Cagliari, 13 gen. (askanews) – “Questo che stiamo vivendo è un momento storico, una crisi sanitaria ed economica devastante. Ma sono questi i momenti in cui la politica deve da una parte operare in modo lucido ed immediato per governare la crisi.
E dall’altra guardare al futuro dandosi un orizzonte su cui riscostruire la società che governa con una idea ed un progetto chiara dentro la quale declinare i singoli interventi”. Parole di Coldiretti Sardegna secondo la quale i fondi del Recovery plan andrebbero investiti all’interno di un progetto strategico collegato.
“Dobbiamo immaginare una Sardegna realmente green” afferma il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu che individua i pilastri su cui investire i denari del Recovery plan.”Autonomia energetica, trasporti, interventi di mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici e politiche di filiera”.
“Pensiamo ad una reale autonomia energetica con i Consorzi di Bonifica, per fare un esempio concreto, che finalmente possono progettare la produzione di energia elettrica pulita che allo stesso tempo li renda autonomi dalla Regione che oggi deve intervenire con propri fondi per abbattere questi costi”.
Un’Isola verde oltre che per i suoi doni naturali anche per gli interventi dell’uomo.
“I trasporti sono un altro aspetto fondamentale e importantissimo per la nostra Isola – evidenzia il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba -.
Oltre a dare un servizio realmente tale e diffuso, dovrà essere organizzato con mezzi efficienti e rispettosi dell’ambiente che riescano a dare anche un valore aggiunto al nostro territorio anche in termini di turismo”.
Sostenibili devono essere anche gli interventi più specificatamente agricoli, come quelli per “contrastare gli effetti nefasti, sempre attuali e sempre più frequenti, dei cambiamenti climatici – continua Luca Saba -.
Con un progetto organico e collettivo (in cui confluiscano anche i fondi del Psr) che coinvolga tutti gli attori del mondo agricolo dando gli strumenti oltre che finanziari anche di indirizzo per una agricoltura che sappia convivere ma anche prevenire le calamità e i disastri che stiamo vivendo, spesso figli dell’incuria umana”.
Cosi come devono essere rafforzate “le politiche di filiera – conclude Battista Cualbu – investendo sulla terra e il saper fare sardo, irrobustendo e facendo sistema tra gli attori del cibo da chi lo produce fino a chi lo consuma”.