Roma, 16 nov. (askanews) – L’uomo forte della Cirenaica, il generale Khalifa Haftar, ha annunciato oggi la sua candidatura alle elezioni presidenziali in Libia, previste per il 24 dicembre prossimo. La sua candidara era attesa, dopo il ritorno sulla scena di Saif al Islam, il secondogenito del defunto leader libico Muammar Gheddafi, che ha già formalizzato la sua intenzione di correre per la presidenza.
“Dichiaro la mia candidatura alle elezioni presidenziali, non perché corro dietro al potere, ma per guidare il nostro popolo in questo periodo cruciale verso la gloria, il progresso e la prosperità”, ha dichiarato oggi Haftar in un discorso da Bengasi, la sua roccaforte, trasmesso dalla televisione locale.
La candidatura di Haftar, sostenuta da attori regionali chiave coinvolti nel dossier libico come Egitto ed Emirati Arabi Uniti, dopo che il 22 settembre, il 77enne generale si era ritirato temporaneamente dal suo incarico di capo dell’autoproclamato Esercito nazionale libico, come previsto dalla legge elettorale per potere ambire alla presidenza del Paese. La legge elettorale in questione, criticata dai detrattori di Haftar, consente al generale di candidarsi alla presidenza e di poter riconquistare la carica militare se non sarà eletto.
Haftar, accusato dai suoi oppositori di voler instaurare una nuova dittatura militare, cerca di conquistare il potere attraverso le urne dopo il clamoroso fallimento della sua avventura militare alle porte di Tripoli, sede del Governo riconosciuto dall’Onu e dalla comunità internazionale, nel 2019. E così, nel suo discorso di oggi, il generale ha spiegato che le elezioni di dicembre sono “l’unico modo per far uscire la Libia dal caos”.
Caduto il regime di Muammar Gheddafi nel 2011, la Libia è precipitata in un lungo periodo di sanguinose violenze e lotte tra potenze rivali nell’Est e nell’Ovest del paese. Lo scorso fine settimana, il figlio dell’ex raìs, Saif al-Islam Gheddafi, ha formalizzato la sua candidatura alla presidenza del Paese.
Resta però da vedere se, con quale consenso e di chi, il seocndogenito del colonnello arriverà davvero alle elezioni. Saif è infatti ricercato dalla Corte Penale Internazionale. E’ stato detenuto nel carcere di Zintan fino a luglio 2016 e una corte libica lo ha condannato alla pena capitale con l’accusa di genocidio. In seguito ha ottenuto un’amnistia.
Da parte sua, la scorsa settimana, il premier del governo di unità nazionale libico, Abdul Hamid Dbeibah, ha dichiarato che cederà la guida del paese solo se il processo elettorale al via il prossimo 24 dicembre sarà trasparente e con il consenso di tutte le parti, sottolineando la necessità di “emendare la legge elettorale, in modo da garantire inclusività e trasparenza”. “Se le elezioni saranno trasparenti e basate sul consenso di tutte le parti, consegnerò il potere al nuovo governo scelto dal popolo libico”, ha commentato durante la conferenza stampa organizzata al termine del vertice di Parigi sulla Libia.
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