Roma, 22 feb. (askanews) – Sono scesi in piazza come promesso oggi, lungo via del Corso e fino a Montecitorio, i ristoratori aderenti a TNI Italia – Tutela Nazionale Imprese. Provenienti dal Veneto, dalla Lombardia, dalla Sicilia, sono arrivati in piazza con cartelli e megafoni per fare sentire la loro voce, pronti a “pianteremo le tende” in piazza Montecitori “a oltranza, fino a quando il nuovo premier Draghi non ci darà le risposte che attendiamo, ovvero il superamento del sistema dei colori e ristori adeguati al fatturato”.
Pasquale Naccari, portavoce e presidente dell’associazione, spiega: “non si sono accorti di nulla, dobbiamo fargli vedere che ci siamo tutti insieme, ieri abbiamo avuto il primo assaggio di primavera con le regioni arancioni e i ristoranti chiusi. Purtroppo non avremo mai voluto scendere in piazza per 18 volte per cercare di fargli capire che siamo gente che vorrebbe lavorare, perché a noi dell’assistenzialismo non interessa nulla”, ha detto intervenendo in piazza.
“La nostra alternativa è mettere in liquidazione le aziende e prendere la disoccupazione, ma noi vogliamo fare i ristoratori”, ha aggiunto Naccari tra i cori dei ristoratori in protesta.
Ai ristoratori è arrivata la solidarietà di Edoardo Rixi, deputato della Lega Nord, e di altri parlamentari del Carroccio: “I ristoratori sono disperati – ha detto Rixi – Bisogna trovare delle soluzioni per ripartire e le proposte della Lega sulla riapertura in sicurezza dei ristoranti, dove la pandemia è sotto controllo, percorre la strada del buon senso. Il diritto al lavoro non può prescindere dal diritto alla salute. Consumare al tavolo, con le giuste distanze e strumenti di protezione, assicura condizioni di sicurezza maggiori rispetto agli assembramenti fuori dai locali che fanno servizio d’asporto. Un modo per controllare la pandemia ma senza chiusure. Serve un graduale ritorno alla vita riaprendo in sicurezza ristoranti, palestre, piscine e teatri, con estrema cautela e prudenza”.