lo riferisce l’ong Memorial, ricordando che il processo era basato su accuse dalle quali il 65enne Dmitriev era già stato assolto due volte.
Nel procedimento presso il tribunale della città di Petrozavodsk, Dmitriev è stato imputato per la terza volta di accuse mosse principalmente nel 2017: produzione di materiale pornografico utilizzando un minore , atti lascivi senza l’uso della violenza. Per questi reati Yuri Dmitriev è stato assolto due voltemnel 2018 e 2020. Riguardo una terza accusa – possesso illegale di parti di armi da fuoco – nel 2018 è stato dichiarato colpevole, nel 2020 è stato assolto.
La vicenda di Dmitriev è a dir poco contorta sul piano giudiziario e difficilmente spiegabile senza ammettere la volontà di colpire uno studioso le cui ricerche sulle vittime del grande terrore staliniano sono diventate scomode. Sino a cinque anni fa, Dmitriev era figura nota solo a un ristretto circolo di specialisti del gulag, in particolare per i ritrovamenti, a fine anni Novanta, di enormi fosse comuni in Carelia, Russia nord-occidentale, con i resti di oltre settemila corpi di vittime delle repressioni staliniane. Quei siti, a Krasnyj Bor e Sandarmoch, sono diventati una sorta di memoriale spontaneo, luogo di riflessione collettiva sul passato staliniano.