Roma, 14 giu. (askanews) – “Entro questa legislatura porremo le basi per dare l’autonomia alle Regioni che l’hanno votata con i referendum dell’ottobre 2017. Il tema è già stato rimesso sul tappeto. Ne abbiamo discusso con il ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie Gelmini, la quale ci ha assicurato che lavoreremo presto a una legge quadro che consenta accordi bilaterali tra le singole Regioni e lo Stato per avviare autonomie differenziate”. Lo dice in un’intervista a Libero il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga.
Si partirà “da Lombardia e Veneto, che hanno votato il referendum, e dall’Emilia Romagna, che ha avviato il processo contestualmente a Milano e Venezia. Ma l’offerta vale per tutti. Ci sono una decina di Regioni interessate”.
“Per me le Regioni sono state il baluardo contro il Covid: il sistema ha retto al Covid grazie alle Regioni e che ne andrebbe rafforzata la competenza”, dice, mentre invece sulla sanità centralizzata “abbiamo un esempio: la Calabria commissariata. Non mi pare che lì le cose siano andate bene, né nella cura né nella profilassi, anzi”. E anche “il successo del piano vaccinale è dovuto alle Regioni, non solo a Figliuolo. Il governo centrale non sarebbe mai stato in grado, con tutta quella burocrazia. Draghi ha capito che senza Regioni non si governa, e più potere anno, più il governo centrale se ne avvantaggia. Si è visto da subito”.
Sul tema vaccinazioni e eventi avversi, per Fedriga non va fatto “nessuno scaricabarile sulle Regioni: non compete a noi stabilire quali vaccini si possono usare e a chi si devono dare. Le autorità preposte hanno tracciato i paletti e noi ci siamo tutti mossi dentro il perimetro tracciato. Quel che è consentito lo stabiliscono il ministero della Salute e l’Agenzia del Farmaco”.
“Se non funziona il rapporto Stato-Regioni, rischiamo di buttare via i 200 miliardi di aiuti in arrivo da Bruxelles”, conclude Fedriga.