Roma, 22 feb. (askanews) – L’esperienza dell’emergenza covid della scorsa estate ha dimostrato che con una adeguata formazione e semplificazione l’agricoltura nazionale può offrire agli italiani in difficoltà almeno 200mila posti di lavoro che in passato erano affidati necessariamente a lavoratori stranieri stagionali che ogni anno attraversavano le frontiere per poi tornare nel proprio Paese. Lo ha detto il presidente della Coldiretti Ettore Prandini durante l’incontro con il ministro del Lavoro Andrea Orlando.
Con i limiti al passaggio nelle frontiere per l’avanzare dei contagi anche quest’anno, spiega la Coldiretti si registrano infatti difficoltà per l’arrivo in Italia di lavoratori stranieri, con il rischio concreto della perdita dei raccolti in un momento in cui è importante assicurare l’approvvigionamento alimentare degli italiani anche per le difficoltà degli scambio commerciali.
Dopo essere stato snobbato per decenni si registra – continua la Coldiretti – un crescente interesse degli italiani per il lavoro nelle campagne anche per la situazione di difficoltà in cui si trovano altri settori economici. Un segnale positivo importante per il comparto che tuttavia si scontra con la mancanza di formazione e professionalità che è necessaria anche per le attività agricole soprattutto per chi viene da esperienze completamente diverse.
“Una opportunità che deve essere dunque accompagnata da un piano per la formazione professionale e misure per la semplificazione ed il contenimento del costo del lavoro”, ha chiesto il presidente della Coldiretti nel sottolineare che serve anche una radicale semplificazione del voucher “agricolo” che possa ridurre la burocrazia e consentire anche a percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani lo svolgimento dei lavori nelle campagne in un momento in cui tanti lavoratori sono in cassa integrazione e le fasce piu’ deboli della popolazione sono in difficoltà.