Roma, 18 gen. (askanews) – Un grido di allarme per gli agriturismi toscani costretti alle chiusure forzate del 2020 e alle restrizioni del nuovo DPCM in vigore dal 17 gennaio, fino al 5 marzo, almeno. Restano in vigore le chiusure serali (quindi niente cene) ed il coprifuoco alle 22, così come gli spostamenti fra regioni. Dall’altra parte, invece, gli agriturismi toscani hanno continuato a pagare per 12 mesi, il canone Rai e Tari, solo per fare due esempi; seppur lavorando solo 3-4 mesi in un anno.
Se ne è parlato in un incontro in webinar organizzato da Cia Toscana Centro che ha visto la partecipazione di oltre 70 titolari di agriturismi. “Il settore agrituristico – sottolinea Sandro Orlandini, presidente Cia Toscana Centro – è stato fra i più penalizzati nell’anno della pandemia, il settore ha bisogno di ristori e di misure ad hoc che permettano di poter arrivare fino alla prossima primavera-estate, quando si auspica che la situazione generale Covid sia migliorata”.
Agriturismi toscani che hanno già prenotazioni per il 2021, ammesso che sia possibile muoversi fra regioni, e che si riapra il turismo internazionale, oltre al turismo interno che nei mesi estivi del 2020 ha permesso alle strutture della regione di salvare almeno una parte del fatturato. Prenotazioni che sono state anche incentivate nelle ultime settimane dall’iniziativa di Cia agricoltori Italiani #sostieniltuoagriturismo.
Positivo per alcune aziende è stato il “bonus vacanze”: “sarebbe importante che venisse prorogato anche per tutto il 2021 il bonus vacanza e non solo fino a giugno – dice Franco Masotti, che conduce un agriturismo nella campagna fiorentina e vicepresidente turismo Verde Cia Toscana – Per quanto riguarda la mia realtà è stato uno strumento che ha funzionato e che consigli ai colleghi di utilizzare. Nel 2020 si è lavorato bene con gli ospiti giornalieri, provenienti dalla città, ha funzionato la ristorazione, con l’asporto, e la voglia di stare all’aria aperta e distanziati”.