Roma, 22 feb. (askanews) – L’agricoltura diventa sempre più giovane dimostrandosi più forte delle difficoltà legate all’attuale congiuntura, ma anche degli ostacoli di tipo strutturale a partire da quelli burocratici. Il record registrato nell’ultimo anno, con un aumento del 14% dei giovani che hanno deciso di investire nel settore agricolo, “è un chiaro segnale: le nuove generazioni credono in questa attività e a muoverli non è solo la passione, ma anche la consapevolezza che può garantire margini di crescita e maggiore stabilità”. COSì Andrea Michele Tiso, presidente nazionale Confeuro.
L’Italia ha il primato europeo per numero di imprese agricole guidate da giovani: sono oltre 55mila gli imprenditori con meno di 35 anni titolari di allevamenti e aziende agricole in tutta la penisola. Le nuove generazioni sono orientate in modo particolare verso il biologico e il recupero delle tradizioni. Al tempo stesso sono più propense all’innovazione tecnologica e alle soluzioni fornite dall’agricoltura 4.0.
“A frenare le potenzialità di questa forza produttiva è troppo spesso una burocrazia inefficiente e farraginosa, sia a livello centrale che locale. I dati dell’Istat – spiega Tiso – rivelano che più della metà dei giovani italiani che ha presentato la richiesta per l’insediamento in agricoltura (il 55% su quasi 39.000 richiedenti) ha visto la propria domanda respinta a causa degli errori di programmazione delle amministrazioni regionali. Quanti sono ammessi al finanziamento devono poi affrontare i ritardi degli enti locali, che hanno erogato i fondi solo a metà degli aventi diritto mettendo in difficoltà molte giovani aziende. Numeri che confermano per l’ennesima volta che la riforma chiave è quella della burocrazia.